Viene da pensare a quel gran film di ormai un’ era fa di Jonathan Demme, un po’ perche’ la Siria da un po’ non appare piu’ tra i titoli dei giornaloni internazionali e la stessa situazione in questo posto potrebbe essere riferita in qualche modo al processo di trasformazione ben congegnato nel film. Forse tutto il casino di qualche mese fa quando il governo locale doveva espiare le colpe di un ipotetico attacco chimico portato nella zona di Ghouta che aveva fatto inorridire il mondo intero, e che si e’ rivelato un coup du theatre, fa si’ che ora sia meglio dimenticare la sceneggiata che ha portato ai bombardamenti dei giusti (per natura, ovvio) della coalizione. O forse perche’ in realta’ se la gente crepa sotto le bombe da queste parti non gliene frega ‘na minchia a nessuno; probabile che ora la Siria molesti le menti di noi cittadini occidentali ormai proiettate verso le meritate ferie. Qui pero’ la guerra continua e lo fa in tutte le sue perverse forme. Partiamo dal sud, zona di Daraa, dove una delle ultime sacche di cosidetti ribelli (una mescolanza di farabutti legati sia ad Al Qaeda che all’Isis) e’ sotto attacco da parte […]