Buon 2015 dalla Casa del Popolo di Torre
7 Gennaio 2015
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13 Gennaio 2015

La confusione regna sovrana. Dal nostro corrispondente nel Kurdistan

Provo a dire la mia, anche se mi rendo conto di essere molto confuso. Ma provarci è la nostra unica possibilita’. Anche qui, attorno ad Erbil, la situazione è incasinata e i neracci resistono e contrattaccano, pare proprio non ci sia quel grande interesse a fermarli davvero.
Statemi bene, Bruno Viol

A volte penso sarebbe meglio starsene zitti e quieti in seguito a fatti come quelli che ieri hanno “eliminato” praticamente l’intera redazione di Charlie Hebdo. Non solo loro, e’ chiaro che non ci si puo’ dimenticare degli altri che ci hanno lasciato le penne, ma ‘ evidente che i giornalisti di Hebdo erano le vittime designate, mentre purtroppo anche chi si trovava di mezzo non e’ scappato alla mattanza. Invece a starsene zitti non si riesce e dunque cerchiamo almeno di non spararle grosse; di gente che approfitta di questo dramma per fare a gara a chi riesce a vomitare piu’ cagate. Io e’ da qualche tempo che in mezzo all’islam ci vivo normalmente, un po’ come, e al contrario, succede ai musulmani che vivono da noi; sono una minoranza. Non lo so, ma a me pare di vivere una situazione del tutto normale, i miei colleghi hanno la loro fede, io mi tengo la mia laicita’ e, perche’ no, il mio ateismo. Loro senza problema alcuno si fermano quando e’ ora di pregare, naturalmente quando e se possono, sono estremamente religiosi, e io mi faccio i cazzi miei. Io sono solo diverso da loro, nel senso che la penso diversamente e nessuno ci fa caso. Difficile? Non mi pare proprio. Credo c’entri in qualche modo il nostro, soprattutto occidentale, modo di atteggiarsi di fronte a chi pretende di vederla in modo diverso da noi. Ci pare normale partire da un punto di vista che noi giudichiamo oggettivo, ma che e’ ben lungi dall’esserlo: noi siamo nel giusto. Gli altri sono solo, se non proprio selvaggi, non all’altezza del nostro fulgido pensiero. Detto che c’e’ qualcuno che effettivamente ce la mette tutta per far apparire questa come un’equazione esatta, non e’ che la maggior parte della gente che vive al di fuori del mondo occidentale sia li’ ad aspettarci con il coltello in mano pronta a sgozzarci. Cercare di capire quali siano i meccanismi che portano al fanatismo e all’applicazione di interpretazioni dei libri sacri in modo radicale e scorretto e’ un percorso piuttosto difficile da spiegare e dunque, bisogna ammetterlo, anche da assimilare. Sarebbe magari bene partire con una premessa; il radicalismo e il fanatismo non sono peculiarita’ di una sola religione. Potremmo partire anche dalla nostra, e menzionare tutte la atrocita’ che ha commesso nel corso della storia, anche se si potrebbe obiettare che sono cose passate, fino ad arrivare in ogni caso all’appoggio incondizionato che le alte sfere cattoliche hanno sempre riservato anche alle dittature piu’ feroci, e mica tanto tempo fa… Giusto un paio di anni fa ero in Repubblica Centrafricana dove i cristiani hanno pensato bene di cercare di fare piazza pulita dei musulmani con cui vivono in quel paese. Aiuterebbe, forse, conoscere il ruolo dei cristiani, in tutte le sue variegate forme, nella societa’ statunitense. Citare gli scempi commessi dalla tanto osannata cultura orientale( intesa come religione) e dei milioni di morti causati dalle lotte tra indu’ e musulmani oppure dai buddisti birmani che fanno allegramente strage dei musulmani del nord del Paese. Per finire naturalmente agli ultraortodossi ebrei che vorrebbero sterminare i musulmani palestinesi in virtu’ di una libera (…) interpretazione dei loro testi sacri. Come si vede, ce ne sarrebbe per tutti i gusti. E a quanto pare, i musulmani non sono sempre, anzi, quelli che le danno, ma spesso quelli che le mazzolate se le prendono. Se poi volessimo prendere ad esempio la situazione dei luoghi sacri in terra santa, allora non riusciremmo a capire dove la farsa comincia e dove finisce nel ridicolo. Li’ le scazzottate tra preti e frati sono all’ordine del giorno e pare che la sbandierata fratellanza e non violenza finisca un po’ a puttane. Il tutto a causa di un non ben chiaro ordine di priorita’ e di orari da seguire nella cura del luogo sacro; fin che se la vedono all’interno della chiesa, cazzi loro. Il problema e’ che poi, certi esempi escono dal tempio…

