Ucraina? Venti di guerra, ma anche trenta…
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Europallida
29 Maggio 2015

Torniamo all’impero

Tanto parlare di un casino o dell’altro, pare la stessa cosa… Vediamo se la prossima volta ci sentiremo dalla Libia o dall’Ucraina, chissa’.

Torniamo all’impero.

Memori delle fulgide gesta dei nostri avi, non sappiamo resistere ad imitarne i successi. Mi informano che non di successi si trattava ma di clamorose disfatte. Ah. Come seguendo un vecchio copione che non passa di moda, le cazzate si ripetono e nulla si impara dalla storia. Neppure dal buon senso par di capire. A nulla valsero gli ammonimenti di chi la storia di quei luoghi la conosce a memoria e sa di cosa parla, gente che avvisava che si’, magari un pittoresco e crudele dittatore non e’ quanto di meglio un popolo possa ardire, ma che toglierlo di mezzo avrebbe significato scoperchiare il vaso di pandora. Niente, via, ancora una volta dietro ad altri imbecilli in cerca di gloria e perche’ no, di affari a buon mercato; affari che poi, come ovviamente si  sarebbero evolute le cose, non appaiono cosi’ remunerativi. Ma naturamente se la politica dei giorni odierni e’ cosi’ carente di persone sufficientemente dotate di intelletto e di capacita’, e’ anche colpa nostra che ce li scegliamo. “Gheddafi usa gli emigranti come armi e ce li spedisce per ricattarci! E’ un dittatore sanguinario che se ne fotte dei diritti umani!” E noi lo ricevavamo in pompa magna col suo seguito circense e tutti facevano con lui affari d’oro. E intanto in  qualche modo ci teneva distante il pericolo dell’estremismo islamico e riusciva ad avere la meglio sulle bande malavitose che cercavano di spartirsi i beni del suo Paese. Paese che aveva il piu’ alto reddito procapite di tutta l’Africa, mica balle, nonostante tutto, un laicismo diffuso. E noi, paladini del diritto, gli pagavamo le prigioni in cui tenere i poveracci che altrimenti prima o poi avrebbero cercato fortuna dalle nostre parti. Magari non in Italia, dove sarebbero probabilmente solo passati, ma in qualche nazione del nord Europa. In ogni caso, in Libia c’erano centinaia di migliaia di lavoratori stranieri che si guadagnavano il pane. Secondo voi, dove potranno andare ora quelli? Senza contare che noi che sbraitiamo contro le “invasioni”, dovremmo buttare un occhio in Tunisia, in Egitto, dove si e’ riversato qualche milione di persone e  che cercano e a volte, magari temporaneamente, trovano rifugio.

Poi, di punto in bianco, voila’ cambio di giro della giostra e si scopre che Gheddafi soffoca l’ennesima primavera e si sa che con la primavera non si scherza. Dove l’avranno vista la primavera da quelle parti non si capisce proprio. “E’ necessario che si dimetta, che lasci il posto alla democrazia!” Aahh! Non e’ che magari c’entri che si cominciavano a chiedere condizioni di mercato piu’ favorevoli ai locali e meno alle compagnie nel commercio del petrolio e del gas? Non e’ che la stessa cosa era capitata qualche anno prima a qualcunaltro che poi e’ finito impiccato lasciando il suo Paese ridotto ad una maceria? Fatto sta che ci si infila l’elmetto e si parte all’attacco. Migliaia e migliaia di “missioni”, che poi non sono altro che bombardamenti; Gheddafi viene inseguito, consegnato ai suoi carnefici e trucudato; se doveva dire qualcosa, ora non la dira’ piu’. Nel frattempo la Libia invece che conoscere finalmente la democrazia, precipita nel caos piu’ totale. Le fazioni se le suonano di santa ragione ed ognuno difende il proprio pezzo di territorio con i denti e con le armi. Armi che poi, guarda caso, in uscita incontrollata dalle caserme abbandonate, finiscono anche nelle mani dei vari gruppi legati piu’ o meno ad Al Qaeda che prosperano nel Maghreb. Una situazione perfetta in cui gli apprendisti guerriglieri di Allah possono farsi il loro tirocinio per poi partire per altri scenari. Gli Usa che all’inizio erano riluttanti ad infilarsi in quel casino, invece hanno la parte maggiore nel menare le mani ma finendo per far lasciare le penne al loro uomo di punta da quelle parti. Il console che oltre che ricoprire quell’ incarico era anche una delle figure di spicco della Cia nell’area. Non un gran risultato a quanto pare. Nemmeno per l’Italia che un tempo e attraverso l’ENI ma non solo, rappresentava uno dei Paesi con maggiori interessi e business da quelle parti. Ora rimangono solo le biciole e Scaroni & C. Si troveranno a dover oliare non si sa bene chi per portarsi a casa un po’ di gas, petrolio e qualche commessa non si sa bene quando.

