Appello per il bando agli armamenti nucleari
23 Novembre 2016
11 febbraio 2017 – Manifestazione Nazionale a Milano Libertà per Öcalan e per tutte le prigioniere e i prigionieri politici Pace e Giustizia per il Kurdistan
7 Gennaio 2017

FRAMMENTI SULLA GUERRA

E’ uscito l’e-book

FRAMMENTI SULLA GUERRA
a cura di Gregorio Piccin
ed. kappaVu

 

copertina

Questo lavoro collettivo intende proseguire il progetto di ricerca avviato con Se dici guerra (ed. KappaVu, 2014) ponendo l’accento sugli sviluppi dei vari aspetti che compongono il più spregiudicato processo produttivo globale: la guerra.

Industria, governi, alti vertici militari e media mainstream stanno consolidando un modello di belligeranza privatizzato basato sulla “professionalità” e su narrazioni capovolte che vedono l’occidente “civile e democratico” obbligato a difendersi da minacce che assumono caratteristiche sempre più asimmetriche e ibride.
Questo nuovo approccio comunicativo post ’89 è servito a mascherare il rilancio dei fatturati dell’industria di riferimento in crisi dopo il collasso del Patto di Varsavia e a restituire senso alla Nato, un’alleanza militare divenuta repentinamente obsoleta e fuori tempo.
Per giustificare l’ultimo ventennio di guerre sono state invocate dall’occidente diverse ragioni: intervento di polizia internazionale, intervento umanitario, difesa preventiva contro inesistenti minacce di distruzione di massa, lotta al terrorismo.
Come un rullo compressore i governi implicati in questa fase belligerante hanno asfaltato il diritto internazionale occupando, al medesimo tempo, la quasi totalità del mercato mondiale degli armamenti.
Sullo sfondo di questo processo neocoloniale, il Libro bianco della difesa prodotto dal governo Renzi invoca costantemente la tutela dei così detti “interessi nazionali”.
Difficile comprendere, per un paese come l’Italia, a quali interessi corrisponda l’aver destabilizzato tutto il proprio vicinato, dai balcani alla Siria, passando per Iraq e Libia; ma soprattutto a quali interessi corrisponda il rilancio di una nuova guerra fredda contro la Russia e la perdurante cessione di sovranità a favore di basi strategiche statunitensi/Nato.
I differenti approcci analitici raccolti in questo lavoro servono ad avvicinarsi al cuore della questione, stracciando quell’involucro di menzogne, neologismi e narrazioni a cui l’ufficialità belligerante ci ha abituati e presentando suggestioni e modelli alternativi e concreti di relazioni internazionali e gestione delle forze armate.

 

Il libro è acquistabile su questo link:

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Indice

MAKE NAJA NOT WAR!
PER UNA RIDUZIONE DEL DANNO
di Gregorio Piccin

IL NUOVO LIBRO BIANCO PER LA DIFESA
MILITARISMO INDUSTRIALE PER IL NUOVO ORDINE MULTIPOLARE di Rossana De Simone

IL DIRITTO DEL PIU’ FORTE
di Claudio Giangiacomo e Gabriele Moreschini

VENEZUELA, IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA
di Geraldina Colotti

LA RAGNATELA DELLA NATO
di Antonio Mazzeo

1 Comment

  1. Francesco Cecchini ha detto:

    L’ITALIA DI RENZI INFOGNATA NELLA GUERRA IN IRAQ.

    Gentiloni ad al-Jaafari: l’Italia al vostro fianco, in Iraq. Così il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in occasione dell’incontro del 30 novembre alla Farnesina con Ibrahim al-Eshaiker al-Jaafari, Ministro degli Esteri dell’ Iraq: . “Siamo al vostro fianco mentre è in corso la liberazione di Mosul e saremo con voi per la stabilizzazione post-Daesh. L’Italia continuerà il suo impegno nella regione, sostenendo il Governo di Baghdad e la coalizione anti-ISIL con attività di cruciale importanza quali la ristrutturazione della diga di Mosul, la formazione della polizia locale e la stabilizzazione delle aree liberate”. Lo sviluppo delle operazioni militari per la liberazione di Mosul – “La vittoria di Mosul è la vittoria di tutti e anche dell’Italia” ha commentato Jaafari. Gli assetti politici post Daesh sono stati i temi centrali dell’incontro. Gentiloni ha ricordato ad al-Jaafari anche lo sforzo italiano per l’assistenza al Paese: oltre 20 milioni di euro destinati a dono dal 2014, cui se ne aggiungono altri 30 nel triennio 2016-2018, una linea di credito d’aiuto agevolato del valore totale di 360 milioni.
    Questo nel quadro di un aumento di spese per armamenti e di missioni militari dell’Italia all’estero. L’Italia nel 2017 spenderà per le forze armate almeno 23,4 miliardi di euro (64 milioni al giorno), più di quanto previsto. Quasi un quarto della spesa, 5,6 miliardi (+10 per cento rispetto al 2016) andrà in nuovi armamenti (altri sette F-35, una seconda portaerei, nuovi carri armati ed elicotteri da attacco) pagati in maggioranza dal ministero dello Sviluppo economico, che il prossimo anno destinerà al comparto difesa l’86 per cento dei suoi investimenti a sostegno dell’industria italiana. Nell’ultimo decennio le spese militari italiane sono cresciute del 21 per cento – del 4,3 per cento in valori reali – salendo dall’1,2 all’1,4 per cento del pil.
    Tutto ciò mentre il paese ha drammaticamente bisogno di spese ingenti per la sicurezza sismica e idrogeologica del territorio.

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