Quando i giovani della primavera araba han coraggiosamente guardato in avanti, si son trovati di fronte solo il disperato vuoto di idee dell’occidente, la pochezza interiore, la falsità ed omologazione che li attendeva. In molti allora non han trovato di meglio da fare che tornare indietro, a combatterlo nel più truculento dei modi. D’altronde che modello offre oggi l’opulento occidente? E’ sufficiente la sua ricchezza, nemmeno distribuita ma accentrata nelle mani di pochi prepotenti, a guidare i pensieri di esseri umani che si sollevano per costruire una nuova società? Possono i fantocci dell’occidente, ignari di sè e di tutto, essere validi modelli da seguire? Tragedia è che l’occidente s’è da tempo fermato per davvero. Superata la seconda guerra mondiale, ricostruitosi alacremente, apertosi inizialmente ad un grande fervore artistico e culturale, successivamente l’occidente non ha saputo andare oltre ma s’è involuto in una totale assenza di idee, intenti e motivazioni. Non poteva essere altrimenti, con il mondo della cultura e dell’informazione rimaste predominio dei burocrati, cioè dei carrieristi pubblici, cioè degli assunti a vita in impieghi che avrebbero dovuto divenire pubblici (accessibili a tempo determinato al maggior numero di cittadini che fosse possibile) quando, dissoltesi le tirannidi, la democrazia aveva posto […]