Ora, dopo un po’ di tempo passato in sottotono, ma non per questo in modo pacifico, arriva il califfo. Altra minaccia alla nostra democrazia, il terrorismo piu’ becero sulle coste del Mediterraneo a due passi da casa, il solito ricatto dei migranti fatti partire in massa, ecc. Dunque, di nuovo e a grande richiesta… bisogna intervenire. Ma domandarsi come succedono questi fenomeni e vedere se forse qualche mossa nel passato potrebbe essere risultata un tanitno azzardata, no? E chiedersi che cosa sia veramente questo fenomeno dell’Isil, dove nasca, come cresca, come si riproduca, no? Com’e’ che in quattro e quattr’otto questo califfo ha praticamente spiazzato fenomeni come Al Qaeda ed e’ diventato cosi’ potente? E’ davvero un fenomeno spontaneo, che si autoalimenta e si autofinanzia o ci potrebbe stare dell’altro? La buffonata che si finanzierebbe con il traffico dei migranti, francamente a me pare una cazzata fragorosa; come mi pare una figura barbina quella rimediata da Caracciolo che consiglia di bombardare direttamente i barconi nei porti in modo da evitare introiti al califfato. Ma per favore… il signor califfo si e’ formato nelle galere irakene dove ha soggiornato durante l’occupazione Usa. Un tipo che in precedenza era si’, un osservante rigoroso della religione, ma nulla di piu’. Poi, bacchetta magica ed e’ diventato il califfo. Ma com’e che i peggiori esaltati di quella specie non sono mai stati dei rappresentanti del clero e invece sono cresciuti in altre circostanze mai troppo chiare? Ma come si spiega che buona parte di loro hanno avuto contatti per lungo tempo con gli occupanti? E di cosa vivono e come si armano questi signori che sfoggiano armamenti e conoscenze di strategia militare avanzata? E tutta la loro abilita’ nel gestire la loro immagine? Non pensiamo che tutta quella violenza sia gratuita, non dimostrano di essere degli sprovveduti nemmeno da questo punto di vista. Com’e’ che compaiono quando qualcuno ha piu’ bisogno di loro, come ora ad esempio Al Sisi che tra l’altro si sta comprando  (e i francesi evidentemente vendendo) quegli aerei francesi che nessuno altro si acquista? Come mai, di nuovo in quel quadrante si scontrano interessi diversi e si formano coalizioni di fatto contrapposte e curiose; Egitto, Russia, Arabia Saudita (e Francia e chissa’, l’Italia) da una parte e Qatar, Turchia piu’ qualche altra comparsa dall’altra? Una nuova versione delle cosiddette alleanze a geometria variabile. Ulteriore segnale di quanto intricata sia questa ennesima vicenda. E di quanto i presunti motivi umanitari siano una colossale truffa tanto quanto il califfato.

E noi che facciamo? Per ora tentenniamo, diciamo tutto ed il contrario di tutto, ma poi si vedra’. La voglia di menare di nuovo le mani arrivera’ supportata da qualche episodio per cui ci indigneremo e chiederemo di intervenire perche’ basta! E intanto si giustificheranno quei famosi 90 (perche’ tanti sono rimasti nonostane tutto) F35 di cui nemmeno conosciamo il costo e che per ora neppure hanno il motore, mentre i soffitti delle scuole cadono in testa agli allievi. E, dulcis in fundo, appare davvero patetico il primo intervento di Napolitano da senatore a vita quando arrampicandosi sugli specchi rivendica la bonta’ del precedente intervento in Libia. Evidentemente con l’eta’ la vista e la memoria si perdono. Non e’ stato un buon presidente della Repubblica e tantomeno un buon difensore della Costituzione (come sarebbe stato suo dovere) che invece ha allegramente contribuito a smantellare; ora non promette bene nemmeno come senatore.

Ma insomma, siamo o non siamo i successori degli antichi romani? E allora, vai coll’impero. Che poi sia quello nostro o meno, chissenefrega?

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