17 Maggio 2015

Boston, Cairo, Kobane, Burundi, Roma, Bologna, Gorizia… cronache da un lago di merda

Bel mondo, quello in cui viviamo. E non permetto ai palati fini di scandalizzarsi se lo definisco un lago di merda. Altri lo hanno definito il luogo del crudele dominio di classe, e sappiamo quanto sono stati vituperati, e sconfitti alla fine del XX secolo (importa fino ad un certo punto: come scrisse quello, il capitalismo ha i secoli contati). Io preferisco una definizione più generica ma meno dura. 1. A Boston alcuni ragazzi ceceni, traumatizzati da quanto è successo nel loro paese natale (raso al suolo dai nazionalisti al potere in Russia), compiono un attentato. Disdicevole, oltre che non condivisibile. Uno viene ammazzato, e l’unica osservazione che si può fare è che – casualmente – non era nero, vista la passione dei poliziotti americani, razzisti come sempre, per l’assassinio di quelli di pelle scura (cosa credono, di essere in Italia, che prima fai uno sfracello come a Genova 2001, e poi diventi presidente di Finmeccanica?). Comunque sono ceceni (= musulmani), mica sono ucraini (=cristiani; sempre di più cattolici, andando verso ovest). Quindi, pur opponendosi ai russi, sono “cattivi”. I nazi ucraini, invece, sono “buoni patrioti”. Il secondo fratello, praticamente minorenne, è stato condannato a morte. Civiltà occidentale. 2. Al […]