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Giocando con il fuoco…

E’ evidente che I video che puntualmente gli esaltati dell’ISIS (o ISIL o come uno li vuole chiamare. Qui in Iraq lo chiamano Daesh) hanno fatto girare e che mostra il pilota giordano bruciare vivo, ha provocato giustamente reazioni inorridite. Chiariamo subito un concetto: solo dei folli scatentati possono pensare di bruciare viva una persona e le reazioni di orrore sono piu’ che giustificate. Detto cio’, sarebbe il caso di capire bene chi, come e quando si diverta con azioni cosi’ terribili. Che quei fanatici assassini ignoranti che se ne vanno in giro per l’Iraq e la Siria con le loro assurde barbe lunghe e le loro bandiere nere (il nero e’ sempre stato un pessimo colore) siano delle persone insane di mente, pare ovvio. Che i loro crimini debbano essere condannati senza esitazione, a me pare automatico; che poi magari non siano i soli a bruciacchiare la gente, dovrebbe essere ricordato meglio. Basterebbe leggersi un recente articolo di Glenn Greenwald che si intitola: “bruciare le vittime (spesso del tutto innnocenti) e’ ancora un pratica diffusa”.

 

Dunque non un lontano e triste ricordo di quando i rappresentanti della chiesa cattolica si divertivano a mettere la gente al rogo, ma memorie molto piu’ recenti. Di diverso c’e’ che nella moderna interpretazione di questo rituale macabro, l’autore del rogo si maschera di frequente dietro l’asettica cabina di un aereo o ad un innocente schermo attraverso cui prende la mira sul bersaglio da qualche decina di migliaia di kilometri dal bersaglio stesso.

 

Cio’ che succede quando un drone lancia uno dei suoi infallibili missili, e’ ben descritto dalle testimonianze che l’articolo riporta: “ i corpi sono completamente bruciati (quelli che hanno il culo di rimanesrci secchi) e di loro rimangono solo alcuni piccoli e irriconoscibili brandelli di carne ed osso”. “Quelli che invece si trovano purtroppo vicini, riportano gravissime ustioni e mutilazioni che, quando dovessero sopravvivere, li segneranno e storpieranno per sempre” .

 

Ovviamente l’articolo riporta tutta una serie di testimonianze troppo lunghe per essere citate. Chi volesse leggersi il pezzo in tutta la sua interezza, puo andare al seguente link: http://www.informationclearinghouse.info/article40895.htm

 

Per ora, ricorderei solo le armi moderne che per esempio Israele ha usato durante le sue bravate a Gaza o che gli Usa hanno sperimentato in scenari anche piu’ ampi e che bruciano le parti molli interne dei corpi. Oppure quelle belle fumate biache che striavano il cielo di Falluja durante la “guerra dei Bush”. Qui in Iraq, c’e’ gente che se le ricordano bene. Come si ricorderanno i corpi bruciati vivi da chi veniva colpito da quelle bombe al fosforo. Oppure, per tornare a quella che ormai e’ preistoria, il napalm rovesciato a valanghe in Vietnam.

 

Ma direi che sarebbe anche il caso di ricordare quei poveracci che bruciano per lunghissimi minuti (anche piu’ di venti a volte) sulla legale sedia elettrica. Non deve essere un bello spettacolo nemmeno quello.

 

Cosi’, solo per riflettere un attimo su quanto viviamo e vediamo e quello che spesso non ricordiamo. E sugli effetti che questo provoca alla nostra coscienza.

 

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