Quando i giovani della primavera araba han coraggiosamente guardato in avanti, si son trovati di fronte solo il disperato vuoto di idee dell’occidente, la pochezza interiore, la falsità ed omologazione che li attendeva. In molti allora non han trovato di meglio da fare che tornare indietro, a combatterlo nel più truculento dei modi. D’altronde che modello offre oggi l’opulento occidente? E’ sufficiente la sua ricchezza, nemmeno distribuita ma accentrata nelle mani di pochi prepotenti, a guidare i pensieri di esseri umani che si sollevano per costruire una nuova società? Possono i fantocci dell’occidente, ignari di sè e di tutto, essere validi modelli da seguire?
Tragedia è che l’occidente s’è da tempo fermato per davvero.
Superata la seconda guerra mondiale, ricostruitosi alacremente, apertosi inizialmente ad un grande fervore artistico e culturale, successivamente l’occidente non ha saputo andare oltre ma s’è involuto in una totale assenza di idee, intenti e motivazioni. Non poteva essere altrimenti, con il mondo della cultura e dell’informazione rimaste predominio dei burocrati, cioè dei carrieristi pubblici, cioè degli assunti a vita in impieghi che avrebbero dovuto divenire pubblici (accessibili a tempo determinato al maggior numero di cittadini che fosse possibile) quando, dissoltesi le tirannidi, la democrazia aveva posto nelle mani dei popoli la proprietà pubblica.
Ed invece son rimasti, impieghi, poteri e redditi “pubblici”, esattamente così come i sovrani ed i tiranni li avevano voluti: in mano ad una intoccabile casta armata.
Eppure l’occidente, nonostante il suo ritardo, non sarebbe destinato a continuare la sua decadenza, poiché ha in seno una mossa, una possibilità che, per originalità e vigore, nemmeno i più abili cultori di arti marziali e filosofie orientali riuscirebbero ad immaginare. Ma i fantocci che lo popolano, a cominciare dal mezzo miliardo di europei, devono preliminarmente decidere di risvegliarsi. Invece di sentirsi offesi, sentendosi così apostrofare, devono ammettere che finora lo sono stati per davvero: null’altro che burattini abbandonatisi volontariamente nelle mani dei burocrati, dei carrieristi pubblici, dei detentori a vita dei pubblici impieghi e poteri.
Gli occidentali devon prendere coscienza (e questo solo basterà a farli evolvere) che la loro sudditanza non è mai terminata per il chiaro e semplice motivo che mai si sono levati a reclamare una partecipazione concreta, un personale contributo nei pubblici apparati. Mai hanno preteso che il mandato temporaneo debba rendere democratico, dopo il potere legislativo, anche l’intero potere esecutivo e giudiziario: perché solo con la temporaneità si apron le porte della Res Publica e si realizza la Democrazia.
C’è qualcosa di grande, anzi grandioso perché pacificamente rivoluzionario, ch’è stato nascosto agli occidentali e quindi al mondo intero.
Il fatto che a realizzare la democrazia non è il voto bensì proprio il mandato temporaneo. Il voto consegue al mandato temporaneo, non viceversa. Immaginate dei deputati, un presidente del consiglio o della repubblica che mai restituiscano al popolo ciò che a questo appartiene: il pubblico incarico. Che si voterebbe a fare avendo di fronte dei potenti inamovibili? I carrieristi pubblici hanno sempre indirizzato l’attenzione collettiva verso il voto (facilmente pilotabile e regolarmente pilotato), nascondendo al popolo che il vero pilastro della democrazia è il mandato temporaneo. Chiediamocelo: quanto sangue si sarebbe evitato se ciò fosse stato chiarito?
Quante sanguinose rivoluzioni sarebbero state evitate se l’occidente avesse indicato la giusta via?
I carrieristi pubblici hanno fatto questo per il più banale e perfido dei motivi: per mantenere il posto fisso e continuare a far carriera in un ruolo, quello pubblico, che in democrazia non può essere posseduto a vita ma va, con ordine e competenza, partecipato da quanti più cittadini sia possibile, perché solo così si costruisce una società funzionale: equa (quindi coesa e forte) ed aperta ad ogni sensibilità (quindi capace di prevedere le più diverse sfide della sorte).
Il Pianeta Terra vorrebbe evolvere ma non vi riesce perché l’occidente s’è lasciato bloccare nella sua evoluzione culturale proprio da coloro che l’avrebbero dovuto far avanzare. Ognuno di noi occidentali ha una responsabilità non da poco. Si può tacere, rimanendo quei fantocci succubi che si è stati finora. Oppure ci si può alzare in piedi a chiarire ciò che intere generazioni e moltitudini di intellettuali e scienziati non ci hanno mai rivelato ed anzi ci hanno tenuto accuratamente nascosto:
1) La DEMOCRAZIA si ottiene col mandato temporaneo, il quale soltanto apre il settore pubblico alla composta, ordinata e preparata partecipazione dei cittadini.
2) Il POTERE LEGISLATIVO nei Paesi sviluppati si può dir democratico perché già quasi interamente sottoposto alla fondamentale regola del mandato temporaneo.
3) Il POTERE ESECUTIVO va immediatamente reso democratico anch’esso sottoponendolo al mandato temporaneo: con assunzioni pubbliche esclusivamente a tempo determinato.
4) Il POTERE GIUDIZIARIO va a sua volta reso democratico sempre grazie al mandato temporaneo: tramite assunzioni pubbliche rigorosamente a tempo determinato.
Non ci è possibile sapere se il genere umano ce la farà. Entro trent’anni al massimo la vita artificiale che abbiamo troppo in fretta sviluppato ci avrà dato un brutale benservito. Però un umano, un vero umano non un succube fantoccio, ha comunque e sempre il dovere di provarci! Noi dobbiamo aiutare il mondo già sviluppato economicamente e quello in via di sviluppo iniziando col dire la verità su tutto. Una delle più importanti verità è che la democrazia poggia sul mandato temporaneo, quasi non sapendo che farsene del voto. Aiutiamo gli umani che lottano, per far evolvere le proprie società, a rischio della vita, porgendo loro queste semplici ma potenti formule:
DEMOCRAZIA = CONDIVISIONE DELLA RES PUBLICA
RES PUBLICA = POTERE LEGISLATIVO, ESECUTIVO, GIUDIZIARIO
POTERE LEGISLATIVO, ESECUTIVO, GIUDIZIARIO = PUBBLICI IMPIEGHI
DEMOCRAZIA = CONDIVISIONE DEI PUBBLICI IMPIEGHI
I nostri Paesi si affranchino dalla tirannide introducendo il tempo determinato in ogni pubblico impiego. Perché questo non è un semplice lavoro bensì costituisce nientemeno che il POTERE ESECUTIVO E GIUDIZIARIO, i quali vanno necessariamente resi temporanei così come già da tempo avviene per il POTERE LEGISLATIVO. Quest’ultimo pesa un’inezia rispetto alla montagna dei primi due poteri. Anche coi migliori al potere legislativo, gli altri due poteri, rimasti tiranni, ci faranno naufragare.
La democrazia non sia più quell’irrisoria concessione ch’è stata finora ma dilaghi infine copiosa per tutta la Res Publica.
Danilo D’Antonio
339 5014947
civilmente, legalmente, pacificamente,
avviamo una armonica rotazione sociale: