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Tra Parigi e Clauzetto: superstizione (… ismo) può far rima con turismo? Il “Perdono di Clauzetto” visto dai socialisti dei primi del ‘900 (e dagli psichiatri positivisti).

Mentre il mondo assiste alla deriva fondamentalista – non solo islamica: di tagliagole ce n’è di ogni religione, ed Al Quaida è stata nello specifico una creatura degli “apprendisti stregoni” occidentali – qui da noi c’è qualcuno che si azzarda a riscoprire antiche superstizioni. Per attirare i turisti, oltre ai fanatici ed ai poveri illusi.

Non c’è limite all’ignoranza, oltre che al cattivo gusto. E così i mass-media locali ci fanno sapere che verrà rispolverata la tradizione del “Perdono di Clauzetto”, con tanto di sacre reliquie e di miracolati.  Come se fosse una cosa “neutrale”, più o meno come favorire la nidificazione di cicogne e grifoni o lo sviluppare agriturismi ed alberghi diffusi.

Beh, sarà il caso di fare un po’ di storia di questo capitolo non glorioso di “storia patria”, che ci ricorda i tempi bui dell’oscurantismo clericale succeduto alla repressione feroce dei fermenti evangelici e protestanti (che in Friuli ebbero un loro punto di forza, prima di essere estinti dai roghi e dagli annegamenti inquisitorii). E la cui repressione fu un capitolo della storia della costruzione dell’Italia moderna, passata anche attraverso la messa in crisi di episodi di sfruttamento clericale della credulità e del malessere popolare, come avveniva a Verzegnis ed a Clauzetto.

Riproduco di seguito quanto mi è capitato di scrivere in qualche paragrafo della mia tesi, poi edita come “Una terra amara” (Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 2003: il testo intero, per chi non volesse fare la fatica di andarselo a leggere in biblioteca oppure acquistarlo, è scaricabile all’indirizzo:  http://www.storiastoriepn.it/la-costruzione-del-partito-socialista-nel-friuli-occidentale-dalla-fine-del-diciannovesimo-secolo-alla-dittatura-fascista-la-pianura-la-pedemontana-fra-livenza-e-cellina/).

Eccola qui, una sintetica “Storia del Perdono di Clauzetto e dei suoi critici“. Buona lettura!

 

Un esempio particolarmente interessante dell’atteggiamento positivistico rispetto agli aspetti più clamorosi di superstizione interni al fenomeno religioso è il reportage sugli “spiritati di Clauzetto”, episodio di isteria religiosa di massa di cui si è attualmente persa la memoria, e che viene introdotto da una lunga intervista con il prof. Giuseppe Antonini, primario psichiatra del manicomio di Udine, le cui opinioni sono considerate con attenzione dagli ambienti socialisti.

Il prof. Antonini è il tecnico che in quegli anni ispira la costruzione, da parte dell’Amministrazione Provinciale, del manicomio di Udine, inaugurato nel 1904. Le amministrazioni provinciali avevano acquisito con legge del 1874 la competenza relativa ai “mentecatti” ed “alienati mentali”. La nuova istituzione andava a sostituire l’ospedale civile, ove erano ricoverati in parte i pazienti psichiatrici (in gran parte affetti da patologie correlate alla pellagra ed all’alcool) al centro di un sistema manicomiale che aveva prodotto nel territorio friulano varie succursali già attivate nei decenni precedenti. Tuttavia, a dispetto dell’impostazione chiaramente restrittiva della legge psichiatrica del 1904 (quella che sarebbe rimasta in vigore fino alla riforma del 1978) il nuovo manicomio sorge – per merito di Antonini e del progettista, l’ingegnere provinciale G.B. Cantarutti – come una struttura avanzata a livello europeo, ispirata al principio delle “porte aperte” e della “non coercizione”, con una dotazione di personale più ampia di quella tradizionale e senza cinte murarie. (…)

Durante la sagra del “Perdono” turbe di poveri contadini isterici, nevrastenici pellagrosi e dementi, provenienti dalla Carniola, da Lubiana e da diversi paesi del Friuli, dopo essersi soffermati ovunque c’è un tempio per pregare e fare strane penitenze, arrivano a Clauzetto dove si conserva, secondo l’impostura clericale, una reliquia col sangue di Gesù Cristo, che ha la virtù di cacciare lo ”spirit abolic” che possiede quei poveri corpi. I convenuti a Clauzetto partecipano ad una serie di riti di esorcismo, ed una folla di venditori e ciarlatani si approfitta di loro. Le offerte alla chiesa si sprecano, ed i socialisti richiedono di vietare tale manifestazione e di affidare i pazienti agli psichiatri. (Il Lavoratore Friulano, n. 80 del 2.6.1906, pagg. 1 e 2, LE IMPRESSIONI del nostro inviato speciale. Corrispondenza firmata Ario. Cfr. il testo in appendice).

