Lo scorso 17 Maggio, la Natuzzi ha annunciato ai sindacati di avere circa 1900 esuberi tra i vari stabilimenti in Italia, quindi il numero più alto di lavoratori in eccesso rispetto alla capacità produttiva fin’ora dichiarato dalla stessa azienda santermana. Secondo l’omonimo Presidente del gruppo industriale, le cause di tale tragico record negativo sono da addebitare a diversi fattori: la crisi economica che attanaglia da tempo tutto l’occidente, l’euro che continua a tenere testa al dollaro, il costo industriale (tra cui, quindi, il costo del lavoro) non competitivo con quello di concorrenti sleali, ma parte della colpa l’avrebbero anche i suoi dipendenti che non raggiungono gli standard di produttività e qualità del prodotto preventivati. Pertanto, l’ultima slide, tra quelle che evidenziavano i sopracitati dati, si concludeva con una minacciosa accusa “ci state costringendo a lasciare l’Italia”. E’ davvero curioso che un’azienda che da sempre, oltre a godere di tutti i possibili finanziamenti pubblici, ha pressappoco unilateralmente organizzato e delocalizzato la produzione e selezionato il personale da tenere in fabbrica, anziché collocare in Cigs, oggi non senta il dovere di ammettere le proprie responsabilità e scarichi su altri colpe che, invece, derivano unicamente da un’errata strategia industriale. Ciò che più inquieta […]