Torniamo all’impero
23 Febbraio 2015
Piazza della Loggia (P2)
24 Luglio 2015

Europallida

W l’Unione Europea! (ri)Detto che prima di parlare di Europa dovremmo almeno capire quali siano i suoi confini naturali, azzardare il termine “Unione” pare ancora più improbabile. Con il Regno Unito (anche quello, Unito…) che probabilmente andrà a verificare la volontà dei suoi cittadini di rimanere all’intereno di questa amorfa entità, con l’improbabile possibilità di unità di vedute tra i suoi vari componenti, con la parte più forte dei Paesi (non a caso l’Italia non c’è) che la compongono e decidono tutto (naturalmente a loro favore), con i diritti variabili da Stato a Stato, come si possa immaginare di definire quest’accozzaglia di nazioni “Unione”, proprio non si capisce.
Era un sogno qualche decennio fa, ora appare quasi più un incubo. Un Parlamento con funzioni fittizie, una Commissione che nessuno ha mai eletto che, quella sì, decide tutto seguendo i dettami della potenti lobbies bancario/finanziarie, ha ridotto questo sogno in una realtà decadente.
Giusto per capirci, sarebbe bene vedere come la nostra allegra comunità europea ha reagito alle proposte di coinvolgimento nella questione degli emigranti. Una vera buffonata dove la nostra valida rappresentante con funzioni di Ministro degli Esteri del’Unione, si è distinta pre l’assoluta inconcludenza. D’altra parte si sa che chi ricopre quella funzione, nel nostro caso per fortuna visto il soggetto, vale come il due di picche. Chi decide la politica estera europea pare sempre più evidente che sia la Nato. Comunque sia, tutti d’accordo sulla cazzata clamorosa di intervenire militarmente, naturalmente la Nato si è già resa disponibile, per affondare i barconi; tutti a prendere le distanze sulla possibilità di ospitare persino una cifra irrisoria di persone che, barconi o non barconi, arriveranno da noi. Sul come poi si intenda intervenire per affondare le barche e i gommoni, pare ci sia (e come altro potrebbe essere) buio profondo. Dicono che si è già fatto con successo in Albania nei tempi andati; si potrebbe obiettare che quando i nostri validi militi hanno cercato di sequestrare i gommoni a Valona, i loro proprietari hanno sequestrato il capo della locale polizia e i gommoni sono stati restituiti. Che poi, quando l’operazione era partita, gli sbarchi dall’Albania si erano già notevolmente ridotti e, guarda caso, le partenze si erano poi spostate altrove, sembra essere dettaglio insignificante. Insomma, pare ne vedremo delle belle.
Per verificare la salute mentale dei nostri eroi, consiglio vivamente di godersi questo video, http://www.nytimes.com/2015/05/15/world/europe/nato-officials-sing-we-are-the-world-at-summit-in-turkey.html?ref=topics&_r=0
Parrebbe una simpatica rimpatriata tra ex compagni di scuola un po’ bevuti, ma purtroppo si tratta dei rappresentanti degli Stati che fanno parte della Nato e che hanno invitato, ospite d’onore, la nostra valida Mogherini; probabilmente mancava qualche voce bianca, chissà. Il documento rende merito allo spessore politico-intellettuale di questi soggetti che, non contenti di tutti i casini che hanno porvocato in giro per il mondo, ci vogliono riporvare. Se invece di pensare di buttare via soldi (senza nemmeno parlare delle vittime che quell’operazione, comunque sia, provocherà) in minchiate, quegli stessi soldi fossero impiegati per accogliere degnamente i migranti, mi sa che tutti starebbero meglio. Per fare solo un piccolo esempio, la missione “Mare Nostrum” costava, pro capite, alla popolazione italiana la fantasmagorica cifra di…. 2 euro all’anno, non mi sembra ci si stesse svenando. Ma, a quanto pare invece, una bella cantata in coro e passa la paura.
Cambiando area e argomento, paura passata anche dopo che gli Stati Uniti hanno firmato (anche se per ora il documento appare piuttosto vuoto di contenuti, non si sa mai che i Saud si incazzino troppo) un trattato con l’Iran sul supposto progetto persiano di riarmo nucleare. Evidentemente il gas su cui l’Iran galleggia potrebbe rappresentare un’alternativa a quello russo che fino ad oggi arriva in forma di quasi monopolio nelle nostre case. Mettere in dfficoltà economica la Russia è diventato un must per gli USA (e diconseguenza per la Nato), ma pare che questa politica non funzioni granchè. La Russia si è sì incasianta la vita ed ha dovuto cercare alternative che però ora appaiono piuttosto di successo; in compenso la nostra Europa si sta masochisticamente autoflaggellando dovendo rinunciare ai colossali affari che con quella nazione aveva in piedi. L’errore è perlomeno doppio; da una parte economico, dall’altra politico visto che fino a prova contraria gli Usa sono storicamente e geograficamente piuttosto lontani mentre la Russia sia dal punto di vista della continuità territoriale che da quello storico, fa (o dovrebbe fare) parte dell’Europa.