Per il settimanale socialista l’occasione fornita dal confronto con il prof. Antonini è ghiotta: essa permette di sommare al positivismo anticlericale le informazioni tratte da una nuova scienza, quella psichiatrica, che è in via di rafforzamento e che ottiene proprio in questi anni una legittimazione del proprio status accademico attraverso la nuova legge psichiatrica. Si tratta, più che del confronto fra due paradigmi scientifici, del tentativo ingenuo di rafforzare reciprocamente due deboli scientismi, attraverso la loro speculare giustapposizione. Ma il portavoce della psichiatria, scienza medica sui generis, più funzionale a garantire l’ordine pubblico e l’esclusione sociale dei marginali e degli inutili al processo produttivo moderno, si presenta su un piano di alto livello, che spiazza l’ingenua speranza dell’intervistatore. E’ semmai quest’ultimo a dover cercare di arrampicarsi sugli specchi, in cerca di un facile consenso alle sue domande a tesi, che tarda a giungere. In realtà l’analisi di Antonini non può essere facilmente incasellata nei due periodi del cappello introduttivo. Dopo essersi tenuto sulle generali, l’intervistatore cerca di portare il discorso sul piano della propaganda anticlericale. Ma lo psichiatra non accetta di farsi strumentalizzare ed intreccia la psicologia sociale con quella che oggi definiremmo antropologia culturale comparata.

Il discorso si è rovesciato: lo psichiatra trascina il socialismo fra le esperienze irrazionali, omologandolo proprio con quei fenomeni a carattere mitico e religioso contro i quali era stato invitato a testimoniare. Ovvia la presa di distanza, quasi con orrore, del redattore de Il Lavoratore Friulano. La via d’uscita non è più sul terreno del socialismo scientifico, ma su quello della psichiatria, la psichiatria scienza del contenimento. Il redattore conclude provocando Antonini a dichiarare la necessità di forme di contenimento di queste manifestazioni, per il pericolo di suggestioni epidemiche. Quello che era iniziato come un percorso di liberazione dell’umanità dalle catene della superstizione si trasforma nell’ipotesi di provvedimenti contro la libertà di manifestazione del culto delle plebi cattoliche. (Il Lavoratore Friulano, n. 80 del 2.6.1906, pag. 1, GLI SPIRITATI DI CLAUZETTO, INTERVISTA COL PROF. ANTONINI. Cfr. il testo in appendice).

(…) vige ancora lo spirito di quei medici, come Fernando Franzolini, che hanno gestito decenni prima la vicenda delle “indemoniate di Verzegnis”. Una vicenda non a caso collegata nella sua origine al Perdono di Clauzetto, e risolta con un’impostazione tipica della medicina positivistica. Il dottor Franzolini, primario dell’ospedale civile di Udine, non è un propagandista socialista, ma semplicemente uno scienziato che deve gestire un’emergenza sociale che è diventata un pericolo per l’ordine pubblico: ed egli punta il suo indice, oltre che sulla suggestione nata negli esorcismi clauzettani, sulla scelta austriaca, nell’epoca di reazione politica immediatamente precedente al 1866, di restituire ai preti la possibilità di esorcizzare nelle chiese gli ossessi: ora anche di cotali infermità non verrà segnato il termine finché durerà l’ignoranza nel popolo e finché tornerà conto ai preti di mantenere la stolta fede nella efficacia degli esorcismi, di cui si sottolinea l’effetto nefasto di consolidamento delle psicosi.

