Poveri noi.
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il vento del (middle) east

Ecco fatto. Ci risiamo; riparte la guerra per la democrazia e contro I nuovi hitler. Posso dire, “che palle”? Insomma, non e’ che si pretenda l’impossibile, ma un minimo di originalita’ , almeno quella… Invece no, sempre la stessa immutabile storia, il pericolo per la democrazia, per la sicurezza interna di non si sa bene chi, il nuovo pericolo imminente da estirpare, il nemico numero uno… Uffa! e’ da quattro anni che ci provano, che cercano di entrare in Siria, che le provano tutte per trovare il pretesto giusto. La primavera, l’ennesima fallia, araba repressa, poi la Guerra criminale contro I civili, poi le armi chimiche; ora finalmente sono riusciti a trovare l’argomento giusto, quello che coplisce la gente sotto pelle: il fanatismo islamico. Quello che sgozza davanti alle riprese video, quello che non guarda In faccia nessuno e ti schizza di sangue la virtuale faccia. Naturalmente il sangue di chi non conta un cazzo, per cui il riscatto non e’ nemmeno un’opzione da considerare. Magari proprio perche’ cosi’, se la gente vede che quegli imbecilli tagliano la gola a quei poracci, magari e’ pronta a reagire ed approvare quasiasi vendetta. Pardon, giustizia. Che poi la cosiddetta primavera fosse largamente sponsorizzata dall’esterno, che le armi chimiche le avesse adoperate (per tramite) la Turchia, chequei tagliagole siano finanziati dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi (per conto della CIA), conta poco. Si va a buon diritto a bombardicchiare dove altrimenti non si sarebbe potuto fare. Per ora, poi per le truppe di terra si vedra’; mica e’ necessario che siano USA, basta che siano loro a dirigerle.

E intanto si manda un messaggio chiaro ai pretazzi iraniani, quelli accusati di sponsorizzare il terrorismo, mentre a volte ne sono addirittura vittime. Nessuna simpatia per quella gentaglia che rompe le balle a tutti I suoi cittadini che magari preferirebbero farsi i cazzacci propri senza qualcuno che li obblighi a questo o a quest’altro. Ma la gente, quella avra’ pure diritto a vivere una vita normale senza aver paura che comincino a piovere gragnole di bombe? Che se poi proprio si vuole scegliere i preti come governanti, saranno anche affari loro, no? Vabbe’, detto cio’, pare proprio che ancora una volta il premio Nobel per la pace sia stato dato alla carlona. Nemmeno la Bush family era riuscita a scatenare tanti casini, bisognava aspettare il primo presidente USA nero per ritrovarsi cosi’ profondamente immersi nel pantano (giusto per essere eleganti). E pensare a quanta gente era riuscito ad illudere. Pensare che qui in Africa ci sono un fracco di persone che girano con la sua faccia sulla maglietta, peggio che l’oscena imagine del “Che” da noi. L’ennesima inculata, ci hanno rifilato un presidente USA nero solo per farci digerire scelte che altrimenti sarebbero state piu’ difficli da accettare. Altro che Nobel! D’altra parte, con quello che costa una campagna presidenziale in USA, chi cazzo se la puo’ permettere se non chi munge alle tette delle multinazionali che si’ ti nutrono per un po’, ma poi rivogliono indietro tutto con tanto di interesse. E che intresse! La famosa democrazia del capitale. Capirai che novita’. E noi, pecoroni, dietro; fieri di partecipare alla lotta del gruppetto dei nuovi inquisitori che va in giro per il globo a seminare il bene. Ma abbiamo il ministro europeo per gli affari esteri. Infatti di quello si interessa, degli affari della nostra brillante classe imprenditoriale, quella stessa che ci ha ridotto sul lastrico e spesso rubacchiato alla grande. L’evasione fiscale e la corruzione non sono fatti che mi sono inventato io; ci costano parecchie finanziarie ogni anno! Intanto l’appoggio italico alla gloriosa spedizione (prima era quella dei volonterosi, ora sara’ quella dei fiduciosi?) che darebbe la caccia ai nuovi AliBaba’, non puo’ certo mancare; chissenefrega se quei soldi servirebbero a ben altro. Il prestigio di una nazione si vede dal ruolo che ricopre sul piano internazionale, no? Che poi ci si accorga o meno che quello e’ il ruolo del cane che mena la coda davanti al suo padrone (e naturalmente si accontenta di qualche avanzo), pare lasciare i piu’ del tutto indifferenti.