La scelta di citare per ultimi gli ultraortodossi ebrei non e’ casuale. In questo caso si puo’ piu’ facilmente capire a cosa serva tanta devozione nei confronti di una religione e quali e quanti possano essere gli interessi che ci si nascondono dietro. Ecco, forse sarebbe il caso di analizzare quanto religione e politica vadano spesso a braccetto inseguendo obiettivi se non comuni, almeno complementari. Israele, visto come baluardo occidentale, puo’ contare sulla credenza che i suoi vicini arabi vogliano solo la sua scomparsa per lasciare il medio oriente oltre i confini dell’incivilta’, mentre in realta’ generalmente tra di loro sono buoni alleati e inseguono gli stessi fini. La famosa e cosiddetta fratellanza panaraba e’ solo una balla degnamente rappresentata dalla incosistenza della sua rappresentanza politica: la Lega Araba che mai e’ stata in grado di prendere una decisione in contrasto con gli interessi del nostro bel mondo. A partire dal volere, non dico imporre, ma perlomeno suggerire una soluzione al problema palestinese, che se veramente trovasse uno sbocco sostenibile, priverebbe di fertile terreno i piu’ esaltati. Insomma, occidente buono, oriente cattivo, giusto per semplificare. La realta’, ahime’, e’ decisamente molto diversa e difficile da comprendere. Come e’ difficile capire i fili che legano le economie occidentali a quelli che pubblicamente dovrebbero essere i nemici della democrazia (che naturalmente si intende come essenzialmente occidentale) e come alcuni regimi siano inseriti nelle liste dei cattivi ed alcuni altri, magari anche piu’ feroci, possano allegramente condividere il tavolo e la lista dei buoni. Hai risorse, me le dai ad un prezzo che io stimo ragionevole? Bene, perfetto, siamo amici; cambi idea e cerchi margini migliori o clienti diversi? Beh, allora te la vai a cercare e diventi un dittatore sanguinario. Naturalmente la religione diventa un collante indispensabile , per tenere assieme un popolo, ovviamente assieme ad un sano bastone pronto ad essere calato sulla testa di chi rivendica maggiore liberta’, uguaglianza anche nel distribuire gli introiti o attenzione ai diritti. Generalmente, o storicamente se si vuole, gli alti prelati hanno sempre gradito trattamenti di riguardo in loro favore e fatto in modo che il benessere supremo di una certa cerchia ristretta corrispondesse a quella della loro stessa ristretta cerchia. Poi, dal pulpito e di fronte ad una platea che difficilmente riesce, per esempio a causa di una mancanza di accesso ad una educazione adeguata o perche’ quelle stesse strutture ecclesiastiche sono in grado di sostituire( o perlomeno di mettere una toppa alle sue falle) il sistema di protezione sociale, a ragionare in modo lucido, risulta facile far credere alla gente che insomma, basta seguire le indicazioni della fede e mal che vada si verra’ ricompensati nell’aldila’. Insomma, non mi pare che le religioni siano mai state grandi esempi di democrazia o di difesa della liberta’; non almeno nelle loro interpretazioni terrene. Poi, ovviamente ognuno e’ libero di credere in quello che vuole, ma rimane indispensabile mantenere separate le due cose: la facolta’ di credere e la liberta’ di non farlo impedendo che le religioni interferiscano nella vita di tutti.

Questo per quanto concerne le religioni e i vari credo; per quanto riguarda invece le altre motivazioni che fanno si’ che qualche svitato, troppi in verita’, si metta in testa che il grande male dipende dall’eccesso di liberta’ o dal modo di vivere di noi occidentali, il discorso si fa ancora piu’ contorto. C’e’ di mezzo una piccola constatazione da fare; il principio su cui si basa la nostra cosiddetta civilta’. Se nel nostro bel mondo ci si convince che al di fuori dei nostri confini vivano solo persone che mai potrebbero esserci simili, condividere i nostri principi, che in sostanza hanno deficit di carattere genetico per cui mai saranno degni di condividere le nostre esigenze, beh allora ci si dimentica che il nostro livello di vita, mica di noi poveracci, non potrebbe essere sostenuto se non alla facciaccia loro, di quegli stessi che noi non consideriamo degni. Che non ci pensiamo nemmeno mezza volta prima di scatenare una guerra sollevando motivi e prove che nemmeno il migliore degli illusionisti riuscirebbe a fare passare, che non ce ne frega un emerito nulla se poi queste guerre provocano disastri inenarrabili e conseguenze drammatiche di fronte alle quali semplicemente ci giriamo da un’altra parte oppure commentiamo con un: “sono fatti cosi’, non sanno vivere senza massacrarsi”. Se poi pensiamo a garantirci che al potere e a difesa dei nostri interessi rimanga solo chi se ne fotte di come riesce a farlo; se anzi, di fronte a chi difende interessi che non sono i nostri creiamo e sosteniamo forze di fanatici che in nome di guarda caso ancora una religione o piu’ spesso di ragioni molto piu’ concrete e palpabili, non possiamo sorprenderci che poi queste stesse realta’ si ritorcano contro di noi. Il medio- oriente ne e’ l’esempio piu’ visibile; a cominciare dall’ Afghanistan (che proprio medio-oriente non e’) e con i talebani, sponsorizzati, armati, organizzati principalmente dalla CIA prima contro i sovietici e poi per “stabilizzare” quel che rimaneva di quello stato contro i signori della guerra (anche loro spesso foraggiati dagli stessi soggetti ) e infne ritrovati di fronte come nemici. Con l’ISIS e’ la stessa storia; arrivati per combattere il cattivo Assad e poi il regime troppo filoiraniano dell’Iraq di Al Maliqi (e dunque troppo pericoloso per i nostri obiettivi), oggi sono diventati il peggior nemico dell’occidente. Che pero’ direttamente o indirettamente continua a sostenerli.

