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La casa del popolo e i suoi cento anni

Di Sara Rocutto

 

La Casa del Popolo di Torre [Pn] quest’anno fa cent’anni. Ci si accorge che il tempo passa guardando le foto di chi l’ha fondata [vedi foto a fianco]. Baffi e giacche nere, cappelli a falda larga che circondano un ritratto di Marx, raccontano l’epoca di una storica fotografia che ritrae il gruppo dei primi soci fondatori i cui nomi campeggiano nel salone principale, a ricordare da dove tutto è cominciato.

 

Come si fanno a festeggiare i cent’anni di un luogo mitico per la storia operaia e antifascista pordenonese? Il direttivo di cui è presidente Mario Bettoli, classe 1925, già partigiano, parlamentare e tanto altro ci ha pensato un po’ su. Così, tanto per cominciare bene l’”anno del secolo”, è stato stampato un calendario. Poi il primo aprile c’è stato il primo appuntamento: uno spettacolo di teatro, la lettura scenica del diario di Antonietta Moro, partigiana pordenonese. Una storia intensa perché vera, fatta di diari ritrovati per caso dalla figlia di Antonietta che hanno permesso di contribuire al racconto della Resistenza attraverso gli occhi di una donna.

 

Ma gli eventi in programma sono molti altri, e molte le personalità che con generosità si sono messe a disposizione assieme alle associazioni che tutto l’anno si ritrovano alla Casa del Popolo: più di settecento le iniziative che si svolgono in un anno, dai corsi di ballo ai dibattiti su ogni tema, dalle riunioni religiose delle comunità ancora senza sede agli incontri delle tante realtà che qui si sentono a casa. Così il primo maggio sarà festa per tutti, con la scuola di ballo che mostrerà quel che ha imparato, Legambiente che porterà i partecipanti alla festa in una passeggiata ecologica per conoscere Torre mentre l’associazione MoDo cucinerà per tutti coloro che avranno l’accortezza di prenotare.

 

Poi il 24 giugno, nel parco del vicino castello recentemente ristrutturato, Fabiano Fantini metterà in scena lo spettacolo «19+1 Dov’è finito Carlo Marx?» per ricordare la storia delle lotte dei cotonifici pordenonesi, mentre il 27 aprile Davide Toffoli, noto fumettista locale e voce dei Tre Allegri Ragazzi Morti presenterà il libro «L’inverno d’Italia», storia della drammatica vicenda del campo di concentramento di Gonars, al confine con la Slovenia. I Tre Allegri suoneranno invece a settembre in uno spettacolo che stanno preparando ad hoc per l’occasione: «Working class (super) heroes».

 

Ma settembre per Pordenone è tempo anche di Pordenonelegge e quest’anno la Casa del Popolo sarà uno dei luoghi della più partecipata manifestazione culturale della città. In particolare Paolo Cossi, giovane e grande fumettista della provincia, presenterà il suo lavoro «Storia della Casa del Popolo». Nell’autunno ancora teatro con lo spettacolo «Che bello vivere liberi». Anche i ragazzi della scuola media intitolata a Don Lozer, sacerdote che sperimentò a Torre le prime forme di cooperativismo a inizio secolo, parteciperanno ai festeggiamenti e stanno già lavorando alla presentazione di una ricerca storica, pronta per l’autunno. A novembre sarà infine la volta di un immancabile convengo di storici.

 

A guardarlo così, questo programma, viene da dire che dentro c’è la voglia di raccontare il tempo, ma anche testimoniare l’attività del presente, i sentimenti che questo luogo riesce ancora ad attrarre a sè, le attenzioni e le cure che anche i più giovani tendono a riservargli.

 

La Casa del Popolo nacque perchè gli operai volevano un posto per incontrarsi, per imparare a leggere e a scrivere. Oggi è lo spazio abitato dell’affermazione di tutta la strada fatta da allora. E se le mura potessero parlare spiegherebbero ai più pessimisti che di strada se ne è fatta tanta dai tempi delle barricate contro i fascisti e l’occupazione della struttura come Casa del Fascio: tra un valzer e una polka ballate da romantiche coppie di anziani, un bicchiere di vino, bambini che festeggiano i compleanni, ragazzi che discutono la prossima manifestazione di piazza…

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