La risposta del sanitario è pesante sul piano repressivo, individuando nelle istituzioni religiose il nemico da battere: dopo aver raccomandato di vigilare perché i locali sacerdoti non trascendano, nel catechizzare, dalla religione al fanatismo, dalle pie pratiche alle demenze ascetiche, egli dà le seguenti indicazioni di lavoro: I mezzi di prima necessità e d’urgenza da porre in pratica consistono nel vietare assolutamente le esorcizzazioni di ogni foggia e grado, l’intervento del sacerdote essendo da tutti gli alienisti ritenuto dannoso, siccome quello che crede egli stesso alla ossessione ed ai castighi dell’infermo e suole per consuetudine più facilmente spaventare le timide fantasie che tranquillarle, mantenendo inoltre vive nelle pazienti quelle idee che sono appunto ciò che di più patologico esiste in esse. Necessita vietare efficacemente i pellegrinaggi a Clauzetto, in quel vergognoso avanzo di medio-evo, vitupero dell’odierna civiltà dell’Italia e del Friuli nostro, sentina di fanatiche brutture, martello e mercato della più ignominiosa e della più miserevole ignoranza. La conclusione è praticamente la militarizzazione del paese, la riduzione delle pratiche cultuali, l’intervento coatto di ricovero delle ammalate, misure che lo stesso sanitario ritiene che forse rasenteranno l’eccezionalità e sforzeranno i giusti limiti delle nostre libere istituzioni. (FRANZOLINI, Fernando, L’epidemia di istero-demonopatie in Verzegnis, Reggio nell’Emilia, Tipografia Calderini, 1879).

Queste pratiche, che comprensibilmente vedono una resistenza passiva da parte della popolazione e degli stessi amministratori locali, prevedono una repressione ed una militarizzazione del territorio, un intervento di tipo giacobino dell’autorità politica che vede solidali nella teoria e nella pratica i sanitari ed i governanti della nuova Italia liberale con le forze dell’opposizione di sinistra, che invece sul piano politico si contrappongono alla violazione delle libertà (politiche e sociali) con ben altro vigore. Ed è proprio con la repressione che l’autorità pone fine al Perdono di Clauzetto: L’indecente gazzarra dell’anno scorso e che fu ampliamente descritta dai giornali udinesi, ieri fortunatamente non s’è ripetuta. (…) La sagra di ieri fu molto animata: è la gran fiera ove accorrono in massa le popolazioni dei paesi vicini; Vito d’Asio, Anduins, Forgaria, Castel Nuovo, Travesio ecc., ma specialmente è il santuario ove accorrono i popoli della Schiavonia, dell’Istria e dell’Illirico per scioglier voti o per farsi esorcizzare se malati. Anche quest’anno si vedevano adagiati al nord della chiesa poveri malati in uno stato che destava pietà; la tisi, l’epilessia e la tubercolosi avevan fatto strage su quei miseri corpi i quali si credevano invasi dallo spirito maligno.

Ma quest’anno incombe sulle attività di esorcismo la vigilanza del commissario straordinario nel comune dott. Petracco, del brigadiere e dei carabinieri e delle guardie forestali, che arrestano un esorcizzatore di Nimis, facendo così fuggire tutti gli altri maghi e fattucchiere; in seguito alla vigilanza dell’autorità, non riuscirono a far bere ai pazienti nemmeno la tradizionale e abbondante acqua santa. Le disposizioni prese dalle autorità riuscirono di pieno gradimento agli abitanti di Clauzetto i quali ieri deploravano quelle barbarie declinandone le responsabilità e vergognandosi che al loro paese si facciano simile sozzure. E se invece di protestare, prendessero un… bastone e con metodi persuasivi, chi sa se gioverebbe per persuadere quegli spiritati a non tornare più!! (Il Paese , n. 115 di mercoledì 15 maggio 1907, pag. 1, Clauzetto. Maghi e fattucchiere sgominati).

 

APPENDICI:

 

Gli spiritati di Clauzetto.

 

1. Intervista col prof. Antonini.

 

Le credenze religiose allevano e mantengono nel fondo rozzo e primitivo dell’anima delle folle incoscienti, grossolane superstizioni che si alimentano di ciurmerie delittuose e di stregonerie che sembrano il ricordo ormai spento di altri tempi.

