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Piazza della Loggia (P2)

Giustizia è fatta! Così molti dei giornali titolavano stamattina (ieri) a proposito della sentenza che, meglio tardi che mai, ha finalmente stabilito che dietro la strage di Piazza della Loggia ci sono due colpevoli materiali. Uno dei quali, uomo dello stato; almeno così dovrebbe essere. Certo, 41 anni mica sono pochi, all’epoca avevo 17 anni e il 2015 mi sembrava talmente lontano da vedermi per quell’anno già vecchio. Detto che non mi sento vecchio affatto, rimane che di capelli ne ho ormai pochi e non posso definirmi certo un giovanotto. Le stesse rughe che nel frattempo sono abbondantemente apparse, i ricordi che di quell’epoca si stemperano, danno la dimensione di quel  quasi mezzo secolo che se n’è andato. Un po’ troppo, direi.

Chiariamo subito un concetto; essere arrivati a queso risultato è perlomeno una novità. Questa è la prima sentenza che consegna alla giustizia i colpevoli di una delle tante stragi fasciste di quel periodo. Su Bologna andrebbe fatto un ragionamento diverso, i condannati di quella carneficina hanno sempre (pur avendo confessato altri omicidi) rifiutato la sentenza che li ha giudicati colpevoli dichiarandosi innocenti su quella strage. E, considerando troppi fatti e piste che condurrebbero altrove (ma sempre in quell’ambito politico), ci sarebbero almeno da rivedere alcune convinzioni. Per tutte le altre stragi, anni e anni di processi si sono risolti in un nulla di fatto, sentenze che si sono contraddette e criminali tanquillamente a piede libero.

Persino quando, e grazie alla tenacia della grande Tina Anselmi, si è riusciti ad arrivare ad una sentenza nei confronti di quell’accozzaglia (di cui ancora oggi portiamo dietro le scorie) di farabutti che era la P2, non si è riusciti a dimostrare in un’aula di tribunale la colpevolezza soggettiva, ma solo quella dell’organizzazione, e nessuno dei mandanti ha mai pagato. Il signor Gelli di galera ne ha fatta davvero poca e per altri motivi (è stato condannato per aver deviato i servizi, mentre il suo coinvolgimento nell’organizzazione delle stragi è stato molto probabilmente molto più diretto) ed oggi si gode la sua vecchiaia nella sua “villetta” (33 stanze, piscina e 3 ettari di parco).

Ciò che maggiormente sconcerta, però, è che si parla ancora di “servizi deviati”, come se solo un’insignificante parte dei servizi segreti e dei suoi uomini fossero colpevoli. Farei notare che nelle liste della P2 c’erano tutti (dico tutti) i capi dei vari reparti dei servizi segreti e che tra gli incappucciati c’era anche 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell’esercito italiano, 4 dell’aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici. Non so se questo possa significare che c’erano, come si dice ora, alcune mele marce; a me pare che sarebbe stato difficile trovarne una, di mela sana. Forse li accomunava solo una vera passione per il gioco della mosca cieca, ma nessuno ha mai pagato adeguatamente per i crimini commessi da quella potentissima setta che stava dietro ai peggiori misfatti, attentati e tentativi di colpo di stato che il nostro paese ha dovuto subire. Nulla è cambiato da allora e il sistema che si voleva stroncato è più che mai attivo.

Siamo dunque convinti che possiamo parlare di giustizia? Siamo veramente convinti che la sentenza su Piazza delle Loggia, frutto anche questa della testardaggine e onestà di alcuni magistrati, ci riconsegni la giustizia?

La giustizia è stata troppo calpestata per potere dire oggi che sia soddisfatta; senza un adeguata ricerca della verità su quegli anni e senza che chi (mica solo italiani, tranquilli) è stato dietro questa nostra “democrazia limitata” venga smascherato e paghi il giusto prezzo, giustizia rimane un termine incompiuto.

Questa giustizia sarà tutt’al più l’ennesima illusione che finalmente le cose vadano per il verso opportuno, ma per ora gli stessi colpevoli rimangono al loro posto e continuano ad inquinare, direttamente o indirettamente, la nostra politica e la nostra vita. La pulizia deve essere generale oppure non c’è. Chissà che prima o poi si riesca a fare luce almeno su questo oscuro periodo di storia nostrana; sarebbe importante per capire molte cose, almeno per sapere ufficialmente chi ha davvero diretto la regia.

Purtroppo mi sa che, nel caso, per allora sarà passato un altro mezzo secolo ed io non avrò l’opportunità di esserci. Peccato.

 

Bruno Tassan Viol

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