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27 Ottobre 2013
Luna park
2 Dicembre 2013

Novembre, la stagione dei cachi….

...e nemmeno quelli sono ancora maturi.

Ma a quanto pare, e come in qualche modo detto e previsto, non si riesce a maturare nemmeno una decisione sull’insano caso Berlusconi. Evidentemente va bene così, che dire… Sembra che giochetti, presunti equilibrismi, piccoli interessi, debbano avere il sopravvento su leggi ed interessi generali. L’immagine della nostra italietta è riassunta in questo mediocre quadro.
Ma mica tutta, ci sono altri fattori che contribuiscono a rafforzarne la desolazione. Una ministra, ad esempio, che si fa beccare al telefono mentre rassicura i suoi amici che troverà una soluzione per il drammatico caso di una riccona che, finita in manette, non riesce proprio a sopportare la difficile situazione della vita in carcere. Accidenti, porella, come farà a farsi servire lo champagne nei bicchieri di plastica, a resistere a condividere la cella con altri, e nemmeno onorati, ospiti? E lo shopping, le gite fuori porta che ne so, a New York che non si possono più programmare? Così ci si ammala; quel cibo scadente, poi… come si fa a mangiarlo? Siamo sinceri, quella non è una vita per gente importante e abituata a ben altro trattamento; cazzo, nemmeno un cameriere nero!
Come si fa a non essere sensibili di fronte ad un dramma del genere, soprattutto quando la povera vittima ha dato occupazione (e congrua liquidazione milionaria) al proprio rampollo che altrimenti, visti i giudizi dei suoi datori di… lavoro, non avrebbe trovato posto neppure in una coop sociale? (scusa Gigi).
Perché poi dimettersi per una cosa del genere; si sa che gli amici si vedono nel momento del bisogno, no?! Poi, forse, come dice lei, la scarcerazione di cotanta illustre ospite delle patrie galere, nulla a a che fare con le sue amicizie personali, ma la ragazza di gabbia ne ha fatta davvero pochina (un mesetto) per ammalarsi così in fretta. E un ministro, nella sua delicata posizione, dovrebbe usare almeno una maggiore cautela. O no? E forse sarebbe stato il caso di considerare che il fratello della malata è a tutt’oggi da considerarsi latitante.
Comunque tranquilli, le TV e i TG (particolarmente TG3) sono già partiti con la nobile causa del sovraffollamento delle carceri; strano se ne siano accorti solo ora. La stessa attenzione non mi pare sia mai stata concessa a casi di poveracci che in carcere sono marciti e continuano a starci nonostante le loro condizioni di salute.
I paralleli con l’altro pregiudicato sono certo forzati, ma se si volesse dare veramente un segnale di onestà, almeno intellettuale, sarebbe il caso che la signora ministro/a si togliesse dalle palle. Punto.
Quanto a ministri, poi, non ci lasciamo davvero mancare niente; il guerriero Mauro, nientepopodimenoche ministro della difesa, pensa bene di farsi immortalare in un video promozionale dei fantomatici F35. Mica male per uno che dovrebbe ancora giustificare l’acquisto, già effettuato, di alcuni (3) esemplari delle costosissime e volanti baracche che le gloriose forze armate italiane dovranno comprare, ma che per ora dovrebbe essere stato, momentaneamente chiaro, bloccato dal Parlamento che lo stesso ministro rappresenta. Chissenefrega, il caporale Mauro ci dice che bisogna ottemperare ad un contratto firmato a suo tempo; contratto di cui però non esiste traccia e che lo stesso ministro riesce a dimostrare. Uno così, perché dovrebbe continuare a rappresentarci ai più alti livelli? Certo, è membro degno e caratteristico del nostro governo, ma proprio per questo anche lui, fuori dalla palle.
Scontri a Roma durante la manifestazione per il blocco degli sfratti; detto che non fosse stato per le scaramucce occorse durante il corteo, probabilmente i nostri poderosi organi di informazione nemmeno ci avrebbero fatto sapere che la manifestazione c’era, che altro dovrebbe fare la gente che viene sbattuta a forza fuori di casa e si ritrova in mezzo alla strada? Quanti anni sono che non esiste uno straccio di politica abitativa finanziata dal pubblico e destinata alle (sempre più ampie) classi meno abbienti? Non ci sono fondi, questa è la risposta, ma anche se solo di questo si trattasse, che devono fare queste persone?
