1. Una premessa, tanto per essere chiari: candidarsi alle elezioni non è un obbligo. Spesso si fa miglior figura a stare a casa.
Non si capisce per quale motivo – a fronte del fatto che il Partito Socialista pordenonese per due volte, nel 1914 e nel 1915, rifiutò di conquistare il comune, pur sapendo di avere la maggioranza tra le migliaia di elettori operai e pure tra i borghesi progressisti, radicali e democratici – ci siano gruppuscoli e singole personalità che si ostinano a presentare listerelle prive di qualsiasi chance, e pure della dignità necessaria per presentarsi con idee valide, da esporre come “diritto di tribuna” tra le minoranze. Se il glorioso Psi di Giuseppe Ellero, Guido Rosso, Romano Sacilotto, Vincenzo Degan e tanti altri, si riteneva ancora impreparato ad assumere il governo della cosa pubblica (cosa che dimostrò egregiamente di fare con la “giunta Rosso” del 1920-1922, a dispetto delle violenze fasciste) cosa spinge oggi persone non paragonabili con quei fulgidi esempi a cimentarsi con cose più grandi di loro?
2. E veniamo ad oggi, nell’Italia diventata da ben 25 anni terra di immigrazione. A dispetto di struzzi ed altri bipedi ottusi che mettono la testa sotto la sabbia.
Che viene colpevolmente gestita come un’ “emergenza”, il che fa piangere. Con migliaia di morti annegati, quando – proprio cent’anni fa – l’Italia fece una guerra mondiale (con milioni di morti, feriti, invalidi, vedove, orfani ed immani distruzioni) ANCHE per sottrarre all’Austria-Ungheria i porti adriatici orientali, da dove partiva LA GRANDE MAGGIORANZA DEL MOVIMENTO EMIGRATORIO ITALIANO.
Chissà perché lasciamo che la gente anneghi dopo aver pagato “biglietti” molto più salati di quelli che potrebbero pagare alla nostra marineria, prima accoglienza inclusa?
Chissà perché ci rifiutiamo, a differenza della Germania e dei paesi scandinavi, di accogliere quelle centinaia di migliaia di immigrati che CI SERVONO, per allargare il mercato, non solo del lavoro, nel paese più vecchio d’Europa?
Chissà perché ci si ostina a voler discriminare tra “richiedenti asilo” ed “emigranti economici”, come se sfuggire da paesi dove non si possono neanche comprare le medicine salvavita fosse una cosa strana?
Forse perché è meglio avere manodopera irregolare a basso costo, per i padroncini ottusi che poi votano per i movimenti reazionari?
3. Intanto una informazione corretta sui rifugiati. Tanto per parlare di cose concrete, e non di baggianate da osteria, innaffiate da libagioni eccessive.
I dati del Ministero dell’Interno e della Commissione Nazionale Asilo:
1) al 10% dei richiedenti viene riconosciuto lo status di rifugiato;
2) al 23% dei richiedenti viene riconosciuto lo status di protezione sussidiaria (in buona sostanza profughi di guerra):
3) al 28% viene riconosciuta una protezione umanitaria (viene rigettato l’asilo in senso stretto ma viene riconosciuta la sussistenza di motivi umanitari, quali la salute, l’età – es: il caso di ragazzi fuggiti quando erano ancora minorenni, persone traumatizzate etc);
4) Solo il 36% delle domande viene rigettato in sede amministrativa.
Per una corretta valutazione infatti bisognerebbe aggiungere l’esito dei ricorsi che purtroppo per disfunzioni della macchina amministrativa italiana, non sono classificati e pubblicati.
Tutti gli osservatori (compreso il Governo) stimano in circa il 20% il tasso di accoglimento dei ricorsi.
In buona sostanza si può vedere come circa il 70% delle domande di protezione si è concluso nel 2015 con un esito positivo.
E in FVG?
Nel FVG questo tasso è più elevato poichè la maggioranza delle domande di asilo è rappresentato da cittadini afgani che, come si vede dalla tabella, hanno tassi di riconoscimento (protezione sussidiaria, quindi una delle due forme della protezione internazionale) che sfiorano il 100%
Per l’altro gruppo particolarmente numeroso (Pakistan) la situazione è più vicina alla media nazionale, pur con più tassi elevati.
4 . Piombiamo ora dalla Luna sulla Terra, latilongitudine Pordenone, con la surreale dichiarazione di Sonia D’Aniello a “Il Messaggero Veneto” del 1 giugno 2016 sul wi-fi da negare agli immigrati, tanto per consigliarli ad andarsene: