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“Yes, we can”: il paradigma del genio (Obama, Veltroni, Renzi ed altri flop)

Qualcuno se lo ricorda ancora, Vend…ltroni (chissà perché mi viene sempre quel lapsus freudiano?) con il suo refrain americanizzante, all’obamiana via? E’ bastato che l’immaginario hollywoodiano raccattasse da qualche parte un “negro da cortile” (1), per rinnovellare la storia dell’America patria della libertà, del progresso e di ogni orizzonte sconfinato.

Dove siamo finiti, lo dimostrano ampiamente le tragedie del mondo arabo. Dopo aver annichilito una serie di dittatori laici, si è data la stura ad ogni abominio fondamentalista, riportando pezzi interi di umanità al Medioevo (quello europeo, perché – al tempo – il mondo islamico era un faro di civiltà planetaria).

Fatto a pezzi Gheddafi, che era un riformatore islamico modernista, si è fatta a pezzi pure la Libia. Dilaniata la Siria, si sono armati i miliziani di Al Quaida, foraggiandoli come “difensori dell’Occidente”, modello perseguito un tempo in Afganistan, quando la civiltà dei Ripa di Meana si difendeva ammazzando i maestri alfabetizzatori comunisti… con gli effetti che si vedono ora. Salvo poi accorgersi che, come altrove, i miliziani fondamentalisti agiscono in proprio. Ma forse il favore della destra yankee per quella gentaglia va ritrovato andando indietro nel tempo, ai roghi ed alla caccia alle streghe di cristiana memoria… gli estremi si toccano, come si diceva.

In sostanza, combattuto Osama in Afganistan, lo si è globalizzato. Cosa poi c’entrassero con i fondamentalisti Saddam Hussein e gli altri dittatori occidentalizzanti, chissà. In realtà, questi personaggi avevano qualcosa più in comune con le burocrazie sovietiche, passate da una aurora rivoluzionaria al corrotto regime autoritario delle nuove borghesie nazionali, fino alla collaborazione con il capitale globale, alla cinese via. La democrazia senza il socialismo non è vera democrazia, come il socialismo senza la democrazia è una caserma… Vedi infine il sanguinoso guazzabuglio egiziano (il paese principale dell’area, anche se la tv continua a propinarci la panzana del colonialismo israeliano come “unica democrazia in Medio Oriente”), dove ad un regime islamico eletto a furor di minoranza elettorale si è sostituita una ripristinata dittatura militare “laica”.

Il massimo lo si è raggiunto tra Iraq ed Iran. L’Iraq, dove si sono scaricate le milizie quaidiste di mezzo mondo (a proposito, perché la nostra informazione non parla un po’ delle pratiche sadomaso – di cui sono vittime migliaia di donne – dei “matrimoni a tempo” dei miliziani quaidisti, vero e proprio fantastico post-pre-moderno del patriarcato pulp più sfrenato? forse perché queste sono le “truppe di terra” occidentali, quelle che fanno il lavoro sporco al di sotto del tiro dei droni del “mondo sviluppato”? o forse perché poi bisognerebbe parlare degli stupri organizzati degli occidentali, alpini e parà italici compresi?). E l’Iran, “regno del male”, sede di ogni turpitudine, che oggi appare come uno scoglio di salvezza e moderazione contro il quaidismo?

Certo, al presidente Usa Barak Obama, più che un Nobel per la pace (ma perché non accusare come criminali di guerra i componenti della giuria del premio?), bisognerebbe concedere un premio come il più gran testa di cavolo strategico del XXI secolo. Nel frattempo, fidiamo sul lavoro sul campo dei peshmerga curdi e delle milizie sciite dei sobborghi di Baghdad: così come quella che fu la culla del socialismo arabo d’antan – la Siria pre famiglia Assad – è stata salvata dagli Hezbollah libanesi.

E se li rimandassimo tutti a scuola, questi politici di cartapesta? Certo, sarebbe un’iniziativa salvifica per le ministre italiane degli Esteri e della Guerra (come si chiamano? boh…). Comunque, le loro dichiarazioni potranno passare alla storia, in qualche futura lezione di storia della politica e della comunicazione, come livelli infimi inarrivabili.

Nutro per altro poche speranze, come riguardo l’altro uomo di paglia del sistema, il papa argentino, quello che a casa sua capeggiava la destra anti-kirchnerista. Buono per far dimenticare che quel continente, devastato dal Plan Condor nordamericano, oggi è un laboratorio per la sinistra mondiale. Che effetto potrebbe fare (se diventasse argomento di notizia per la tv unificata del Grande Fratello nostrano, quella che ormai ripete fino alla nausea le stesse tre notizie, come i monitors delle stazioni dei treni) se diventasse di dominio pubblico che quando Cristina Fernandez de Kirchner scrive all’omologa brasiliana partendo dall’incipit “cara compagna”? Ah già, ma da noi di quella parte del mondo si parla solo per il pallone, oppure per avvertire che ci sono manifestazioni (omettendo che non sono certo dei poveri, che ora mangiano) contro il governo bolivariano del Venezuela.

Eppure, c’è chi ci spera ancora. Vedi Gennarino Migliore, in cerca di migliore occupazione, folgorato pure lui sulla via di Damasco: quella renziana del 40 e rotti per cento. 40 % su metà dell’elettorato sopravvissuto. A proposito del Migliore (quello vero, morto prematuramente nel lontano 1964), cosa aveva scritto – ovviamente esagerando, quella volta – di Vittorini? … “Gennaro se n’è gghiuto, e soli c’ha lasciato”……

Caino

 

(1) Onde evitare che qualche zotico rozzo ed incolto possa pensare che sia un’espressione razzista, lo rendo edotto che è un preciso giudizio politico. Riprendeva – nello slang del “black power” – il termine che ai tempi della schiavitù moderna in America designava la parte dei neri che venivano occupati come domestici, per designare i “servi sciocchi” del potere, quelli che trovano sempre un aspetto positivo e “riformistico” nello schiavista di riferimento. Equivalente all’altra locuzione “zio Tom”.

1 Comment

  1. Sebastiano Comis ha detto:

    Pochi giorni fa nel suo sito Gilad Atzmon ricordava che è del 1982 il ‘piano’ di Oded Yillon, già attaché del ministero degli esteri israeliano, secondoi il quale era nell’interesse della sicurezza di Israele (cioè della sua impunità) far sparire gli stati islamici costituiti sul modello occidentale, per farli tornare alla condizione di tribù disperse e inoffensive. Piano che la lobby neocon, in gran parte ebraica, ha portato avanti indefessamente, spingendo l’America alla seconda guerra del golfo, a sostenere l’abbattimento di Gheddafi (del quale B.Henri-Lévy si è ascritto il merito), a spingere per una guerra preventiva contro l’Iran e l’intervento in Siria (e magari in Ucraina). Per fortuna la Russia è ancora lì..Del resto il primo portavoce di Obama, Rahm Emmanuel, ora sindaco di Chicago, aveva fatto il servizio militare nell’IDF, la Nuland (fuck the E.U.) è ebrea.. Questa è la risposta di Gilad Atzmon – ebreo pentito e spledido jazzista… (NB: dei milioni di profughi siriani, non 1 è entrato in Israele).

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