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Thomas Piketty in Italia

THOMAS PIKETTY IN ITALIANO.
di Francesco Cecchini

Nel maggio scorso ho postato nel sito una breve nota su Thomas Piketty con un link:
http://resistir.info/livros/piketty_capital_in_the_21_century_2014.pdf
per poter leggere in inglese il libro.

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Il libro è stato tradotto ora in italiano e pubblicato da Bompiani, senza peró raggiungere il successo raggiunto in altri paesi, anche se abbondano in carta ed in rete recensioni e critiche. Leggerlo, anche in italiano è un bel impegno, sono oltre 600 pagine di parole e numeri .
L’ aspetto positivo del Capitale nel XXI secolo di Thomas Piketty è quello di offrire un’ analisi articolata, fondata su dati, della ricchezza e della sua distribuzione, nei principali paesi sviluppati del mondo, una ventina. Un’ analisi che ha avuto il consenso di economisti progressisti come i premi nobel Stiegliz e Krugman. Mentre l’ organo della finanza internazionale, il Wall Street Journal, lo ha definito, esagerando naturalmente, un pamphlet comunista ed economisti marxisti ortodossi hanno stroncato il lavoro, tout court.
Semplificando il contenuto del libro. La domanda che Piketty si pone ed alla quale da una sua risposta è la seguente: dove va la ricchezza che si produce? L’ autore analizza ricchezza e percorsi di questa nell’ arco di alcuni anni, gli ultimi innanzitutto, e mette in luce che nel periodo 1945-1975 di crescita economica sono stati beneficiati i redditi da lavoro attenuando le disparità sociali. In seguito la ricchezza ha preso un’ altra strada: i patrimoni crescono vivia molte più volte dei redditi dei lavoratori. Tutto questo e documentato da numeri, statistiche e grafici. Qual’è la soluzione di Piketty per sconfiggere lo strapotere del capitale finanziario? Tassare i patrimoni ed avere una legislazione transnazionale che garantisca questa tassazione.
Una critica equilibrata, ma i limiti dell’ indagine pikettiana sono molti e ben sintetizzati da una nota di Attac Spagna di cui indico il link:
http://www.attac.es/2014/06/01/el-porque-de-las-desigualdades-una-critica-del-libro-de-thomas-piketty-capital-in-the-twenty-first-century/
Inoltre va sottolineato che Piketty ha capito poco del Capitale di Marx. Un solo esempio.

di un progresso tecnico durevole e di un costante aumento della produttività»
È invece corretto dire che Marx spese molte pagine per spiegare il carattere contraddittorio dello sviluppo capitalistico, radicato nella ferrea legge della ricerca del massimo profitto, la quale fa sì che lo stesso fenomeno sia, nelle diverse fasi del ciclo economico, causa di sviluppo e causa di crisi, per poi riconvertirsi nel suo contrario (per Marx la stessa crisi mostra i limiti dell’accumulazione capitalistica ma ne è anche il tipico «processo di risanamento»), lungo un processo altamente complesso che facilmente sfugge alla comprensione di un pensiero non avvezzo a ricercare «cause ultime» semplicemente perché Thomas Piketty non è interessato a rivoluzionare lo status quo sociale.
E’ evidente che Piketty più che un Marx dei giorni nostri può essere considerato, mutatis mutandi, un Keynes del XXI secolo.
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Thomas Pikkety
Un paio di considerazioni. L’ opera di Piketty va letta criticamente da tutti coloroche sono intellettualmente impegnati a capire il mondo d’ oggi e a lottare per un cambio radicale economico, sociale, culturale e politico. Piketty fornisce un’ analisi accurata dello status attuale della diseguaglianza e della distribuzione della ricchezza. Ma è anche un esempio ulteriore che assieme ad una crisi economica vi è anche una crisi della teoria economica che sottolinea la necessità di riprendere il pensiero di Marx per analizzare il presente.
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Karl Marx

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