8 Maggio 2014

Peace keeping targato IT?

Vi giro l’articolo di Gregorio, apparso il 7 maggio sul Manifesto. Gregorio presenta venerdì 16 alle 18 alla Casa del Popolo il libro che ha curato, per KV edizioni, “Se dici guerra…”   Carlo   VENTI ANNI DI “PROFESSIONALITA”.   Se la guerra è pace, la neutralità non può che essere “di parte”. Così il ministro della difesa Pinotti, evidentemente pervasa dal neopensiero, propone candidamente l’Italia come portabandiera del peacekeeping in un conflitto, quello ucraino, provocato ad arte proprio dalla Nato di cui l’Italia stessa è membro fervente. Credo che un ragazzo al primo anno di scienze politiche potrebbe fare di meglio. La ministra sembra non considerare minimamente il fatto che dopo il 1989 l’Italia è diventata un paese belligerante e pesantemente schierato, senza se e senza ma. Questa belligeranza si fonda su sei punti di forza: il persistente cieco atlantismo; la cessione di sovranità a favore delle esigenze militari e strategiche statunitensi; la creazione di un esercito professionale da offrire come corpo di spedizione per le peggiori avventure; il ricorso ai mercenari o contractors che dir si voglia; la volontà di convertire Finmeccanica alla sola produzione militare; le “porte scorrevoli” attraverso le quali sempre più alti ufficiali passano dai […]