3 Giugno 2016

Tende, case, accoglienza. Tragedie, confusione e… cretinismo elettorale

1. Una premessa, tanto per essere chiari: candidarsi alle elezioni non è un obbligo. Spesso si fa miglior figura a stare a casa. Non si capisce per quale motivo – a fronte del fatto che il Partito Socialista pordenonese per due volte, nel 1914 e nel 1915, rifiutò di conquistare il comune, pur sapendo di avere la maggioranza tra le migliaia di elettori operai e pure tra i borghesi progressisti, radicali e democratici – ci siano gruppuscoli e singole personalità che si ostinano a presentare listerelle prive di qualsiasi chance, e pure della dignità necessaria per presentarsi con idee valide, da esporre come “diritto di tribuna” tra le minoranze. Se il glorioso Psi di Giuseppe Ellero, Guido Rosso, Romano Sacilotto, Vincenzo Degan e tanti altri, si riteneva ancora impreparato ad assumere il governo della cosa pubblica (cosa che dimostrò egregiamente di fare con la “giunta Rosso” del 1920-1922, a dispetto delle violenze fasciste) cosa spinge oggi persone non paragonabili con quei fulgidi esempi a cimentarsi con cose più grandi di loro? 2. E veniamo ad oggi, nell’Italia diventata da ben 25 anni terra di immigrazione. A dispetto di struzzi ed altri bipedi ottusi che mettono la testa sotto la sabbia. […]