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Lettera aperta sui richiedenti asilo
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Lettera aperta. Sciopero della Rete Solidale di Pordenone

Da quasi un anno e mezzo, la Rete Solidale composta da singoli e cittadini a vario titolo partecipi, ha supportato, sfamato, trovato ricovero, assistenza medica e di pronto soccorso, per centinaia di rifugiati arrivati nel nostro territorio che si sono trovati sprovvisti di tutto, in attesa di entrare nelle strutture preposte all’accoglienza prevista dalla legge per la tutela internazionale dei richiedenti asilo. Precisiamo che si tratta di persone che avevano espresso in Questura, la loro volontà di richiedere protezione internazionale e che quindi le istituzioni a ciò preposte, si sono di fatto poste sul terreno dell’inadempienza e dell’illegalità.
Abbiamo svolto un lavoro fondamentale di supplenza delle istituzioni assenti, di supporto educativo e di mediazione rispetto alla città. Siamo fieri di averlo fatto!

Ora è arrivato il momento di dire basta!

Tutti sappiamo che le crisi umanitarie che stiamo vivendo, non sono un’emergenza; tutte le persone con un minimo di intelligenza politica e amministrativa, si rendono conto che questo è uno dei fenomeni con cui le nostre città si devono e si dovranno confrontare oggi e nei prossimi anni.
Prima si mette in agenda questo problema, prima si possono trovare soluzioni intelligenti, sostenibili e giuste per tutti. Lo richiediamo da più di un anno senza ricevere nessuna risposta.

Pensare che il recente spostamento in altra Regione di un gruppo consistente di migranti (rifocillato e “gestito” da noi per l’ennesima volta) abbia risolto il problema per sempre, è un atteggiamento miope che non porta niente di buono. Tutti sappiamo già, per esperienza, che quasi quotidianamente il problema si ripresenta. Nella stessa serata infatti, 4 persone appena arrivate, hanno dormito al parco.
Delegare interamente alla Rete Solidale questa partita, pensare che il lavoro volontario possa, o peggio, debba sostituire in pieno i compiti propri delle istituzioni nella gestione della città, è semplicemente approfittare della buona volontà degli attivisti, per non svolgere un ruolo a cui le Istituzioni e la politica non possono sottrarsi.

La Rete Solidale, i volontari e gli attivisti, la loro parte l’hanno fatta e continueranno a farla, per amore della giustizia e della città. Aspettiamo altrettanto da voi. Aspettiamo un pensiero e un progetto che vada oltre la contingenza e che sia all’altezza delle sfide che ci aspettano, affinché il futuro non ci ricada sulla testa.

L’apertura di un centro di primissima accoglienza e di misure di sostegno per chi provvisoriamente si ritrovi a dormire in strada, è necessario e saggio.
La Rete Solidale di Pordenone

1 Comment

  1. CdP ha detto:

    Gentile Andrea il suo messaggio è relativo a un articolo del 20 maggio del 2016, ben prima che le parrocchie aprissero le proprie porte. Quindi pensiamo che pubblicarlo adesso, momento in cui c’è una proficua collaborazione fra Rete Solidale e volontari delle parrocchie sia inutile. Comunque se crede, lo pubblicheremo ugualmente.

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