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Duri e muri

Ed eccoci dunque con il nostro eroe al timone degli USA. Ciuffo al vento e impavido a sfidare il mondo intero, o quasi. Il mondo intero che a sua volta si sta scatenando contro di lui. A questo punto, sarebbe bene capire cosa, e perche’, sta succedendo.

Magari partendo da un presupposto che pare indispensabile. Donald Trump e’ un patetico, ma pericoloso, reazionario, razzista e fascista. E si sta facendo soprattutto i cazzacci propri. Su questo nemmeno sarebbe il caso di soffermarsi, ma e’solo per chiarire alcuni punti che poi forse qualcuno potrebbe interpretare male. A tale proposito basterebbe dare un’ occhiata a ai risultati della borsa di Wall Street da quando Donald e’ stato eletto. Alla faccia dello stare dalla parte dei piu’ deboli come i poveri cristi che lo hanno votato, continuano a pensare.

Passare in rassegna i personaggi da thriller che ha nominato a capo dei sui vari gabinetti ci fa prendre un colpo e trasalire. Bisogna dire che quanto a coerenza il vecchio bisonte non scherza affatto; cio’ che ha promesso lo sta mantenendo, tanto da farci invidiare questa sua peculiarita’ e farci capire che almeno su questo punto noi siamo a distanze siderali.

La riforma sanitaria, per quanto poverella e risicata fosse, qualche piccolo beneficio alla gente, molti di piu’ alle assicurazioni, l’aveva portata. Bim bum bam, cancellata.

Trattati di libero scambio, detto fatto, cancellati o irricevibili. Personalmente, questo a me non darebbe neppure fastidio.

Muro al confine con il Messico; ovvio che non si realizzera’ in quattro e quattr’ otto e improbabile che venga pagato dal Messico, ma ci sono tutti i presupposti che sia completato. Perche’ sia chiaro; quel muro in buona parte gia’ esiste.

Trattati sul cambiamento climatico; figuriamoci! Una bella riga sopra e via con la cancellazione dei limiti di inquinamento anche per le vetture. Anche il nostro gaga’ che si presenta in golfino di cashmir, Marchionne,  (ultimamente imitato anche dall’ex primo ministro) ringrazia e promette investimenti. Mica in Italia, ma in USA.

Oleodotti tenuti assieme con lo spago e che attraversano territori che i (pochi rimasti) nativi considerano sacri; ale’, via libera. No so, forse arriveranno le truppe di Salvini a risolvere il problema, ma francamente, dovranno prima decidere se stare dalla parte dei Sioux oppure da quella del biondo.

Le relazioni con il socio Putin; in via di rafforzamento soprattutto per quanto riguarda i potenziali rapporti commerciali energetici. Per il momento pero’, le sanzioni rimangono. Se l’Europa fosse un minimo meno miope, o in realta’ esistesse davvero, forse i rapporti con la Russia li potremmo pure gestire noi. E forse al di la’ (anche se ora appare tardi) di Putin.

Rapporti con l’Europa; il nostro eroe sta gia’ dicendo quello di cui da tempo accusa la Cina. L’Euro, che nella sua concezione, ma anche nella realta’, altro non e’ che un Marco allargato, ha un valore di scambio sottovalutato e dunque eccessivamente competitivo rispetto a sua maesta’ il dollaro. E comunque i rapporti privilegiati vuole tenerli con la Gran Bretagna.

La Nato, e qui la faccenda si fa molto interessante, e’ considerata un’ alleanza obsoleta e superata, ed eccessivamente sostenuta dai finanziamenti degli USA. Come se 60 milioni spesi al giorno per la difesa in Italia fossero noccioline.  Certo su questo punto non si faranno grandi cambiamenti in tempi brevi, ma se il fanatico suprematista continuera’ con questo passo, novita’ potrebbero esserci anche relativamente a breve. E non e’ scontato che siano negative per chi considera l’alleanza atlantica un peso da cui togliersi al piu’ presto. Come il sottoscritto, per capirci.

Il Medio Oriente, almeno in parte e almeno a parole, non e’ piu’ considerato come area di interesse vitale per gli USA. Naturalmente ci sara’ da vedere dove portera’ la sua ostilita’ evidente e dichiarata nei confronti dell’Iran. Stracciare il trattato sul nucleare militare firmato da Obama e non aver minimamente messo in discussione, anzi, i rapporti privilegiati nordamericani con l’Arabia Saudita (e i suoi accoliti degli Emirati) e con Israele, puo’ provocare molti piu’ guai di quanti gia’ esistono in quell’area. Quanto ad Israele, la volonta’ di portare l’ ambasciata USA a Gerusalemme non favorira’di certo la distensione o, ma qui si lavora di fantasia, un eventuale processo di pace con i palestinesi.

Dulcis in fundo, la chiusura delle frontiere ai famosi sette Stati a grande prevalenza di fede islamica e l’atteggiamento in genere nei confronti dell’ immigrazione.

Mi soffermerei un momento su questo; anzi, prima una breve considerazione. Ma sto cazzo di Obama, si e’ svegliato dal letargo solo un mesetto prima dell’assunzione di incarico di Trump? Prima dov’era? Convinto che la Clinton potesse vincere a mani basse (in effetti avrebbe pure vinto ci fosse stato un altro sistema elettorale, ma il sistema e’ quello!) non si e’ mai preoccupato di alcune cosucce a cui sarebbe stato troppo imbarazzante mettere mano. Poi, visto il disastro, allora la sua furia si e’ scatenata. I risultati si stanno vedendo, un colpo di penna, un autografo e ciao.