E perché mai si dovrebbero buttare i soldi (quelli ci sono, però) per inutili e monumentali opere che serviranno solo a rimpinguare le casse dei soliti noti (improbabili imprenditori e le immancabili banche) e non certo a dare risposte ai problemi reali del nostro povero Paese?
E, visto che eravamo in qualche modo in tema, perché i fondi eventualmente derivanti dalle dismissioni di caserme (basta dare un occhio in giro nella nostra Regione per capirne la reale entità) dovrebbero servire a finanziare altri acquisti di armamenti per le nostre inutili forze armate?
Perché non si può invece immaginare un piano di investimenti per abitazioni popolari finanziato dalle e, dove possibile, realizzato nelle caserme e strutture simili dismesse? C’è da notare che quello della difesa è uno dei pochi ministeri che non risente affatto della crisi. E dunque?
Giusto per rimanere in Provincia (che peraltro rappresenta solo una finestra del dramma che in tutto questo Paese si sta compiendo), presto pare ci saranno centinaia di lavoratori che resteranno a casa. Due tra i principali poli produttivi del Friuli stanno per chiudere (Ideal Standard) o perlomeno a tagliare drasticamente la produzione (Elettrolux). Ma secondo l’illuminato parere del ministro Saccomanni ormai non siamo più in recessione. Chissà se non fosse così! Di politica industriale, produttiva, il nostro governo non ha alba; in una situazione così drammatica ci vengono a raccontare che, insomma, questi sono sacrifici necessari ma che d’ora in avanti non potremo che andare meglio. Non si capisce se lo dicono perché peggio di così non si può, oppure per prenderci per il culo! L’importante per l’economia è la stabilità del governo. Cazzo, più stabile di così si muore, fino ad oggi non si è vista traccia di un piano, di un, non dico progetto, ma almeno di una bozza che possa rappresentare una via da seguire per uscire dalla melma. Più che stabile, questo governo è semplicemente fermo, immobile. Ma così, nella melma si sprofonda.
E allora, un ministro del genere, che ce lo teniamo a fare? Via dalle palle anche lui.
Ma in onda in questo periodo c’è ben d’altro, i media si concentrano su temi decisamente di maggiore interesse per il pubblico; c’è in atto il disfacimento dei due maggiori partiti italiani, solo che ci viene presentato come ristrutturazione. Un po’ come quando ci rifilano i condoni edilizi… in fin dei conti sono fatti per ristrutturare, mica per devastare.
Ma se dei problemi della destra (quella ufficiale) poco ce ne frega, guardiamo che succede nella destra (quella reale) all’interno della cosiddetta sinistra.
Dalla Leopolda va in scena l’atto (non ancora quello finale) del teatrino renziano, uno che dopo decenni di tabula rasa causata dalle politiche dei vari Blair, Schroeder e compagnia varia, ci propina come grande novità e come grandi esempi da seguire proprio le stesse scellerate scelte di quella gentaglia. Uno che come legge che un sondaggio è leggermente cambiato, immediatamente si adegua e cambia idea. Ecchecazzo, mica si può continuare con un’idea della politica che nessuno segue più! Bisogna capire quello che vuole la gente, quella che da almeno un ventennio viene plagiata dall’assedio della demenza, dall’assenza di una cultura che si possa definire tale, dalla distruzione metodica e programmata della scuola pubblica.
Come se la politica non dovesse assumersi la responsabilità di prendere decisioni e di guidare illuminatamente (parola grossa di questi tempi) una Nazione, come se non ci fosse un’alternativa. La stessa alternativa che non si vuole vedere, che si definisce senza neppure conoscerla e valutarla, impossibile.
Sapete cosa? Non solo la Cancellieri, Mauro, Saccomanni, ma è tutta questa classe politica che dovrebbe essere licenziata, mica i lNovembre, la stagione dei cachi.

