Pubblichiamo l’articolo di Gregorio Piccin apparso ieri (7 ottobre 2015) su “il manifesto”: C’è vita a sinistra, ma credo anche un grande vuoto di analisi, chiarezza e consapevolezza intorno ad un tema dirimente come la guerra considerato che dal 1989 l’Italia, già pesantemente schierata, è diventata un paese direttamente belligerante con un portato di responsabilità etiche e materiali incalcolabili. Mi impressiona non poco il fatto che nel dibattito in corso sulla costruzione di un nuovo soggetto politico con vocazione di governo e potere, la grande questione della politica estera e militare sia una sorta di ectoplasma senza contorno e sostanza, evocata velocemente per aggiungere un piglio etico al ragionamento. Siamo tutti consapevoli che il mondo è decisamente multipolare ed interdipendente, siamo tutti internazionalisti (?) e contro la guerra ma eludiamo la questione rifugiandoci troppo spesso dietro ad un approccio esclusivamente contestatario o molto peggio rinunciatario (per una sorta di silenziosa accettazione della realpolitik?). Tuttavia, se la prospettiva è quella riformatrice e di governo, credo sia imprescindibile abbandonare un certo provincialismo (anche eurocentrico) e sviluppare per tempo un’analisi che possa produrre un piano strategico di riforme strutturali da proporre e collocare in una prospettiva generale coerente ed organica. Un piano […]