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Preti e papi

C’è un enigma da risolvere, insomma, questo papa Francesco è un comunista, un libertario oppure fa il furbetto per non pagare i dazio?

Mi pare che le sue dichiarazioni pubbliche in merito ad economia, ambiente, in qualche modo anche ai diritti sul lavoro siano condivisibili senza indugio. Si casca male quando invece si cominca a parlare di diritti civili, anzi lì le sue martellate sulle faticose conquiste del secolo sorso e sulle attuali proposte cadono pesantemente.

Torno al volo su una piccola (e se si vuole insignificante) discussione che precede questa mia breve; la richiesta rivolta al nuovo imam, mullah, mufti o che dir si voglia, di Pordenone di esprimersi chiaramente in merito ai diritti delle donne e nel suo paese di origine, l’Arabia Saudita. Sul fatto che l’Arabia Saudita sia uno dei paesi più fascisti e oscurantisti del mondo, nonchè esportatore di violenza e terrorismo, non ci sono molti dubbi; il fatto invece che si chieda ad un cittadino di quello stato di dissociarsi da quella situazione e da quel governo, mi pare francamente una minchiata. Certo, lo facesse sarebbe un atto apprezzato, ma non mi pare si possa pretendere un atto del genere e soprattutto pubblico. Basterebbe dire che in Italia ci sono determinate leggi (che proibiscono l’incitamento alla violenza oppure l’arruolamento di combattenti eccetera) che devono essere rispettate in alternativa all’allontanamento coatto dal nostro paese. Punto. Questa è la legge e in quanto tale deve essere rispettata; non siamo certo noi, in quanto cittadini, a doverla applicare, ma chi ne ha facoltà.

E questa è una cosa.  Se poi un prete di qualsiasi religione durante l’omelia o l’equivalente dice che portare il velo è un obbligo, che guidare l’auto per le donne è peccato, che il divorzio è altrettanto peccaminoso, non parliamo poi dell’aborto, beh, sarà facoltà dei suoi fedeli essere o meno convinti di quell’opinione. L’importante sarebbe che i vari cleri e clerici non avessero il potere di interferire sulle leggi di qualsiasi paese. Invece, e questa non è un’opinione, basta guardarsi attorno per capire che le cose vanno diversamente. E che l’opinione del “papa comunista” farà sì che una legge di cui si continua a parlare da troppo tempo e la cui approvazione non farebbe che portarci allo stesso livello della quasi totalità degli altri stati europei (e non solo), nascerà quasi sicuramente monca.

Che facciamo, chiediamo a papa e preti di giurare solennemente fedeltà alle leggi dello stato italiano e di non interferire? Io sarei anche d’accordo, ma non mi pare applicabile. Purtroppo, e per una questione di mera e vergognosa convenienza (connivenza?) politica, la legge che nascerà sarà paradossalmente, per volere dei preti e dei cosiddetti benpensanti, un aborto di legge.

Bruno Viol

1 Comment

  1. Francesco Cecchini ha detto:

    AL MOMENTO DI MARCIARE
    molti non sanno
    che alla loro testa marcia il nemico.
    La voce che li comanda
    è la voce del loro nemico.
    e chi parla del nemico
    è lui stesso il nemico
    (Bertolt Brecht)
    È importante, ma non facile, fare chiarezza su chi realmente è Bergoglio. Argentina e America Latina hanno dato alla Chiesa non una “sorpresa” ma un reazionario dal volto umano che viene da lontano, che si è formato con dedizione e pazienza al rilancio di una Chiesa che evangelizza negli interessi del potere mondiale, di cui è parte. Uno dei cuori della geopolitica del papa sarà l’America Latina; da una parte il principale laboratorio mondiale di cambio politico e sociale, dall’altra la casa del 40% di tutti i coloro che professano la religione cattolica.
    Dal 9 al 12 aprile, la Fundacion Libertad – una organizzazione della destra liberista argentina parte di una rete continentale con legami importanti negli Stati Uniti e in Spagna – ha indetto a Rosario e a Buenos Aires incontri internazionali su America Latin, desafio y oportunidades. A questo evento hanno partecipato personaggi di fama internazionale quali Yoani Sanchez, Mario Vargas Llosa, José Maria Aznar: tutta gente nemica dei governi di Cuba, Venezuela, Ecuador, Brasile, Bolivia e Argentina, che quando ha saputo dell’elezione di Bergoglio ha dichiarato, pur con parole diverse, la propria soddisfazione. Nel corso del raduno molti interventi hanno ribadito visioni politico-economiche della società in armonia con quelle del già citato documento Consenso para el desarollo, presentato da Bergoglio nel giugno 2010. L’ iniziativa è stata ampliamente contestata sia a Rosario che a Buenos Aires da partiti e organizzazioni di sinistra e rivoluzionarie che hanno ribadito con forza che, in risposta all’ultra liberalismo della reazione, il compito attuale è «creare molti Che, molti Coooke, molti Santucho, molti Walsh», molti milioni di donne e di uomini che sappiano opporsi ai piani dell’imperialismo, per costruire una società democratica, bolivariana, socialista

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