Ma a quanto pare, e come in qualche modo detto e previsto, non si riesce a maturare nemmeno una decisione sull’insano caso Berlusconi. Evidentemente va bene così, che dire… Sembra che giochetti, presunti equilibrismi, piccoli interessi, debbano avere il sopravvento su leggi ed interessi generali. L’immagine della nostra italietta è riassunta in questo mediocre quadro.
Ma mica tutta, ci sono altri fattori che contribuiscono a rafforzarne la desolazione. Una ministra, ad esempio, che si fa beccare al telefono mentre rassicura i suoi amici che troverà una soluzione per il drammatico caso di una riccona che, finita in manette, non riesce proprio a sopportare la difficile situazione della vita in carcere. Accidenti, porella, come farà a farsi servire lo champagne nei bicchieri di plastica, a resistere a condividere la cella con altri, e nemmeno onorati, ospiti? E lo shopping, le gite fuori porta che ne so, a New York che non si possono più programmare? Così ci si ammala; quel cibo scadente, poi… come si fa a mangiarlo? Siamo sinceri, quella non è una vita per gente importante e abituata a ben altro trattamento; cazzo, nemmeno un cameriere nero!
Come si fa a non essere sensibili di fronte ad un dramma del genere, soprattutto quando la povera vittima ha dato occupazione (e congrua liquidazione milionaria) al proprio rampollo che altrimenti, visti i giudizi dei suoi datori di… lavoro, non avrebbe trovato posto neppure in una coop sociale? (scusa Gigi).
Perché poi dimettersi per una cosa del genere; si sa che gli amici si vedono nel momento del bisogno, no?! Poi, forse, come dice lei, la scarcerazione di cotanta illustre ospite delle patrie galere, nulla a a che fare con le sue amicizie personali, ma la ragazza di gabbia ne ha fatta davvero pochina (un mesetto) per ammalarsi così in fretta. E un ministro, nella sua delicata posizione, dovrebbe usare almeno una maggiore cautela. O no? E forse sarebbe stato il caso di considerare che il fratello della malata è a tutt’oggi da considerarsi latitante.
Comunque tranquilli, le TV e i TG (particolarmente TG3) sono già partiti con la nobile causa del sovraffollamento delle carceri; strano se ne siano accorti solo ora. La stessa attenzione non mi pare sia mai stata concessa a casi di poveracci che in carcere sono marciti e continuano a starci nonostante le loro condizioni di salute.
I paralleli con l’altro pregiudicato sono certo forzati, ma se si volesse dare veramente un segnale di onestà, almeno intellettuale, sarebbe il caso che la signora ministro/a si togliesse dalle palle. Punto.
Quanto a ministri, poi, non ci lasciamo davvero mancare niente; il guerriero Mauro, nientepopodimenoche ministro della difesa, pensa bene di farsi immortalare in un video promozionale dei fantomatici F35. Mica male per uno che dovrebbe ancora giustificare l’acquisto, già effettuato, di alcuni (3) esemplari delle costosissime e volanti baracche che le gloriose forze armate italiane dovranno comprare, ma che per ora dovrebbe essere stato, momentaneamente chiaro, bloccato dal Parlamento che lo stesso ministro rappresenta. Chissenefrega, il caporale Mauro ci dice che bisogna ottemperare ad un contratto firmato a suo tempo; contratto di cui però non esiste traccia e che lo stesso ministro riesce a dimostrare. Uno così, perché dovrebbe continuare a rappresentarci ai più alti livelli? Certo, è membro degno e caratteristico del nostro governo, ma proprio per questo anche lui, fuori dalla palle.
Scontri a Roma durante la manifestazione per il blocco degli sfratti; detto che non fosse stato per le scaramucce occorse durante il corteo, probabilmente i nostri poderosi organi di informazione nemmeno ci avrebbero fatto sapere che la manifestazione c’era, che altro dovrebbe fare la gente che viene sbattuta a forza fuori di casa e si ritrova in mezzo alla strada? Quanti anni sono che non esiste uno straccio di politica abitativa finanziata dal pubblico e destinata alle (sempre più ampie) classi meno abbienti? Non ci sono fondi, questa è la risposta, ma anche se solo di questo si trattasse, che devono fare queste persone?