Ora si tirano di nuovo in ballo gli attacchi chimici di Assad; almeno avessero un minimo di fantasia se la decenza non si riesce proprio a trovare. Gli bombardano in casa senza neppure chiedere permesso con la scusa che bisogna samntellare eventuali pericoli, ma mica per I poveracci che da quattro anni si vedono demolire case, ammazzare parenti, che devono scappare a gambe levate davanti alle armi, non ha importanza quali. Tanto nessuno riesce al momento a capirci un cazzo. Ma dicevo che il pericolo da scongiurare, e’ quello che potenzialmente rischieremmo noi, USA in testa, si sa, a casa nostra. I famosi attentati. Fantastico! Cornuti e mazziati, e poi li vogliamo anche rispedire indietro quando a forza di soldoni da pagare ai trafficanti e rischi ulteriori a cui si espongono, provano ad arrivare da noi. Vabbe’, bisognerebbe tirare in ballo la decenza, ma quella l’abbiamo persa da ormai troppo tempo.

Ma tornando indietro un attimo, anche questa ultima scapptella dei nostri eroi fa parte del gioco che ormai dovrebbe essere noto e che produce gli effetti che sono davanti ai nostril ciechi occhi. La lotta in atto e’ tremenda e coinvolge molti attori. A cominciare dalla Russia per finire al “Hub Sciita” guidato dall’Iran e che si porta dietro da Hamas, agli Hezbollah e ovviamente alla Siria. Non e’ un caso che dell’allegra brigata facciano parte i caccia dell’Arabia Saudita e degli Emirati; la parte Sunnita e rivale anche dal punto di vista di potenza regionale e commerciale. La Russia ha l’unica base navale del Mediterraneo, guarda un po’ proprio in Siria. Pensate che figata, poi, avere che ne so, un oleodotto che si porta il petrolio dell’Iraq direttamente nel nostro mare e senza dover passare attraverso lo stretto di Hormuz che si puo’ tranquillamente bloccare e sabotare (dall’Iran naturalmente) e riducendo le distanze notevolmente. Certo, poi si dovrebbe fare i conti con quei soggetti che stanno provocando tutto sto casino sgozzando I bianchi in diretta. Le esperienze passate ci insegnano che spesso si perde il loro controllo e gli effetti collaterali diventano imbarazzanti. Dunque cosa c’e’ di meglio che cercare di fermarli ora (anche se non pare che tutte le bombe sganciate fino ad oggi abbiano sortito gli effetti sperati (o forese invece, si’..) e poi liberarsi anche di quello scomodo soggetto che e’ Assad e dei suoi amichetti.

Insomma, ne vedremo ancora delle belle e la nostra bandiera brillera’ ancora nelle fusoliere delle gloriose macchine volanti, orgoglio delle nostre stellette e disgrazia dei nostril portafogli. A tale proposito, anche con gli F 35 la sceneggiata va ancora in onda. Ora ne compreremo la meta’; ma non era impossibile cambiare, sarebbe meglio stracciare, il contratto con gli USA? Ma e’ veramente necessario farci prendere per il culo e buttare I soldi al cesso?

Coraggio, perche’ davvero ce ne vuole!

