Partendo dai disastri nucleari per rimanere a quelli locali. Tempo di ferie e di vacanze; tempo anche di ricordi e commemorazioni. Sono passati 68 anni e per noi che stiamo qui sono molti, sufficienti per dimenticare. Per chi invece sta ancora pagando le conseguenze di una follia chiamata nucleare militare, scordarsi è decisamente più difficile. Specie se i ricordi dell'epoca si assommano e si mescolano con quelli più recenti, con il disastro di Fukushima che ancora deve essere sviscerato per tutto quanto ha comportato. Se gli effetti delle due bombe del '45 a Hiroshima e Nagasaki sono stati evidenti (mica tutti, certo), quelli del Marzo 2011 sono stati, per quanto possibile, nascosti, rimossi. Poi si scopre che non si può evitare di impedire che l'evidenza emerga e si cerca solo di sottodimensionare, di dare le notizie parziali quando non si può farne a meno. Quanto successo a Fukushima non ci è dato a sapere, ma se uno sa far di conto e non è rinco, si fa presto a capire che si è trattato di un disastro enorme. Ma business first, e se poi qualcuno si illumina di verde, se i bambini nascono con qualche deformazione, se gli operai e tecnici che sono intervenuti a scapito della loro sicurezza per limitare alla bene e meglio i danni muoiono come mosche, amen. In fin dei conti forse abbiamo finalmente capito che la vita delle persone interessa meno del portafoglio, e Marghera, Casale, Taranto (e moltissimi altri casi) dovrebbero insegnarci qualcosa. Ma oggi è il 9 agosto e come ogni anno si ricorda Nagasaki al di fuori della base di Aviano. Non grandi cose, purtroppo la gente che c'è è sempre quella, ma di buono questa volta è la presenza di molti, rispetto agli scorsi anni, rappresentanti di enti locali. Non solo, ma tutti solennemente d'accordo sul definire il nucleare e poi l'acquisto degli F35 una vera idiozia. Benissimo; a questo punto ci sarebbe da chiedersi se quanto ufficialmente pronunciato di fronte all'aeroporto non possa essere in qualche modo messo in pratica. Chiaro che non sarà il parere di qualche sindaco o presidente di provincia a determinare certe scelte, ma immagino che gli stessi rappresentanti di quelle Istituzioni possano provare, magari con un testo condiviso e facendosi portavoce dei cittadini, ad esercitare pressione presso i loro interlocutori a livello sia politico con i loro partiti che istituzionale più alto (Regioni all'Anci e a seguire). Credo che la formazione di una rete di sindaci e presidenti di provincia che si schieri apertamente contro la follia di quella spesa assurda, possa trovare orecchi sensibili, ben oltre (o forse assieme) le voci di chi già manifesta il proprio dissenso. Estate tempo di incendi; ne sappiamo qualcosa proprio qui ed ora in Friuli. Segnalo solo che un Canadair costa meno di 20 milioni di euri, un F35 almeno 8 volte tanto. Sull'utilità dell'uno e dell'altro la discussione pare superflua. Giusto per rimanere in tema di vassallaggio nei confronti degli Usa, i lavori del MUOS continuano; le manifestazioni contrarie al progetto e favorevoli all'applicazione della legalità anche. Le modalità di repressione nei confronti di chi dissente sono le solite: robuste legnate. In più, quatto quatto zitto zitto, nascosto in un decreto di tutt'altro genere, passa in Parlamento l'aggravante di pena nei confronti di chi “viola” i terreni su cui (abusivamente) si costruisce il sistema satellitare. La decisione non fa una grinza, perlomeno rispetto a quanto si fa solitamente. In contemporanea, gli arrestati durante le manifestazioni NO TAV rischiano l'accusa, nientepopodimenoche, di terrorismo. Bombardare con i droni (aerei senza pilota) senza distinguere tra “combattenti” e civili, invece pare un merito. Da notare che sempre in Sicilia, a Sigonella, sarà creata la principale base mondiale di partenza e, purtroppo, di arrivo di quei mezzi così tecnologici che consentono di salvare le vite dei “nostri ragazzi” e di sbattersene le balle dei ragazzi altrui. Eravamo rimasti alla Cassazione che si è espressa per la conferma della condanna al