Le feste del cosidetto Perdono di Clauzetto ce ne pongono annualmente sotto gli occhi un esempio raccapricciante. Su questo un nostro compagno ottenne dal prof. Giuseppe Antonini, l’illustre psichiatra che dirige il nostro manicomio provinciale, questa notevole intervista, la quale dimostra come alla nostra propaganda decisamente anticlericale oltre che la conquista ogni giorno crescente di coscienze venga anche il conforto ed il plauso della parola della scienza.

 

– Cosa ne pensa lei illustre professore, di quei fanatici che si recano a Clauzetto, per scongiurare gli spiriti maligni?

– Quello che io ne penso ad un dipresso, perché, come ho già detto in un articolo su altro giornale, non ho studiato da vicino il fenomeno, potrebbe essere riassunto in questo: I pellegrini di Clauzetto sono i rappresentanti, insieme alle migliaia e migliaia di altri che accorrono ai Santuari di tutto il mondo cattolico e non cattolico, della credenza nel miracolo; credenza che non è speciale ed esclusiva alle religioni, ma fenomeno psicologico umano, universale.

Naturalmente lassù vi accorrono le persone semplici, ignoranti, che vi sono chiamate dalla tradizione e che hanno la convinzione essere i mali che soffrono causati da uno spirito maligno. E’ una spiegazione antropomorfica, mitologica quasi della patologia, così come i romani ed i greci avevano ideato tante divinità quanti erano i fenomeni naturali che li colpivano. La possessione diabolica si ebbe anche nella antichità; ai santuari di Esculapio traevano i malati in processioni sacre e sarà successo pressapoco quello che succede a Clauzetto.

Ancor oggi nel Lussemburgo ad Echtenach in onore di S. Vitti (donde il ballo di S. Vito) dal Belgio dall’Olanda dalla Germania e dalla Francia diecine di migliaia di persone convengono per una processione danzante che si trasforma in esaltazioni mistiche, in parossismi convulsivi, in impulsioni automatiche, in mezzo al frastuono assordante delle musiche e costituisce l’avanzo moderno delle grandi epidemie di ossessioni e di demonopatie del medioevo. E questo del resto non erano che trasformazioni dei riti ellenici dionisiaci, e dei romani saliarici.

– Mi direbbe a qual categoria di ammalati appartengono?

– In grande maggioranza credo, per quello che ho potuto constatare de visu in altri santuari, si tratti di isteriche, di epilettici, di neurastenici, di idioti, di alienati. Possono però anche essere rappresentate le malattie mediche o chirurgiche comuni, ma queste non sono suscettibili di aver giovamenti dalle pratiche d’esorcismo. Le quali sono in sostanza una applicazione per quanto inconsapevole della suggestione.

– Le pare che il fenomeno sia locale?

– Tutt’altro, è un fatto universale; non solo per l’Italia, ma tutti i paesi del mondo hanno santuari dove accorrono i malati per trovare la guarigione. La fede nel miracolo appartiene a tutti i popoli, vecchi e nuovi, civili e non civili.

Si cambia l’oggetto in cui si ha fede ma il fenomeno psicologico rimane immutato. La famigerata sonnambula Anna D’Amico e la sette religiose terapeutiche degli Stati Uniti come la Christian Scientists fondata da Mrs. Baker Eddj, che ha un tempio magnifico in Boston non sono una equivalenza del fenomeno medievale dell’esorcismo?

– Crede lei che questo fenomeno sia da attribuirsi esclusivamente alla superstizione religiosa, scientemente coltivata dai preti?

– Non lo credo, questi fatti avvengono sotto l’egida della chiesa cattolica come presso la tomba di un santone dell’Islam, come nelle pagode di Visnù, come nei santuari di Iside.

La Chiesa scese in campo contro lo spirito del male esorcizzandolo, ma la credenza in esso esisteva come retaggio delle più antiche tradizioni. Creda pure che pei fenomeni psicologici i secoli sono minuti. L’uomo contemporaneo nelle sue passioni nelle sue lotte, nelle forze intime che lo fanno agire non è molto mutato dal periodo biblico od omerico.

– Queste peregrinazioni che si succedono annualmente da secoli, debbono essere state in origine imposte dai preti che ne accompagnavano il corteo; saprebbe ora dirmi lei perché i preti adesso lasciano che la commedia continui non capeggiando più i fedeli, ma pur attirandoseli al santuario di Clauzetto?