Tornando nel nostro amato occidente, dovremmo accennare al modello di integrazione che i nostri paesi hanno garantito agli immigrati. Sbattuti per lo piu’ in fatiscenti periferie e tenuti lontano dagli accessi ad una vita normale, relegati per la maggior parte a ruoli marginali e a lavori di livello piu’ basso rispetto alla media e guardati generalmente con diffidenza a causa della loro pelle e della microcriminalita’che inevitabilmente e’ diffusa in quegli ambienti. Identificando, appunto, la microcriminalita’ come il male peggiore mentre chi ci dovrebbe rappresentare (e rappresentare pure loro) ai livelli piu’ alti, o chi governa le nostre economie, arraffa e gozzoviglia impenitente alla grande alla faccia nostra e loro. Vogliamo considerare poi cosa significa il nostro modello di sviluppo applicato ai loro paesi? Significa rapina, disastri ambientali, sfruttamento intensivo, corruzione, interferenze tese a garantire che quel modello non cambi per nulla e se non basta cosi’, giu’ bombe!

Ora, chiediamoci se in un ambientino del genere non sia difficile sentirsi inseriti ed accolti, se non ci possa stare che qualche deficiente si metta in testa che il vero nemico siamo noi, indistintamente se i poveracci o coloro che veramente hanno responsabilita’, e che quello che rimane delle nostre liberta’ rappresenti il cancro delle civilta’ e dunque da estirpare. Che crede che la verita’ rimane all’interno di quelle che qualcuno spaccia per unico riferimento per una vita terrena immune dal male che ci circonda; ancora una volta l’interpretazione distorta della religione. Che ci siano persone che trovano come unico rifugio in questi insulsi dogmi. Che pensa che se qualcuno si immagina di fare ironia su questi esaltati diventa un nemico da abbattere in nome della presunta verita’.

Il fatto e’ che non esiste una sana secolarizzazione senza una giustizia, senza una ripartizione delle risorse fatta in modo adeguato, senza che scuole (laiche), ospedali, servizi , stato sociale diffusi, senza un lavoro o un salario degno per tutti, insomma senza un radicale cambiamento nei rapporti tra chi ne ha troppi e chi non ne ha proprio, senza che ci siano interferenze nello sviluppo veramente democratico anche di altri paesi. Senza tutto cio’, dovremo rassegnarci a condividere la nostra vita con la paura che questi incubi si ripetano. Non ci sono alternative ad un modello diverso non solo per i paesi in via di sviluppo, ma anche e soprattutto per il nostro che determina le sorti non solo di noi cittadini occidentali, ma che si intrufola violentemente in quelle loro in nome del solo interesse e privilegio di pochi. Non illudiamoci, se prima non cambiamo noi, non ci sono speranze che tengano e continueremo a dover fare i conti con quei folli tagliagole che, per inciso, non spariranno comunque, ma perlomeno non avrebbero piu’ di tanto seguito. Non e’ tra l’altro, solo il medio-oriente che e’ in ebollizione, basta dare un’occhiata al nord Africa e all’Africa del Sahel per capire che siamo ne mezzo di un grande pasticcio e che i guai non finiranno certo con la sparizione eventuale dell’ISIS.

C’e’ poi, cosi’ per concludere, qualcosa che da’ a pensare su come realmente siano successi i massacri di Parigi. Le notizie che arrivano e si accavallano non mi paiono chiare. Uno dei due killer, che a modo loro hanno agito in modo “professionale”, perde la carta di identita’ in auto. Poi, i due sono rientrati dalla Siria; ora non si sa se in effetti in Siria ci siano stati, ma in Yemen. Uno di loro era gia’ stato arrestato ed il gruppo a cui apparteneva anche l’autore degli altri omicidi era conosciuto e ritenuto pericoloso. Come al solito c’e’ qualcosa che puzza di losco in tutto cio’ e che forse la stampa dovrebbe chiedere venga chiarito, anche se i criminali sono ora tutti morti. O forse e’ che anche chi nella stampa ora giustamente piange e rivendica diritti alla liberta’, dovrebbe farsi un piccolo esame di coscienza? E giusto per finirla qui, fanno vomitare le lamentele di chi ha sempre cavalcato, e continua a farlo, la tigre del “dagli all’immigrato” scagliandosi contro chi (come quelli di Charle Hebdo) invece difendeva una diversa, laica e ampia liberta’? Impariamo a conoscerli tutti i nostri avversari a manteniamo le distanze.

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