Un dissidente ebreo israeliano sui bottegai pordenonesi.
Alla fine hanno gettato la maschera: non temevano di veder calate le vendite, ma erano proprio contrari alla manifestazione pro-Palestina. Loro sono solidali anche con gli occupanti genocidi israeliani: bi-partisan, obviously!
Al proposito abbiamo registrato l’opinione di un noto dissidente, non sempre nonviolento, di origine ebraico-palestinese:
12 Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe 13 e disse loro: «La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri». 14 Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. 15 Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide», si sdegnarono 16 e gli dissero: «Non senti quello che dicono?». Gesù rispose loro: «Sì, non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode?». 17 E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
(Matteo, 21, 12-17, versione CEI)
Il consiglio di amministrazione della (piccola) borghesia.
Marx riteneva che i poteri politici statali fossero un semplice consiglio di amministrazione della classe dominante borghese. Non aveva previsto che nel comune capoluogo del Friuli occidentale, assente il sindaco, il Comune si trasformasse nel consiglio di amministrazione dei bottegai dell’Ascom.
Solidarietà mercantile.
Sbaglierebbe chi pensasse che l’Ascom di Pordenone fosse solo filoisraeliana, oltre che attenta alle vendite delle boutiques del centro. Ce l’hanno su anche con i poveri: trattasi della prima (ed unica) associazione imprenditoriale ad aver respinto il progetto della Provincia (notoriamente un covo di bolscevichi…) per l’istituzione di una Fondazione di Partecipazione per sviluppare progetti di micro-credito, sul modello del banchiere pachistano Yunus.
Enti inutili.
Che si chiudano le Province (azzoppate nelle loro funzioni da quando, chiudendo i manicomi ed i brefotrofi, fu loro sottratto il 90% del budget) è solo una tardiva presa d’atto.
Che si mantengano le Prefetture – la cui funzione, da quando non possono cannoneggiare le manifestazioni (ora le vietano semplicemente, direttamente o via subordinata Questura) è ormai incomprensibile ai più – è invece una prescrizione ecologista. Altrimenti dove potremo trovare tracce della immortale, ma ridotta presenza, della burocrazia fascista?
Nobel per la pace e l’esportazione della democrazia.
Sempre sull’inutile Obama: Afganistan, Iraq, Siria, Libano, Libia, Palestina, Ucraina, Mali, Nigeria, …
Continuando così ad esportare la democrazia, gli Usa (ed il fido alleato francese) finiranno forse per distruggersi da soli. Il brutto è che stanno foraggiando un’epidemia quaidista di cui avremmo fatto volentieri a meno.
In ogni caso, insistiamo. Se la rivolta accademica mondiale ha imposto all’Accademia reale svedese di smetterla con i premi Nobel per l’economia assegnati ai neoliberisti chicagoans, è possibile pensare qualcosa per impedire che i Nobel per la pace finiscano a loschi figuri come Kissinger, Walesa, Peres, Obama & c.?
Rilevazione missili.
Appena abbattuto l’aereo malese sui cieli ucraini, il Bluff Cosmico Obama ha dichiarato tempestivamente che erano stati i russi (manco il presidente statunitense fosse Giovanna Botteri, che ci informa sul Medio Oriente da New York, che notoriamente sta tra l’oasi di Siwa e la Via dell’incenso in Oman).
Ora aspettiamo che il presidente statunitense ci dica con altrettanta tempestività chi abbia abbattuto l’aereo italiano su Ustica, qualche decennio fa.
A lezione di diritto costituzionale.
Renzi dal dittatore generale Sisi, quello che ha posto fine alla breve democrazia egiziana “grazie” a migliaia di morti nelle strade, ed altrettante condanne nei tribunali (1000 condanne a morte in due soli processi è un record mondiale, da Nobel per pace 2014/2015).
Che il presidente del consiglio italiano sia andato a farsi spiegare come riformare definitivamente la Costituzione italiana?
Quello che fu un Parlamento.
A reti unificate, i mass-media invitano al linciaggio dei senatori ostruzionisti.
Che il Parlamento sia da anni ostruito nella sua funzione (che sarebbe fare le leggi: infatti rappresenta il potere Legislativo) dai decreti-legge governativi, che dovrebbero essere fatti solo “per necessità ed urgenza”, non è un problema.
Che i decreti-legge passino sistematicamente con il voto di fiducia, non è un problema.
Che il presidente della Repubblica (minuscola e maiuscola non sono casuali…) non vigili sul rispetto della Costituzione, non è un problema. In fondo, dopo aver firmato tutto al Berlusca, vuoi che non si prenda ora le sue soddisfazioni tardoottuagenarie?
Nel frattempo, siamo diventati una repubblica presidenziale di fatto, stravolgendo già la costituzione-di-fatto.
A proposito: chi era stato l’unico ministro degli interni ex comunista che – nonostante le attese – non sciolse le prefetture? Un aiutino: inizia per “N” e finisce per “o”.
Le uniche vestigia dell’alleanza elettorale di centrosinistra.
Quella Bersani-Vendola, scioltasi nello spazio di un mattino.
Ci hanno lasciato un unico capolavoro: i due presidenti delle Camere meno autorevoli della storia della Repubblica (ovviamente l’espressione è satirica).
Per fortuna non sono andati oltre.
La sindrome di onnipotenza di NichiDeborah.
Ha iniziato lui la moda, lanciando la sua candidatura a leader della sinistra, rimanendo presidente della regione Puglia. Un po’ di delirio di onnipotenza non stona, anche se poteva evitare di diventare la ruota di scorta di qualsiasi dirigenza del Pd, da Bersani a Renzi. E magari di perdere la faccia sul Siderurgico di Taranto.
Ora ha trovato un’imitatrice inimitabile: la Zarina Deborah, che pretende di fare la presidente della regione Friuli Venezia Giulia e la (pro)segretaria del Pd nazionale. In attesa di mollare Trieste appena possibile, per seguire i suoi magnifici destini.
I supereroi erano della schiappe, al confronto.
Noi, purtroppo, rimaniamo in questa valle di lacrime.
Caino
1 Comment
Sottoscrivo tutto come contenuto. Apprezzo moltissimo la forma (ironia misurata e basata sui fatti). Grazie.