– Naturalmente la conoscenza delle cause delle malattie che si diffonde oggigiorno per mezzo della istruzione e della stampa, della coltura fa diminuire il numero di coloro che credono nell’azione dell’esorcismo, e si crede piuttosto ai rimedi di quarta pagina, ed alle promesse dei ciarlatani, e lo spettacolo che diventa urtante pel pubblico, che capisce che si tratta di malati e non di indemoniati, consiglia un maggior ritegno.

– Crede lei che vi sia una ragione di opportunità oppure un ordine superiore, quando i preti bandiscono dal tempio i fanatici, nel mentre non respingono l’obolo?

– Veramente io non ho avuto occasione di farmi un’opinione in proposito. Le dirò che io sono davvero un apolitico e non ho seguito affatto l’evoluzione del vaticanesimo e della organizzazione ecclesiastica.

– Quelle fattucchiere che tengono bordone ai preti negli esorcismi col far tranguiare l’acqua santa e col percuotere con sonori pugni la schiena del fanatico sono delle ammalate o delle colpevoli?

– A me pare che le fattucchiere si debbono considerare già esse stesse come espressione di morbosità. Potevano essere normali nel medio evo, ora sono una eterocromia, debbono avere qualche cosa del paranoicale. Non per l’essenza del fatto, ma per le modalità con cui le manifestano. L’equivalente moderno è il medium spiritico. Come lo spiritismo è l’equivalenza del misticismo.

Fra i pellegrini di Clauzetto e gli spiritisti della Società di studi psichici – da non confondersi collo studio della psicologia e della psichiatria – vi è molta analogia, in quanto entrambe le categorie credono nel soprannaturale. Del resto anche loro socialisti non sono forse sorretti da una fede in qualche cosa, che non entra nel dominio dell’esperienza e della dimostrazione scientifica?

– Oh no, professore, il socialismo ha per base la scienza economica! è di già superato il periodo delle utopie!

– Sì, forse è vero, in ogni modo è qualcosa che porta ad un miglioramento dell’umana famiglia, ma che è indefinibile, che lascia la speranza nell’avvenire.

– C’è nessun mezzo legale per opporsi o paralizzare quest’ultima vergognosa e dolorosa propaggine della superstizione?

– E’ indubitabile che questi spettacoli pubblici di malati che si agitano, che gridano, che soffrono riescono pericolosi. Il compianto Franzolini, che lasciò una classica descrizione studiata coscienziosamente della epidemia di istero-demonopatia in Verzegnis, fece risalire quella manifestazione precisamente ad una giovane che era stata condotta al Perdono di Clauzetto.

Come l’autorità ha fatto cessare gli spettacoli del Donato e del Pikmann, che provocavano, ed io ne ho esaminati in quel tempo parecchi, delle falangi di isterici, così si potrà per ragioni di ordine sanitario impedire la pubblicità dello spettacolo di Clauzetto.

Già in altri Santuari si sono raccolti i malati in speciali infermerie e obbligati a sottoporsi a visite di medici. Si potrebbe e si dovrebbe fare a Clauzetto altrettanto.

Questi supposti indemoniati, se colà giunti venissero tolti dai parenti e portati in locali appartati, come ho visto fare a Caravaggio, le scene di convulsione e di attacchi isterici non potrebbero più avere la portata del contagio, e alle infelici creature sarebbero leniti tanti patimenti, e ne verrebbe esclusa del tutto l’azione malefica delle fattucchiere.

E a poco a poco il fenomeno cesserebbe, senza violenze, verso alcuno ed è un bene secondo me, perché una brusca e improvvisa proibizione potrebbe determinare anzi un allargarsi del fenomeno per reazione e contrasto. Non le pare? No? Eppure Lei è un rivoluzionario! Certo che quei soggetti si rivolgerebbero poi altrove, forse agli stessi manicomi, il che dopo tutto, se non per le finanze provinciali, sarebbe tanto di guadagnato per la civiltà.

Ma vi saranno sempre i ribelli gli anarchici, che non vogliono né possono fare come i più, e si rivolgeranno sempre alle pratiche antiche. In psicologia il mondo cammina molto adagio ancora.

– Si, certamente ha ragione nei riguardi di alcuni ribelli, ma per gli anarchici non mi pare, a meno che Ella non dia a questa parola un significato psichiatrico.

