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Molmenti, la medaglia d’oro canoa a Londra 2012 e la Casa del Popolo!

Daniele Molmenti esulta per la medaglia d’oro alle olimpiadi di Londra 2012.

Daniele è figlio di Ubaldo, socio storico della Casa del Popolo di Torre, a sua volta nipote di Luigi Molmenti, uno dei fondatori della Casa del Popolo stessa. L’avo di Daniele, operaio tessile del Cotonificio Veneziano, fu esponente sindacale, consigliere comunale nella mitica giunta socialista del sindaco Guido Rosso nel 1920-1922, e partecipò con funzioni di primo piano nella organizzazione del grande sciopero dei cotonieri nel 1928, il più lungo sotto la dittatura fascista.


 

Le canoe, dalla Casa del Popolo alle Olimpiadi. di Gigi Bettoli

Riportiamo qui alcune pagine dal volume ‘La storia le storie’. Non tutti sanno come la storia di questa medaglia d’oro abbia anche una radice in via Carnaro, Casa del Popolo.

Il successo di quegli anni di Casa del Popolo “occupata” è legato ad alcune attività che hanno saputo andare molto oltre l’orizzonte politico dei promotori dell’iniziativa. Attività che hanno fatto da volano ad altre, e che hanno colpito l’immaginario sia dei protagonisti sia, forse ancora di più, degli osservatori esterni. Come gli abitanti del quartiere, talvolta protagonisti, talaltra polemici oppositori di iniziative vissute come “disturbatrici” della quiete domestica.

Certamente l’iniziativa di maggior successo è stata quella legata alle attività del Centro Attività Motorie promosso da Mauro Baron.

Racconta Mauro come, quando si è aperta la possibilità di operare alla Casa del Popolo, l’attività del Cam era agli inizi. Mauro aveva cominciato a frequentare l’Isef a Milano nel 1976; il gruppo era nato subito dopo, mettendo insieme vari amici. Il Cam aveva scelto come attività la canoa, lo sci – soprattutto nordico, da fondo – la ginnastica acrobatica e la pallavolo (queste ultime in palestra, alle Scuole Medie di Cordenons). Poi era venuto il judo, con Edoardo Muzzin (Dudu), che portava i suoi allievi a fare canoa come attività complementare.

A questo punto, non avendo i soldi per ricomprare le canoe distrutte nella demolizione della Casa del Popolo di Cordenons, Mauro ed i suoi amici hanno imparato le tecniche di costruzione, comprato un kayak da utilizzare per modello, ed hanno iniziato a costruirle con vetroresina nella baracca retrostante la Casa del Popolo. Si trattava di una costruzione precaria – oggi inglobata nella Casa del Popolo e corrispondente ai locali di servizio retrostanti – che, come ricorda Claudio Bortolutti, è stata predisposta dal gruppo della Fgci insieme ai volontari del Cam, per accogliere l’attività del Centro.

Le canoe venivano poi depositate all’interno, per impedire che fossero rubate: il costo del materiale, tra vetroresina, lana di vetro, stuoia in diolene, si aggirava sulle 30.000 £. Questa attività ha fatto arrabbiare i compagni più anziani, che ritenevano che così la Casa del Popolo fosse “rovinata”, certo sbalorditi dal fatto che l’edificio, in certe giornate, apparisse trasformato in un vero e proprio cantiere navale, che occupava un sacco di ragazzi. Il lavoro di costruzione era totalmente volontario, e spesso si doveva perdere molto tempo per riparare agli errori di costruzione.

Dalla Casa del Popolo il Cam partiva per attività sul territorio: campeggi in Valcellina, in Canal del Ferro, in Austria. Partecipando anche a manifestazione come quella sul Po contro la centrale nucleare di Caorso. Nel 1980 il Cam si affiliò alla Federazione Italiana Canoa Kayak, per svolgere attività agonistica. Il nome divenne Gruppo Kayak Canoa Cordenons.

E’ stata poi aperta la sezione nuoto, ma la piscina più vicina era Fontanafredda. Nel 1982 è nata la Uisp Nuoto Cordenons, in quanto c’era stato il fatto nuovo dell’inaugurazione della piscina comunale. Uisp Nuoto che gestisce quella piscina ancora oggi: Mauro è stato presidente dell’associazione dal 1982 al 2005, quando ha iniziato a fare il Commissario Tecnico della nazionale di Canoa-Kayak. E’ stata anche costituita l’Arci provinciale, ma con scarso successo: Mauro, che per un periodo ne era stato il funzionario provinciale, solo più tardi si rese conto che le emozioni non erano le stesse che con l’attività sportiva, a causa delle continue mediazioni politiche cui era costretto.

