La prima reazione sarebbe quella di tirare giu’ un bestemmione; ma come, dopo anni di tentativi di resistenza spacciati per irragionevolezza o, nelle migliore delle ipotesi come naïve e comportmento idealista e degno tutt’alpiu’ delle solite anime belle, ci si accorge che avevano ancora ragione le anime belle che si scontravano con quelle nere e sporche fino al midollo. Che quelle che vengono spacciate come grandi opere necessarie a rilanciare un’economia asfittica e boccheggiante, non sono altro che un infernale meccanismo che serve solo a rimpinzare le gia’ piene tasche dei soliti noti e a svenare fino all’ esaurimento le magre risorse pubbliche. Che non c’e’ differenza tra il Mose, il progetto Tav, l’Expo 2015 e via dicendo; che la solita balla del rilancio di uno Stato indegno e corrotto fino al midollo ci condurra’ alla definitiva marcificazione della societa’. Alla fine succedera’ che in galera rimarranno solo quelli che questo stato delle cose hanno sempre denunciato e chi ha veramente lucrato alla faccia dei poveracci, rimarra’, c’e’ da scommetterci, tranquillamente a godersi cio’ che ha rubato a mani basse. Vorrei capire chi e’ il terrorista, se colui che ha provato a fermare questa deriva o chi l’ha provocata mettendo nella merda milioni di persone. Ci verranno a raccontare per l’ennesima voltache si tratta di poche mele marce e che il sistema e’ sano, mentre il suo fetore ci sta avvolgendo e ammorbando. Stiamo affondando alla velocita’ della luce e ci raccontano che d’ora in avanti tutto andra’ per il meglio, che il peggio e’ passato e che il futuro e’ roseo. Qualcuno va in giro con il petto gonfio felice di un risultato che si’, anche se sarebbe il caso di svicerare l’arcano di quel voto, ha dell’incredibile, ma che si dimentica di quello che e’ il risultato piu’ importante di quelle elezioni: l’enorme astensione. Ci dicono che cosi’ funziona in tutti gli altri Paesi che cio’ e’ segnale della normalizzazione dell’Italia che, evidentemente, fino ad oggi era un’anomalia. Come se la rinuncia al voto di meta’ degli aventi diritto rappresentasse l’evidenza del diffondersi della democrazia. Come se tale rinucia, non fosse invece dovuta alla nausea che ormai la politica, questa politica, riesce a creare. Una politica sempre meno rappresentativa e sempre piu’ personalistica e quando rappresentativa, lo e’ nei confronti dei cosiddetti “poteri forti”. Complimenti, era proprio cio’ di cui avevamo bisogno, come presto la gente sentira’ il bisogno dell’ennesimo uomo forte della provvidenza che ci guidera’ verso l’ennesima catastrofe. Come se quella che stiamo vivendo non fosse sufficiente. Due parole veloci sul risultato della sinistra, in pratica sulla lista Tsipras. Il fatidico quorum e’ stato raggiunto; nonostante l’oscurantismo metodicamente osservato dai media, lo sbarramento e’ stato aggirato. Bene; ma sempre del 4% si tratta. Stiamo parlando di una percentuale ridicola, se si tiene presente che la politca degli ultimi 20 anni (anche quella precedente, sia chiaro) ci ha portato alla catastrofe e quella attuale e’ solo la brutta copia della precedente. Festeggiare per il 4% e’ come essere contenti di mangiare gli avanzi mentre gli altri si sbafano le leccornie. Siamo contenti cosi’? Siamo sicuri che si tratti di un grande risultato? Io ci penserei un attimo. Se qui da noi le cose non vanno bene, dando un’occhiata all’esterno le cose vanno anche peggio. Le dissennate politiche delle “democrazie” occidentali manifestano cio’ che da sempre avevamo detto: la politica estera (di Guerra) euro/statunitense e’ pura follia. Da ormai almeno 20 anni si ripete che le varie guerre soprattutto nel Medio Oriente o comunque nel mondo arabo, avrebbero cusato danni inenarrabili e ora tutto accade come fosse una sorpresa. Tutti li’ a dire, ma come? Che e’ successo, dove abbiamo sbagliato? Attenzione, pero a non cadere nel tranello che pare messo li’ apposta; siamo davvero sicuri che tutto sia frutto di scelte sbagliate e di errori non valutati? O non piuttosto di scelte coerenti con una visione del mondo che certo non e’ la nostra, ma che invece a qualcuno puo’ fare molto comodo. Se non ci fossero evidenze chiare degli effetti del terrorismo, come si farebbe a rincoglionire la gente con la scusa che il terrorismo deve essere combattuto? Dove si dovrebbe cercare un altro nemico che possa giustificare le varie guerre umanitarie? Inoltre, destabilizzare un’area non e’ affatto sempre sconveniente, anzi a volte e’ decisamente proficuo. Soprattutto se alla fine il prezzo da pagare viene saldato da altri e non da chi sparacchia in giro alla cazzo. E poi ci sono interessi magari altrui, dei migliori alleati, che vanno considerati e difesi. Giusto per rimanere in medio oriente, la famosa democrazia di Israele e quella ancora piu’ famosa del’Arabia Saudita vanno supportate e i loro interessi salvaguardati. Ora, ma e’ solo l’ultimo della serie, ci si e’ incastrati nel casino dell’Iraq; certo, ci sara’ qualche azienda statunitense che qualcosina ci rimettera’, ma per ora le maggiori reserve di petrolio sono al di fuori delle zone Sunnite; una soluzione la si trovera’. Tranquilli. i casini peggiori arriveranno eventualmente dal confine dell’Europa orientale; ma anche li’ il prezzo maggiore lo pagheremo noi. Aspettiamo che arrivi l’inverno e poi ne riparleremo. Ad Obama, che gliene frega. E poi, anche l’Italia pallonara a casa dai mondiali…. Davvero, non ne va dritta una.