Dopo di che ringraziai sentitamente il chiarissimo Professore a nome del Lavoratore e mi congedai.

 

2. Le impressioni del nostro inviato speciale.

 

Spettacolo strano, commovente, ripugnante.

Strano per la sua originalità che non ha esempi, commovente non tanto per le gesta dei poveri disgraziati, quanto per l’ignoranza e superstizione cui essi sono dominati, ripugnante perché l’autorità permette, con grave offesa alla civiltà, questo stato di cose, e per l’indecente speculazione clericale che si compie su quelli infelici.

Chi si fosse recato, come domenica a Clauzetto sarebbe rimasto, più che meravigliato, nauseato: ciò che in quel ridente paesello di montagna, dove la popolazione, abbastanza progredita, è cortese e gentile, avviene in questo giorno, che ricorre la tradizionale sagra cosidetta del “Perdono” costituisce un delitto di lesa umanità.

Fino dal giorno prima turbe di poveri contadini isterici, nevrastenici pellagrosi e dementi, provenienti dalla Carniola, da Lubiana e da diversi paesi del Friuli, dopo essersi soffermati ovunque c’è un tempio per pregare e fare strane penitenze, arrivano a Clauzetto dove si conserva, secondo l’impostura clericale, una reliquia col sangue di Gesù Cristo, che ha la virtù di cacciare lo “spirit abolic” che possiede quei poveri corpi.

Alla festa spirituale concorrono in numeri venditori di corone, amuleti, crocefissi, immagini sacre, acqua benedetta; molti stroleghi predicono il futuro ai poveri gonzi intascando numerose palanche.

Sin dalle prime ore mattutine sul piazzale della chiesa si radunano gli spiritati in gran parte di sesso femminile; giovani e vecchi ed anche bambini qua e là, nei pressi della chiesa, formano gruppi di persone, in mezzo alle quali accovacciato sta il povero demente che geme, si contorce, piange ed urla.

I famigliari ed i conoscenti lo sorreggono e barbottano preghiere, intanto vecchie megere slave o friulane, compiono a quegli infelici le operazioni esorcizzanti, che fruttano a loro dei buoni incassi, e le torture ai poveri spiritati: sono cose da far pietà!

Con gran enfasi interrogano lo spirito o gli spiriti, che si trovano nel povero corpo, invocando “per il preziosissimo sangue del nostro signore”, per la santa immagine di quella chiesa ecc. ecc. sorte lo “spirit abolic” e fanno nel contempo , bere allo spiritato dell’acqua succida, tolta inchiesa, dalle pile dell’acqua santa dove centinaia e centinaia di mani sporche attinsero, oppure dell’acqua presa alla fontana, ma… benedetta, un momento prima, in chiesa. Ai disgraziati fanno baciare ancora dei crocefissi, si copre loro il petto con moccoli, reliquie, santi e corone, si fa molti segni della croce e si prega; si getta loro dell’acqua sporca o pulita, sul capo e li si fa mangiare del pane santo e bere del vino benedetto, stimolanti il vomito, così gli spiriti maligni lasciano il misero corpo.

E questo operazioni durano delle buone mezz’ore ed i poveri spiritati, con il viso sparuto, gli occhi fuori dell’orbita, le guance rigate dal pianto, che urlano e si dimenano in preda a convulsioni sotto i cocenti raggi del sole, soffocati dalla gente che gli attorniano, mettono un senso di pietà infinita.

Trovammo una ragazza ventenne certa Maria Ianese di Fiume di Pordenone la quale si dice perseguitata da ben quattr’anni dagli spiriti e per i quali furono vani i tanti voti fatti e tutte le cure mediche; guarì però improvvisamente solo perché un collega le disse che lui l’avrebbe guarita.

Due bambine: una, certa Marianna Molaro d’anni 7 di Buia e l’altra Angelina Innocenti di Maria, illegittima, d’anni 4 di S. Piero al Natisone, furono da una esorcizzante torturate finché vomitarono.

Certa Maria Cozzi, ventenne di Castel Nuovo, fu assalita dagli spiriti in chiesa, durante la messa. Venne condotta fuori e la infelice si dimenava in modo che non bastavano sei donne ed un uomo a tenerla. Ridotta all’impotenza, la poveretta fu sottoposta alla tortura dell’acqua e del vino… benedetto e fu tenuta con la testa in giù per parecchio tempo perché vomitasse. Immaginarsi il suo stato! I suoi carnefici non la lasciavano in pace.