Con l’attività sportiva si erano ritagliati degli spazi organizzati per dei ragazzi – nella fascia di età più difficile – che trovavano nell’attività canoistica delle regole più elastiche, ma chiare, frequentando uno spazio che superava i limiti di quanto erano abituati a fare a casa od a scuola. Con le trasferte nei week-end si allargava questo spazio di libertà. Avvicinandosi ai 18 anni, però, queste regole allargate diventavano sempre più strette, e questo imponeva a questi giovani la necessità di scegliere se rimanere nel gruppo oppure uscirne: le regole erano poche, ma su queste si era intransigenti.

Gran parte del gruppo iniziale usciva dalla Scuola Media di Torre, dove Mauro aveva fatto un anno di supplenza come insegnante di educazione fisica. In parte il gruppo era costituito da ragazzi difficili, con grossi problemi personali e familiari, legati a situazioni di disagio. Per qualche anno si è riusciti a fornire loro un’alternativa, e durante le attività non hanno mai consumato droghe, neanche leggere (perché non erano permesse). La Casa del Popolo era un riferimento per questi ragazzi, che passavano delle ore perché era un posto dove poter trovare compagnia, lavorare sulle canoe, suonare qualche strumento. Non era un posto dove venivi giudicato, dove i frequentanti non erano inquadrati in un qualche clichet: ognuno era accettato, previo rispetto di alcune semplici regole. I ragazzi venivano da una scuola dove venivano giudicati, e magari anche da famiglie dove vivevano nella tensione, ed in Casa del Popolo trovavano un luogo di tranquillità. Si organizzavano anche feste, talvolta aperte al pubblico. Ad esempio una volta si è fatta anche una grandissima grigliata di pesce, con una presenza numerosissima.

Più tardi alcuni dei ragazzi, purtroppo, sono morti: altri sono riusciti a costruirsi un’esistenza dignitosa; qualcuno è diventato operatore di comunità terapeutica. In Casa del Popolo Mauro ha anche conosciuto la moglie, portandola per la prima volta a vedere le canoe.

I primi mezzi erano avventurosi: un’Ami 8, poi un 238 Fiat. In Casa del Popolo l’attività è proseguita fino al momento del restauro, terminando circa un anno prima dell’inizio dei lavori. Le canoe, da quella volta, non sono più state messe in una sede: sono state depositate nelle case dei responsabili dell’associazione e dei familiari. Per un periodo si è continuato a costruire le canoe, presso un capannone di un costruttore in vetroresina, scambiandosi tecniche per la costruzione. Poi si è capito che tutte le ore passate a costruire le barche erano ore sottratte alla ricerca di altre risorse: la fuoriuscita dalla Casa del Popolo di Torre ha permesso di riflettere su questo aspetto e di cambiare strada. Si è iniziato a lavorare in piscina, a fare attività a rimborso, ed a mettere insieme le risorse per comprare le canoe (i canoisti non avevano mai i soldi per comprarle). A questo punto hanno iniziato ad arrivare i risultati, sono cominciate ad arrivare le canoe federali (in quegli anni c’erano più soldi, ed era più facile ottenere mezzi, se gli atleti entravano nelle squadre nazionali), e si è potenziata l’attività. In conclusione, si è deciso di far bene le cose che si sapevano fare, mentre – se si fosse rimasti in Casa del Popolo – probabilmente non ci si sarebbe sviluppati e si sarebbe solamente continuato a costruire barche.

Mentre i risultati venivano a livello nazionale ed internazionale, non c’è stato alcun riconoscimento locale – a Cordenons ed a Pordenone – per l’attività svolta, a parte quello ufficioso della Calcio Cordenonese, che permette tacitamente una doccia dopo gli allenamenti invernali. Ancor oggi le canoe sono parcheggiate nei loro rimorchi, di fronte alle case degli esponenti dell’associazione, come Mauro.

I principali risultati per cui è conosciuto il gruppo sono il campionato mondiale assoluto di Daniele Molmenti (da Torre) nel 2010. Molmenti è stato anche finalista alle olimpiadi di Pechino 2008, oltre ad essere il campione europeo in carica e da anni protagonista assoluto nel circuito di coppa del mondo. Prima di lui, negli anni ’90, la portabandiera era Barbara Nadalin, più volte sul podio nel circuito di coppa del mondo, protagonista alle olimpiadi di Atlanta nel 1996. Molti di questi ragazzi hanno trovato sblocco professionale, grazie alla canoa, nei gruppi sportivi della Marina Militare e del Centro Sportivo del Corpo Forestale dello Stato.

Questa storia – conclude Mauro – si può dire sia nata in Casa del Popolo, un luogo dove ognuno si sentiva molto libero, si poteva suonare e divertirsi, oltre a fare sport.

AA VV La storia le storie. Centenario della Casa del Popolo di Torre 1911-2011, Edizione 2011

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1 Comment

  1. michele ha detto:

    fortuna che si riesce a fare politica anche per celebrare un evento sportivo. Di classe questo articolo che praticamente non tocca la vittoria di Daniele.

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