27 Gennaio 2015

“Oggi è il compleanno degli ebrei” (!?!)

Capita perfino di sentire questa, la mattina del 27 gennaio. E non da parte di buzzurroni avvinazzati, ma di apparenti studenti universitari vestiti trendy. E pure sorridenti e scherzosi, senza apparente malizia. Di che lamentarsi? E’ un “effetto collaterale” della spettacolarizzazione e ritualizzazione della celebrazione del 27 gennaio, anniversario della liberazione dei sopravvissuti del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau da parte dell’Armata Rossa. Con le scolaresche che interrompono i programmi per celebrare (tanto poi si torna subito al programma scolastico), i massmedia monomaniacali neanche fossimo al silenzio-tv sotto Natale e Pasqua, e le vetrine delle librerie che rispolverano vecchie e nuove edizioni in materia. Con una cifra interpretativa: si è trattato “solamente” della Schoah ebraica. Sei milioni non sono pochi, ma serve a quattro scopi ideologicamente precisi: a) dimenticare le altre 44 milioni di vittime della seconda guerra mondiale, scatenata dai fascismi italiano, tedesco, giapponese e satelliti; b) cancellare gli altri stermini di cui è costellata la storia;  c) dimenticare le responsabilità della borghesia ebraica – soprattutto triestina – nell’avvento del fascismo italiano, in funzione antioperaia, e: d) giustificare quella incredibile operazione di maquillages storicopolitico che è stato pigliare a guerra finita i sopravvissuti ebrei, cacciarli dall’Europa e mandarli a […]