Una fanciulla certa Maria Bulian d’anni 15 di Vito d’Asio, ammalata come disse il medico, “de mal de nervi” tutta tremante venne accompagnata a Clauzetto dalla madre ben sicura… che la figlia ha gli spiriti.

Un bambino (si noti bene) di 15 mesi, bianco e rosso come una rosa vispo ed irrequieto, perché non sta mai fermo, i famigliari sono convinti che sia spiritato.

                E così due ragazzi di nove anni di Forgaria; certa Angelina Corbau di S. Leonardo di Campagna, un possidente di Cranimburg certo Giovanni Toller, un’altra donna certa Domenica Gerometta d’anni 47 di Vito d’Asio, una slava di Lubiana, ed altri, ed altri ancora si trovavano domenica a Clauzetto sottoposti alle torture dei parenti e delle megere perché hanno uno, due, tre, quattro, sei e anche nove spiriti in corpo.

Durante queste scene, tutti, specialmente le donne spettatrici, si tappano la bocca col fazzoletto con crocifissi con mocoli di cera benedetta ed altro, affinché gli spiriti che escono da un corpo, non entrino nel loro.

In questa occasione poi la chiesa di Clauzetto si trasforma veramente in bottega. A sinistra della porta centrale si trovava un banco al quale stava sempre un prete, che dalle prime ore del mattino fino a mezzo giorno, non fece altro che intascare i quattrini che quei poveri gonzi gli portavano per far dire delle messe, incassando molte centinaia di lire.

Su quel banco poi quella povera gente portava vino, pane, candele, crocefissi, fiori, santi, reliquie, ecc. ecc. ed il prete cingendosi una stola, con quattro parole latine ed un segno della croce, benediceva tutto.

Durante le messe e la processione venivano raccolte numerose offerte.

Queste dolorose manifestazioni indussero altre volte autorevoli persone a far rapporto al nostro Prefetto, invocando i provvedimenti necessari affinché queste infamie abbiano termine, ma il fu Prefetto della nostra Provincia, alleato ai preti, primi responsabili, fece sempre le orecchie da mercante.

Ora poi è giunto il momento di gridare: basta!

All’autorità incombe il dovere di proibire queste cose e di affidare alle cure di qualche alienista quei poveri disgraziati.

Gian Luigi Bettoli

 

 

4 Comments

  1. Francesco Cecchini ha detto:

    Festa del perdono? Nei confronti dei crimini del nazifascismo o ai genocidi, tra i quali di oltre un milione di comunisti, del Plan Condor, dei desaparecidos in Cile, Argentina, Uruguay, Brasile, bisogna non dimenticare ne’ perdonare.

  2. Mi piacerebbe avere maggiori informazioni su Clauzetto. Non so che radici abbia la festa di Verzegnis. Ma l’accenno, nelle vesti delle ragazze, alla verginità, dovrebbe porre qualche problema. Un tempo, infatti, come imparai a Mostar durante la visita ad una famosa casa – museo turca, i colori degli abiti, gli stessi, il modo di portare il cappello, ecc. avevano significati precisi per la comunità. E la stessa cosa viene ribadita nel museo etnografico di Split, che invito a visitare. Io credo che una cosa sia l’analisi antropologica di un fenomeno popolare, altra l’analisi dell’influenza che certe feste religiose possono avere ed aver avuto sulla popolazione, anche come forme di condizionamento del pensiero.

  3. Gigi Bettoli ha detto:

    Già. Ma la moderna vicenda clauzettana, e quella di Verzegnis che ne fu influenzata, è altra cosa dal culto cui fai riferimento.