E perché mai si dovrebbero buttare i soldi (quelli ci sono, però) per inutili e monumentali opere che serviranno solo a rimpinguare le casse dei soliti noti (improbabili imprenditori e le immancabili banche) e non certo a dare risposte ai problemi reali del nostro povero Paese?
E, visto che eravamo in qualche modo in tema, perché i fondi eventualmente derivanti dalle dismissioni di caserme (basta dare un occhio in giro nella nostra Regione per capirne la reale entità) dovrebbero servire a finanziare altri acquisti di armamenti per le nostre inutili forze armate?
Perché non si può invece immaginare un piano di investimenti per abitazioni popolari finanziato dalle e, dove possibile, realizzato nelle caserme e strutture simili dismesse? C’è da notare che quello della difesa è uno dei pochi ministeri che non risente affatto della crisi. E dunque?
Giusto per rimanere in Provincia (che peraltro rappresenta solo una finestra del dramma che in tutto questo Paese si sta compiendo), presto pare ci saranno centinaia di lavoratori che resteranno a casa. Due tra i principali poli produttivi del Friuli stanno per chiudere (Ideal Standard) o perlomeno a tagliare drasticamente la produzione (Elettrolux). Ma secondo l’illuminato parere del ministro Saccomanni ormai non siamo più in recessione. Chissà se non fosse così! Di politica industriale, produttiva, il nostro governo non ha alba; in una situazione così drammatica ci vengono a raccontare che, insomma, questi sono sacrifici necessari ma che d’ora in avanti non potremo che andare meglio. Non si capisce se lo dicono perché peggio di così non si può, oppure per prenderci per il culo! L’importante per l’economia è la stabilità del governo. Cazzo, più stabile di così si muore, fino ad oggi non si è vista traccia di un piano, di un, non dico progetto, ma almeno di una bozza che possa rappresentare una via da seguire per uscire dalla melma. Più che stabile, questo governo è semplicemente fermo, immobile. Ma così, nella melma si sprofonda.
E allora, un ministro del genere, che ce lo teniamo a fare? Via dalle palle anche lui.
Ma in onda in questo periodo c’è ben d’altro, i media si concentrano su temi decisamente di maggiore interesse per il pubblico; c’è in atto il disfacimento dei due maggiori partiti italiani, solo che ci viene presentato come ristrutturazione. Un po’ come quando ci rifilano i condoni edilizi… in fin dei conti sono fatti per ristrutturare, mica per devastare.
Ma se dei problemi della destra (quella ufficiale) poco ce ne frega, guardiamo che succede nella destra (quella reale) all’interno della cosiddetta sinistra.
Dalla Leopolda va in scena l’atto (non ancora quello finale) del teatrino renziano, uno che dopo decenni di tabula rasa causata dalle politiche dei vari Blair, Schroeder e compagnia varia, ci propina come grande novità e come grandi esempi da seguire proprio le stesse scellerate scelte di quella gentaglia. Uno che come legge che un sondaggio è leggermente cambiato, immediatamente si adegua e cambia idea. Ecchecazzo, mica si può continuare con un’idea della politica che nessuno segue più! Bisogna capire quello che vuole la gente, quella che da almeno un ventennio viene plagiata dall’assedio della demenza, dall’assenza di una cultura che si possa definire tale, dalla distruzione metodica e programmata della scuola pubblica.
Come se la politica non dovesse assumersi la responsabilità di prendere decisioni e di guidare illuminatamente (parola grossa di questi tempi) una Nazione, come se non ci fosse un’alternativa. La stessa alternativa che non si vuole vedere, che si definisce senza neppure conoscerla e valutarla, impossibile.
Sapete cosa? Non solo la Cancellieri, Mauro, Saccomanni, ma è tutta questa classe politica che dovrebbe essere licenziata, mica i lavoratori dell’Ideal Standard o dell’Elettrolux. Ma certo, sarebbe necessario ricominciare a capire cosa significhi e come possa operare una sinistra. E per cercare questo risultato, sarebbe necessario ricominciare a discuterne. Mica i lavoratori dell’Ideal Standard o dell’Elettrolux. Ma certo, sarebbe necessario ricominciare a capire cosa significhi e come possa operare una sinistra. E per cercare questo risultato, sarebbe necessario ricominciare a discuterne.

Bruno Tassan Viol

 

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