nostro pregiudicato. Come previsto si sta cercando, da una parte una soluzione per rimediare a tanta ingiustizia nei confronti di cotanto statista, dall'altra almeno di portare i tempi di dimissione (espulsione) dal Parlamento dello stesso soggetto all'infinito. Nel mezzo molti sono d'accordo sull'urgenza (come previsto) di mettere mano al sistema della giustizia. Il solito Violante (ma chi cazzo lo vota ancora?) l'ha detto chiaramente oggi; non solo, ma ha anche aggiunto che è urgente riformare la Costituzione. Deve essere una sua fissa, ma prima ci togliamo dalle ostie (politicamente, che non si fraintenda) certi personaggi e meglio vivremo. Il presidente della Repubblica non fa certo mistero di essere d'accordo e anche per lui vale la stessa considerazione. Letta non lo dice chiaramente ma non occorre. E nemmeno occorre commentare. Nel frattempo, uno dei giudici della Cassazione non trova di meglio per passare il tempo che rilasciare un'intervista inopportuna. Si mettessero la lingua in quel posto sarebbe meglio per tutti. Detto per inciso, quanto dichiarato nell'intervista nulla ha a che fare con la decisione presa, semmai è la scelta dei tempi che è discutibile. Ci sarebbe da chiedersi poi come mai il giornalista del Mattino (che fa il suo mestiere, si intenda) non vede l'ora di pubblicare quelle dichiarazioni inutili e dannose più che illegittime. Un trabocchetto perfetto. Possiamo stare certi che se fino a settembre il piccoletto può stare tranquillo, da lì in avanti si inventerà qualcosa d'altro e comunque troverà qualcuno che ne capisca le ragioni. Il pollaio del PD è in pieno fermento; Renzi, Epifani, Letta, Bersani (D'Alema in genere manda avanti gli altri), giovani turchi, Civati vari, ex democristiani, insomma un casino che non ci si raccapezza. Poi ci si pensa un attimo e si vede che il gran chiasso è solo per stabilire chi sarà quello a decidere le solite cose che andranno bene a tutti (loro) meno che agli italiani. Il problema è che senza un radicale cambiamento all'interno di quel partito, difficilmente la sinistra riuscirà a trovare la forza sufficiente per incidere un minimo nella vita politica che permetta quella sterzata indispensabile a dare risposte imprescindibili a questo nostro povero Paese (e non solo). Intanto, ci raccontano la solita storiella della crisi che è finita mentre le fabbriche continuano a chiudere e i lavoratori a perdere il lavoro. Quelli che ne trovano uno, non sanno per quanto ce l'avranno mentre sanno perfettamente che dovranno ridursi alla condizione di schiavismo. Lo chiamano progresso e futuro; alla faccia. Un'altra cosetta che fa un tantino incazzare, è la grande (si fa per dire, si intenda) discussione sul diritto al matrimonio per i gay. Missione degna della massima attenzione e condivisione, non c'è dubbio. Ma ho come l'impressione che nel frattempo ci si dimentichi di portare avanti, assieme alle rivendicazioni dei gay, anche quelle, per dirne una, delle coppie di fatto. Non se ne sente più parlare, com'è? Del matrimonio personalmente non sento alcun bisogno, se qualcuno (chiunque) ci tiene è chiaro che debba averne diritto, ma di parificare al matrimonio i diritti di chi semplicemente decide di vivere assieme ad un altro o ad un'altra mi sembrerebbe la base da cui poi partire per qualsiasi altra istanza. Magari mi sbaglio, ma c'è come una cortina fumosa che si cerca di creare per poi nascondere altre (e numericamente certo più diffuse) realtà che avrebbero urgente necessità di essere risolte. Insomma, un contentino che non si nega a nessuno. Forse pure papa Francesco potrebbe contribuire a dipanare le nebbie con dichiarazioni più chiare. Ma si sappia che non è certo il rappresentante di una chiesa che può risolvere i problemi di carattere etico. Non è che anche questo è compito della Politica? Boh, può essere che mi sbaglio. Che poi, sempre a proposito di diritti, a discutere dello ius soli siano personaggi come Calderoli o Salvini fa rabbrividire e dimostra chiaramente che questa politica non è cosa seria. Bruno Tassan Viol