  4. La Festa del Perdono è un giorno solenne, dedicato alla celebrazione liturgica del perdono.
    Festa di origine ebraica, fu istituita, secondo la tradizione, da Mosè per ordine di Dio e tuttora è celebrata nel mese di tisri. I dieci giorni penitenziali iniziano con il Capodanno – Rosh haShana – e terminano con lo Yom Kippur, il giorno dell’espiazione.
    È il periodo in cui si deve fare i conti con le azioni compiute nell’anno trascorso e chiedere perdono a coloro che si sono offesi. È un periodo di letizia perché rappresenta l’apertura di nuove possibilità e la chiusura di vecchi conti con la vita. In un rito particolare si svuotano le tasche (si eliminano i peccati) sulla riva di un fiume; oppure presso un corso d’acqua si meditano i pensieri lieti e tristi, liberandosene nella corrente. (it.wikipedia.org/wiki/Festa_del_Perdono)
    Successivamente essa divenne patrimonio anche del cattolicesimo. La storia della liturgia penitenziale dei “pardon” o “perdoni” si perde nella notte dei secoli, ed è collegata alla ricerca di un’indulgenza dai peccati, onde evitare l’inferno, come i grandi e piccoli pellegrinaggi.

    In Italia sono famosi il “perdono” di Assisi, quello della Ca’Grande a Milano, ma altre forme di processioni penitenziali, precedute dalla confessione e dalla partecipazione alla Santa Messa, e riti celebrativi per l’indulgenza sono rimasti inalterati per anni ed anni anche in piccoli paesi, confondendosi, talvolta, con le feste del Santo Patrono od altri rituali della Settimana Santa.

    Dette feste ma anche ritualità popolari, erano sorte in contesti definiti e seguivano modalità precise, tanto da far sottolineare l’importanza della tradizione. Così scrive Prospero Gasparo Conti in: Memorie Memorie sulla esistenza e Culto della sacra reliquia che si venera nella Insigne Collegiata di Montevarchi, 1787.
    «Non è mia intenzione di dare in questo luogo una esatta, e completa relazione di tutte le particolarità, che una volta accompagnavano la Festa solita celebrarsi annualmente; sia rispetto alle Funzioni Ecclesiastiche, che rispetto alle popolari. Avevano specialmente quest’ultime grande applauso nel concetto del volgo; ma in realtà erano poco convenevoli ai presenti secoli, e ad una Terra nobile, e culta, qual è Montevarchi; perché risentivano troppo della semplicità di Campagna, e del gusto materiale de’ tempi in cui furono introdotte. Ma notar mi piace soltanto alcune delle più distinte; affinché non se ne perda la memoria, o non si tramandino a’ posteri alterate, come alterata da favole, e da sogni ne giunse a noi la notizia di loro istituzione, e del significato di certe ridicole rappresentanze, che si vanno da’ vecchi non senza rincrescimento rammentando […].» (it.wikipedia.org/wiki/Festa_del_Perdono_(Montevarchi).
    Sono inoltre comunemente annoverati tra i “pardon” anche i pellegrinaggi chiamati troménies, che si svolgono nella Bretagna francese, il più famoso dei quali è la Grande Troménie di Locronan.
    Il cammino della Troménie, è una processione penitenziale a cui si collegano riti legati alla fecondità, che prendono origine dai Celti, come l’albero di maggio nella piazza di Locronan. Il circuito della processione, che copre una distanza di 12 km., riprende le due parti complementari ed opposte che formano le due stagioni dell’ anno celtico: la parte bassa del tragitto, nella piana di Porzay, corrisponde alla stagione fredda dedicata ad una divinità femminile: anticamente la Grande Madre, poi Nostra Signora e Sant’ Anna. La parte alta, attraverso le montagne, corrisponde alla stagione calda, dedicata ad una divinità maschile, anticamente il dio Lug della mitologia celtica, oggi San Ronan. (Le troménie Aux origines celtiques de la Troménie,in : La Grande Troménie – Office de Tourisme de Locronan, in: http://www.locronan-tourisme.com/fr/…locronan/la-tromenie.html).

    Nota anche è la festa del “Pardon dal Rosari” istituita a ringraziamento della vittoria della battaglia di Lepanto, che si festeggia anche a Verzegnis ed Avasinis la prima domenica di ottobre.
    A Villa di Verzegnis, per esempio, la statua della Madonna viene portata sulle spalle dalle ragazze del luogo con abito bianco e fascia azzurra, segno, in antico e da che so, di verginità.

    Laura Matelda Puppini

    (Pubblicato su Non solo carnia. info/ religione e su : 1911-2011 Casa del Popolo di Torre | 1911 – 2011 http://www.casadelpopolo.org/ commento a: […] Il perdono di Clauzetto […] di Gigi Bettoli).

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