Bruno Tassan Viol

1 Comment

  1. Come al solito Bruno è ampiamente condivisibile nelle sue analisi. E sono oltre vent’anni che ci facciamo prendere per il culo. Credo che funzioni più o meno così: più grosse ce le fanno e ce le raccontano meno ci basta per volerci credere. Ma soprattutto meno ci basta per credere di stare facendo qualcosa…e così avanti in un vortice di arroganza e spregiudicatezza da una parte ed inadeguatezza cronica dall’altra (la nostra).
    La parabola di Obama, più che una parabola è stato un tiro teso fin dall’inizio. Bastava seguire un po’ della sua campagna elettorale contro McCain, sentirlo parlare di politica estera e scrollargli di dosso la forfora vagamente black power per capire che il tipo aveva intenzioni serie, molto più serie di quel pimpinot di Bush Jr. E poi, detto tra noi, crediamo ancora che i presidenti degli Stati Uniti contino qualcosa, schiacciati come sono tra il Pentagono (ed il complesso industriale che lo sostiene), l’intelligence community ma soprattutto i milioni e i media del big business di cui necessitano per vincere e stare in groppa?
    Meno giustificabile l’atteggiamento dei nostri papaveri di centrodestrasinistra, servili, stupidi, criminali e dediti a compiacere a capo chino interessi e belligeranza spinta degli “amici” statunitensi…
    Ma di questo ne ha già parlato ampiamente Bruno.
    Io qui vorrei aggiungere altre perplessità tanto per appesantire la polpetta: ma il compagno Tsipras (non dico Spinelli o altri) che aspetta a battere un colpo sui venti di guerra che stanno soffiando come la bora? Lo dico da sostenitore della lista (nel mio piccolissimo: attacchinaggio e propaganda elettorale). Il silenzio è assordante…sembra che non ci sia più nessuno in grado di pensare qualcosa che non sia questa storia dei “corpi civili di pace” e “dipartimento di difesa civile” su cui si sono attestati parte del pacifismo e Sel e che francamente mi pare troppo romantica per poter anche solo apparire come una risposta adeguata…La guerra è un articolato e lucroso processo produttivo non una partita a dama tra individui violenti ed altri nonviolenti.
    Poi abbiamo la sacrosanta campagna contro gli f35 che però se non si “converte” al più presto in una campagna per rivedere lo strumento militare tout court (cioè le forze armate complessivamente, abolendone la forma professionale) sarà adeguatamente depotenziata e trasformata in un peto man mano che si procederà al taglio del programma (poco poco piano piano)…
    Ricordiamocelo: dopo l’89, guerre d’aggressione ne abbiamo fatte e continueremo a farle con o senza quegli aerei perché dagli anni novanta abbiamo voluto trasformare l’esercito in un corpo di spedizione professionale, perché dagli anni cinquanta ospitiamo basi strategiche statunitensi con accordi per noi segreti, e perché nonostante l’89 stiamo nella Nato e ci siamo adeguati ai suoi (cioè sempre degli statunitensi) standard tecnologici e di ingaggio semplificato: basta che qualcuno scorreggi in qualsiasi parte del mondo che la Nato può intervenire (scaricando bombe, inviando truppe, destabilizzando) trasformando l’aerofagia in una montagna di diarrea.
    E noi qui esorcizziamo tutte le nostre paure e preoccupazioni con l’ironia perché in fondo mangiamo ancora tutti i giorni (chi più chi meno) e bombe sulla nostra testa non ne sentiamo fischiare (c’è l’esercito professionale…crepano quelli…sono volontari…).
    Ma l’ironia è un lusso che non ci permetteremo ancora per molto se le cose continuano ad andare in questo senso; penso che l’Ucraina sarà un paese, tra quelli che abbiamo aggredito e/o destabilizzato, di cui ci ricorderemo bene il nome se la politica estera italiana continuerà ad essere determinata da una telefonata tra Washington e Roma.
    In fondo è giusto così: prima o poi dovremo pagare pure un prezzo per essere da tempo un paese belligerante senza mai aver subito nessuna concreta minaccia…

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