di Gian Andrea Franchi I Balcani sono oggi il luogo più adatto, almeno in Europa, per studiare dal vivo, attraverso il paesaggio storico, città e paesi e, ovviamente, chi li abita, quella dimensione essenziale della vita e della politica che si può chiamare bisogno d’identità. La terra balcanica, infatti, è storicamente attraversata da un’incontenibile esigenza d’identificazione. Mostra con un’evidenza teatrale, spinta oltre il dramma fino alla tragedia, nel corpo del suo territorio e dei suoi abitanti, che l’identificazione è il più grande bisogno/desiderio umano – “tu sei”: alla base di ogni religione, di ogni forma di comunità, di collettività, di società, di utopia politica –, più forte della fame e della paura della morte. E mostra anche, con tipica forza icastica, il carattere androcentrico (patriarcale, maschilistico) dell’identità, o piuttosto dei processi di identificazione. Essi tendono al mito di una forma fissa, identica se stessa, come un’idea platonica – essere ‘identici’, sempre gli stessi -, esclusiva e intollerante, agonistica, sia di tipo individuale che comunitario; sia di tipo religioso/divino – dio come colui che dà il riconoscimento assoluto in un mondo oltre il mondo – o, come oggi, basata sullo schema sociale del denaro – forma astratta di identificazione basata sul […]