In ogni caso, l’operazione Iran appare piuttsto complicata, specie se si considera la situazione dell’area mediorientale. Come minimo l’Arabia Saudita, noto Paese democratico (a tale proposito srebbe intressante sapere qualcosa di più sul potere dell’islam wahabista intergralista del clero locale che, di fatto, nomina il re sulla base di propri criteri) vorrebbe la rimozione di Assad in Siria, mentre bombarda allegramente la popolazione civile in Yemen. A quanto pare, però, ciò non basta e secondo molti, la cooperazione con il Pakistan nel campo del nucleare militare è già a buon punto. E l’Europa che ha mantenuto e mantiene (sotto pressione dei soliti Usa) un rigido embargo per la stessa presunta causa nei confronti dell’Iran? Che dice l’Europa? Canta!
Nel frattempo l’Isis che se solo ci fosse la vera intenzione potrebbe essere sgominato (poi è chiaro che le sue scorie rimarrebbero) nel giro di un mese, pare vivere di nuova vita. Analizzare quella situazione sarebbe certo molto interessante, ma eccessivamente lungo in queste due righe; basti sapere che gli armamenti moderni in suo possesso non sono solo il frutto delle scorrerie presso le caserme dell’esercito iraqeno o siriano, ma arrivano direttamente dai suoi donatori. Probabilmente in parte pagati sull’unghia, altrimenti come aiuti diretti e gratuiti. Da chi si sa, senza nemmeno dover citare. Certo è che i soldi con cui in parte l’Isis si finanzia non sono solo donazioni, ma frutto di commerci che continuano imperterriti; pare sicuro che il commercio dell’eroina afghana passi ora per buona parte attraverso l’esercito di quei trogloditi tagliagole. Senza parlare del flusso di petrolio e dei suoi dervati che dall’Iraq (parecchi campi petroliferi e la raffineria di Baiji, la principale dell’Iraq, sono praticamente sotto il controllo dei barbanera) e in parte dalla Siria si dirigono senza particolari problemi, né logistici né tantomeno etici, verso la Turchia.
Ora il mondo si scandalizza perchè l’ISIS è entrato e probabilmente arrecherà danni enormi al suo patrimonio, a Palmyra, uno dei siti archeologici più importanti del pianeta. Vogliamo però chiederci chi è la causa di questi misfatti? Vogliamo capire che la coalizione a guida Usa non solo non arresta quei pazzi fanatici, ma li sponsorizza e arma? In Siria non esiste un esercito libero di opposizione come continuano a raccontarci i nostri politici e media; coloro che combattono contro Assad sono nella migliore delle ipotesi estremisti che nella quasi totalità si sono uniti all’ISIS. Ci siamo poi già dimenticati delle nefandezze compiute dalle truppe di occupazione occidentali (prevalentemente Usa) durante le guerre del golfo quando il bellissimo museo nazionale di Baghdad è stato razziato (molte delle opere scomparse sono ora nelle collezioni private Usa) e interi siti archeologici rasi al suolo dai bombardamenti dei “volonterosi”?
Anche lì, in quella parte del nostro martoriato pianeta, il Medio Oiente, chi ci rimette di più è sempre la nostra Europa, mica gli States.
Insomma, senza tirarla eccessivamente per le lunghe, l’Europa nel momento in cui ci sarebbe bisogno di un’unità reale ed efficace per trovare qualche risposta al disastro in cui ci troviamo, si sta sfaldando. C’è un’urgenza e una necessità di trovare alternative che non ci permettono di aspettare oltre, che ci permetta di configurare una politica nuova, di avere una visione chiara di cosa dobbiamo fare e di quali siano i veri obiettivi che il nostro vecchio continente deve cercare di realizzare. Dico vecchio non a caso, non nel senso spregiativo come qualche spocchioso pseudopolitico nostrano usa fare, ma perchè è sulle radici profonde (e dunque vecchie, antiche) che l’Europa deve immediatamente realizzarsi e ritrovarsi. Solo così si può immaginare una nuova Europa che finalmente prenda le distanze da un modello imposto e supinamente accettato che ci ha portato al disastro e che non potrà altro fare se non farci ulteriormente sprofondare.
E finalmente poter ridere di quattro imbecilli che si tengono per mano a cantare spensieratamente “we are the champions”….. e prenderli a pedate nel deretano, la loro parte più nobile.

Bruno Tassan Viol

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.