In Siria i paesi occidentali e le petrolmonarchie arabe alimentano una guerra civile per imporre un nuovo stato fondamentalista islamico. Gli specialisti della Nato addestrano i loro “nemici” di Al Quaida.
In Ucraina si scatena una guerra civile: dopo il fallimento delle “rivoluzioni” “colorate”, oggi si passa direttamente alle bande fasciste armate. I fascisti ucraini non erano secondi a nessuno, ai tempi delle SS etniche. Chiedetelo ai pochi sopravvissuti ebrei.
In Venezuela stessa scena. Rivolte di piazza e tentativi golpisti. Se in Siria c’è certamente una dittatura (anche se laica: visti i tempi sarebbe il caso di accontentarsi, proprio noi che abbiamo a Roma la sede di una teocrazia assoluta) ed in Ucraina un presidente eletto, ma particolarmente inefficiente, in Venezuela da decenni ci sono presidenti e governi regolarmente e frequentemente eletti… solo che sono socialisti!
A reti unificate, la Raiset, con punte di diamante come RaiVaticanoNews24, ceduta tempo fa dal Pd all’Udc, ci racconta le sue favole reazionarie. Pensate: in Venezuela la metà ricca della popolazione scende in piazza, perché deprivata “demagogicamente” da un governo sostenuto, guarda caso, dalla metà povera della popolazione, finalmente risarcita.
E se qualcuno pensasse che tutto ciò non è una coincidenza?
Caino
1 Comment
Che ci vogliamo fare? Se un sistema non funziona, se ne inventa un altro. Consiglierei, per una maggiore comprensione degli accadimenti in atto, la lettura dell’articolo di Giulietto Chiesa sul Manifesto di oggi. Che ci sia una strategia chiara e mirata ad ottenere l’isolamento piu’ ampio possibile di alcuni Paesi considerati fastidiosi e’ ormai fuori dubbio. Cio’ che piu’ sconcerta, pero’, e’ l’inedia con cui l’Europa si associa a tali azioni. Discutere della qualita’ dei media italiani e’ davvero buttare il tempo nel cesso; la situazione e’ talmente tragica da risultare indefinibile. Giusto per rimanere nel nostro continente, senza citare il Venezuela la cui situazione dovrebbe ricordarci tempi andati quando in Chile venne proclamato lo sciopero dei camionisti, cio’ che accade in Ucraina dovrebbe davvero preoccuparci. Lasciamo stare anche la Siria, sarebbe troppo lunga e ci si perderebbe. E’ davvero mai possibile che non ci accorgiamo che quei fatti ci coinvolgono direttamente e che chi ne subira’ davvero le conseguenze non saranno certo coloro che spalleggiano i fascisti locali e la dissennata lotta per il potere (e non per la democrazia, sia chiaro), saremo noi europei. Possibile che non si riesca a capire che i confine dell’Europa che dobbiamo immaginare e realizzare non possono fermarsi in Ucraina ma arrivare fino a Vladivostok, al Pacifico? Certamente non con un tipaccio al comando come Putin, ma se davvero vogliamo parlare di democrazia, cerchiamo di capire a cosa si stiamo riferendo. E’ democratica l’Europa di oggi? Chi cazzo rappresenta se non i soliti (scusate il termine fin troppo abusato) poteri forti? Da chi e’ rappresentata e governata se non da personaggi che nessuno di noi ha mai eletto? Ha senso dipendere da una politica estera scritta e definita a Washington, dalla Nato e rappresentata da una che nemmeno sa di che sta parlando? E’ mai possibile che non si riesca a capire che questa Europa attuale non ha senso e produce piu’ danni che benefici, ma che abbiamo necessita’ assoluta di un’idea diversa di questo Continente e di realizzarla al piu’ presto? Qui c’e’ ancora qualcuno che sta discutendo se schierarsi con i socialisti europei di Schulz o con Tsipras. Detto che Schulz sarebbe anhe degna persona, non si puo’ dimenticare che sposerebbe una politica appena edulcorata rispetto a quella in atto e che di fatto non potrebbe provocare quell cambiamento prima di tutto ideologico che e’ dannatamente urgente. Qualche tempo fa, qui passa tutto troppo in fretta, c’era uno slogan che si potrebbe applicare alle prossime elezioni europee: se non ora, quando?