Anche questa dovevamo vedere: i fascisti che utilizzano la sala della Biblioteca intitolata alla nostra Teresina Degan. Certamente la nostra compagna lo considererebbe un oltraggio, e chi si occupa di concedere la sala, in Comune di Pordenone, avrebbe potuto risparmiare alla memoria di Teresina ed a tutte/i noi questo vero e proprio sacrilegio. Così Teresina descriveva la sua storia famigliare: «Proveniente da famiglia operaia: mia madre è stata tessile e mio padre tecnico tipografo. Entrambi attivi nelle organizzazioni sindacali e politiche della classe operaia degli inizi del secolo contribuirono a tenermi vicina ai problemi degli operai anche nell’infanzia passata in regime fascista, dal quale la mia e le famiglie dei miei più stretti parenti ebbero persecuzioni. Fu la mia stessa famiglia quindi la prima scuola politica, che mi permise, giovanissima, di seguire sotto luce diversa da quella del “clima ufficiale d’allora” i principali avvenimenti politici, che si susseguivano nella scena mondiale: guerre d’aggressione all’Abissinia ed al Popolo spagnuolo e, per ultima, la guerra mondiale».