La guerra in Libia è già cominciata. I media francesi parlano del coinvolgimento delle forze speciali francesi in Libia, le fonti militari libiche confermano la partecipazione dei francesi nelle operazioni congiunte, contro ISIS, a Bengasi con truppe del Generale Khalifa Belqasim Haftar, ex agente della CIA e comandante delle forze armate fedeli al governo riconosciuto a livello internazionale.
Secondo una fonte della sicurezza libica, le forze francesi sono attualmente stanziate da qualche parte all’interno della base aerea Benina ad est di Bengasi. Le autorità francesi non hanno confermato o negato queste informazioni.
Secondo il quotidiano Le Monde, lo Stato francese sta conducendo una guerra segreta in Libia. Si tratta di attacchi aerei mirati contro i vari leader occasionali di ISIS preceduti da operazioni di terra.
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2 Comments
I pacifisti mi ricordano un po’, direi abbastanza, quelli che si oppongono alle trasfusioni di sangue o alla vaccinazione. A parte questo, se nel marzo 2011 l’Italia fosse intervenuta in Libia a favore di Gheddafi, la rivolta tribale di Bengasi si sarebbe conclusa rapidamente, come sta avvenendo in Siria con l’intervento russo in Siria. Ma si sa che la politica neo-con (o zio-con)nel caso libico impersonata da Henri-Lévy, è sempre pronta a destabilizzare i regimi arabi di non provata fede occidentale, o sospetti di inimicizia nei confronti di Israele. Vedi l’appoggio alla rivolta contro Assad e al colpo di stato che ha abbattuto Morsi, amico di Hamas,per non dimenticare il tentativo non riuscito contro l’Iran e i precedenti. Il problema è che dopo Andreotti e Craxi l’Italia non ha più avuto l’ombra di una politica estera non si dice verso il Mediterraneo e il mondo arabo ma neanche verso la Libia, vicinissima per ragioni geografiche, storiche e economiche. Quando c’era in Libia un governo legittimo e amico abbiamo lasciato che Francia e Inghilterra lo distruggessero (anzi,abbiamo addirittura prestato le basi aeree!), con i risultati disastrosi che stiamo verificando da cinque anni. Adesso che un governo legittimo non c’è, a favore di chi dovremmo intervenire? Con quale obbiettivo? E perché ancora una volta concediamo l’uso delle nostre basi? In questi giorni la Pinotti è andata a Tel Aviv per discutere di armi da vendere e comperare, e lì ha detto che ‘noi e Israele siamo nella stessa barca’. Di questo dovremmo preoccuparci, di questa brodaglia immangiabile che i governi italiani continuano a servirci senza che si levi una protesta.
Il 12 marzo in tutta Italia si manifesterà contro la guerra e per l’uscita dalla NATO. L’opposizione all’invio di militari ed armi alla diga Mosul va inclusa nelle ragioni della mobilitazione.