Tornando alla posizione e alla decisione presa sull’ immigrazione, tutta sta gente che si scatena, non parlo della gente normale che «scende in piazza» e urla il proprio disagio (anche di quella, ad onor del vero), ma dei soloni che governano a casa nostra e blindano le frontiere, alzano muri e fili spinati ai propri sacri confini; dove lo trovano il coraggio di criticare chi, magari esagerando un attimo, fa esattamente cio’ che da noi e’ gia’ stato realizzato? Dimenticando  poi cio’ che Obama e la sua amministrazione ha piuttosto abbondantemente provveduto a fare. Si parla di qualche milione di persone (2,5) che sono state rimpatriate durante la precedente amministrazione. Insomma, Trump e’ un nazista di merda e si comporta di conseguenza, ma anche chi si professa democratico, qualche cappella a me pare l’abbia fatta. Tornando nella (ormai ex) culla del diritto, l’Europa. E’infatti qui che campioni del rispetto della democrazia, si sono sentiti offesi dagli atti del biondo. Tutti quelli che a casa loro non vogliono sentir parlare di stranieri, rifugiati, profughi o migranti e che firmano fior di accordi miliardari con tipetti come Erdogan,  o come Sarraj che rappresenta non piu’ di se’ stesso (ma la scusa e’ buona per schierare le navi da guerra davanti alle coste libiche), affinche’ chi cerca scampo da guerre, fame, disastri vari, non venga a rompere le ostie a casa nostra. Oppure che vogliono schierare navi da guerra davanti alle coste da cui quei poveracci partono e non sempre arrivano a destinazione, rinnegando quanto di buono fino ad oggi parte di quelle navi hanno fatto.

Cio’ che infastidisce maggiormente e’ proprio questo, l’atteggiamento falso garantista e finto-caritatevole quando si tratta di parlare degli altri e di chiusura totale quando il problema si manifesta nei pressi (nemmeno all’interno) dei propri confini.

Quando poi e’ il momento di combinare qualche affaruccio (magari anche losco come la vendita di armi) con chi dei diritti umani non gliene puo’ fregare di meno, beh, allora si chiude un occhio piu’ che volentieri. Poco importa se poi coloro con cui lgi affari si fanno, sono gli stessi che provocano esodi e fughe di milioni di persone che altro non possono se non cercare un po’ di speranza dove si presume si possa vivere in pace.

Oppure dobbiamo dar peso alle reazioni dei rappresentanti (padroni) delle varie multinazionali che si scandalizzano per azioni che poi sono le stesse che le loro aziende direttamente o meno impongono all’intero pianeta? Perche’  forse e’ proprio questo il loro problema; che il cosiddetto protezionismo non faccia l’interesse (per l’appunto globale) dei loro prodotti. E allora, via a fare i sostenitori del diritto, cosi’ ci rifa’ il lifting. Vabbe’.

Ma questi sono discorsi ormai triti e ritriti. Vediamo piuttosto che effetto fa rivedere la gente che scende in strada per protestare contro questi abusi. Non e’ che per caso l’elezione, e le conseguenti azioni, di Trump abbiano svegliato un po’di persone che si sono ritrovate improvvisamente coscienti, realizzando che questo mondo fa proprio schifo. Ci voleva un idiota analfabeta fascista per farci capire che cosi’non puo’ andare? e’ forse questo il lato positivo che ci viene da questa novita’? verrebbe da chiedersi dove stava questa stessa gente fino ad ora. O se magari si sarebbe scandalizzata ugualmente nel caso in cui la Clinton fosse stata eletta e, che ne so, avesse deciso (cosa che avrebbe da sempre voluto fare) di intervenire direttamente e ufficialmente anche in Siria, e magari in Iran? Bisogna proprio fare indigestione di merda per capire che non ci piace?

Comunque sia, se questo fosse un punto di partenza, se si decidesse veramente di comiciare a ragionare seriamente ed iniziare a pensare ad un mondo un po’ piu’ equo, a smetterla di credere che il diritto sia sempre quello di sfruttare i piu’ deboli tappandosi gli occhi per non vedere cio’ che il  nostro presunto star bene significa per chi lo subisce e paga. Se davvero si riuscisse a ripartire da qui, beh, a questo punto benvenga questa cazzo di elezione con la speranza di trovare forza, voglia e metodo per poter ricacciare questo sporco individuo e la sua cricca (compresi i farisei) nel letamaio che mi pare un habitat piu’ adatto a loro. Rendedosi conto pero’ che questo non puo’che essere solo il punto di partenza per ridiscutere questo nostro modo di vivere che definiamo sistema. Solo cosi’ le proteste che si stanno organizzando un po’ dappertutto potranno avere un senso; solo se si capisce che se non ci diamo una smossa e ci riorganizziamo davvero, saremo travolti non solo da Trump, ma anche da tutti quelli che fingono di scandalizzarsi solo per cercare di recuperare un po’del consenso che si accorgono di avere perso. Lo avevamo capito, quasi vent’anni fa; ci avevano detto che eravamo una (la seconda, mica balle !) potenza mondiale; ci siamo crogiolati in quella beata illusione e ci siamo ritrovati persi ed inconcludenti. Varrebbe la pena di riprovarci?

Bruno Tassan Viol

1 Comment

  1. Francesco Cecchini ha detto:

    Dopo l’elezione decine di migliaia di persone al grido di ‘Not My President’ sono scese in strada in tutti gli Stati Uniti per protestare contro l’elezione di Trump. L’interpretazione della maggior parte dei media è che queste proteste esprimano rabbia e frustrazione per il tonfo elettorale della Clinton.

    In alcuni casi, però, sono, anche, un messaggio al “sinistro” Sanders, che abbandonò la partita, dando indicazione di voto per Hillary Clinton, donna dell’establishment e dell’imperialismo americano.

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