da Il Messaggero Veneto del 4 dic. 2011 Si dichiara il falso per nascondere l’inconfessabile. È quanto emerge dal “Libro Matricola” del carcere di Pordenone, 67 anni dopo le torture e l’assassinio del professor Terzo Drusin, medaglia d’oro al valor militare che, da insegnante di materie letterarie alla scuola media Monti, nella primavera del 1944, diventa il partigiano “Alberto”. Determinante per la nascita della Brigata partigiana unificata Ippolito Nievo di pianura, la sera del 2 dicembre 1944, Drusin cadde in mano ai fascisti. La sua tragedia è documentata dal “Libro Matricola”, dove lo registrano il 2 dicembre, quale “catturato nella frazione di Corva dal capitano Arturo Vettorini della guardia repubblicana”. I dati anagrafici di Drusin comprendono una nota che lo indica mutilato della gamba destra, con le mani prive dei due indici. Sul registro della prigione, scrive il comandante delle guardie carcerarie Eugenio Maggi: “Il giorno 13 dicembre del 1944, consegnato (Drusin) al tenente comandante la brigata nera (Leschiutta) il quale, in data 27, ha comunicato che il Drusin è stato tradotto a Treviso”. La data – 9 dicembre 1944 – della morte di Terzo Drusin “Alberto”, posta sulla tomba dei “Benemeriti della città” è sbagliata. I fascisti di Leschiutta […]