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Essere di sinistra

INVIO LA SINTESI DEFINITIVA DELL’INCONTRO RELATIVO A “COS’E’ LA SINISTRA?” CHE HA AVUTO LUOGO A TOLMEZZO IL 9 NOVEMBRE 2013.

LAURA MATELDA PUPPINI

ESSERE DI SINISTRA TESTO DEFINITIVO

 

Per scelta redazionale, il testo viene pubblicato in .odt e non in .doc

Tecnicamente, è la stessa cosa: la differenza è che Open Document è un formato di testo “open source”, cioè non soggetto alle royalties monopolistiche della multinazionale Microsoft del signor Guglielmo Porte, uno dei tanti capitalisti intenti ad estrarre il sapere “operaio” dei tanti informatici da lui dipendenti – immaginiamo non esattamente con contratti a tempo pieno ed indeterminato stile Afl-Cio, ma “liberamente” flessibili – a vantaggio proprio e dei polli che abboccano alle sue campagne “filantropiche”, che cercano di mascherare le multinazionali sub specie di “imprese sociali”.

Chi non ha il programma non deve disperarsi: deve solo scaricare da internet il pacchetto di programmi Open Document, e superare la pigrizia di imparare a gestire le non molte differenze con i programmi “proprietari”.

1 Comment

  1. Francesco Cecchini ha detto:

    ESSRE DI SINISTRA.
    IL COMPAGNO NELSON MANDELA, UN ESEMPIO DI COMUNISTA.

    Il Partito comunista sudafricano e l’Anc rivelano: quando fu arrestato, nel ’62, Madiba era un membro del comitato centrale del partito Sacp, allora clandestino. L’ex leader della lotta anti-apartheid aveva sempre negato, sia durante il processo di Rivonia che dopo la liberazione

    1-stadio-soweto-mandela-reutersNel­son Man­dela fu un comu­ni­sta? Pare pro­prio di sì. Una delle più grandi scia­rade, se non la più affa­sci­nante che ha accom­pa­gnato que­sti primi vent’anni di vita della gio­vane demo­cra­zia suda­fri­cana – fu o no Man­dela un comu­ni­sta? — con­clude anche i primi quat­tro lustri di post-apartheid con que­sta sua non poi così sor­pren­dente e inat­tesa solu­zione. A rive­larlo aper­ta­mente per la prima volta è stato sia il par­tito di Joe Slovo e Chris Hani, vale a dire il South Afri­can Com­mu­nist Party (Sacp), sia l’Afican Natio­nal Con­gress (Anc) — il par­tito di Madiba — di cui que­sti divenne espo­nente nel 1942 rico­prendo nel tempo diverse cari­che di lea­der­ship.
    La rive­la­zione uffi­ciale è tra­pe­lata som­mes­sa­mente, affi­data a poche righe dei comu­ni­cati di entrambi i par­titi all’indomani della sua morte. Con un’enfasi man­cata che ricalca ancora di più la noti­zia. «Al suo arre­sto nell’agosto del 1962, Nel­son Man­dela non era solo un mem­bro dell’allora clan­de­stino South Afri­can Com­mu­nist Party, ma era anche un mem­bro del Comi­tato Cen­trale del nostro par­tito. Per noi comu­ni­sti suda­fri­cani, il com­pa­gno Man­dela sim­bo­leg­gerà sem­pre il con­tri­buto monu­men­tale del Sacp nella nostra lotta di libe­ra­zione. Il con­tri­buto dei comu­ni­sti nella lotta per otte­nere la libertà suda­fri­cana ha ben pochi paral­leli nella sto­ria del nostro Paese. Dopo il suo rila­scio dal car­cere nel 1990, il com­pa­gno Madiba è diven­tato un grande e stretto amico dei comu­ni­sti fino ai suoi ultimi giorni».
    Dichia­ra­zioni del South Afri­can Com­mu­nist Party con­fer­mate paral­le­la­mente da quelle dell’Anc nel suo annun­cio uffi­ciale della morte del primo Pre­si­dente nero e demo­cra­ti­ca­mente eletto: «Madiba è stato anche un mem­bro del South Afri­can Com­mu­nist Party, in cui ha pre­stato ser­vi­zio nel Comi­tato Cen­trale».
    «La scom­parsa del com­pa­gno Man­dela segna la fine della vita di uno dei più grandi rivo­lu­zio­nari del XX secolo che hanno com­bat­tuto per la libertà e con­tro ogni forma di oppres­sione nei loro paesi e nel mondo. Come parte delle masse che fanno la sto­ria, il con­tri­buto del com­pa­gno Man­dela nella lotta per la libertà si è col­lo­cato e pre­pa­rato all’interno dell’adesione col­let­tiva e della lea­der­ship del nostro movi­mento rivo­lu­zio­na­rio di libe­ra­zione nazio­nale gui­dato dall’Anc. Nel com­pa­gno Man­dela ave­vamo un sol­dato valo­roso e corag­gioso, patriota e inter­na­zio­na­li­sta che, per dirla con Che Gue­vara, era un vero rivo­lu­zio­na­rio gui­dato da grandi sen­ti­menti d’amore per la sua gente», con­ti­nua il Sacp nella sua orgo­gliosa sep­pur tarda riven­di­ca­zione di Nel­son Man­dela quale suo espo­nente di primo piano.
    Le dichia­ra­zioni del Sacp sono state riba­dite dal vice segre­ta­rio gene­rale del South Afri­can Com­mu­nist Party, Solly Mapaila, il quale ha aggiunto come non solo Man­dela ma tutti gli impu­tati insieme a lui nel pro­cesso di Rivo­nia erano mem­bri del South Afri­can Com­mu­nist Party, affi­lia­zione sem­pre negata «per ragioni poli­ti­che». «All’epoca c’era stata un’enorme offen­siva da parte dell’oppressivo régime dell’apartheid con­tro i comu­ni­sti. L’Anc era raf­fi­gu­rata come un’organizzazione comu­ni­sta, cosa che non era». Quando nel 1990 Nel­son Man­dela fu rila­sciato dalla pri­gione, l’Unione Sovie­tica si stava sgre­to­lando e «c’era molta nega­ti­vità attorno al sistema sovie­tico», ragion per cui valse la nega­zione di ogni appar­te­nenza al Par­tito comu­ni­sta del futuro primo Pre­si­dente nero suda­fri­cano eletto nel 1994. Que­stione liqui­data con l’invito a lasciar stare per ora il dibat­tito e con­cen­trarsi invece sulla per­dita del «vec­chio uomo».
    Seb­bene nel tempo diversi sto­rici e stu­diosi abbiano sug­ge­rito gli stretti legami tra Man­dela e il Sacp, que­sto non era mai prima d’ora stato né rive­lato uffi­cial­mente né pro­vato. Nel 2012 era stato lo sto­rico bri­tan­nico Sthe­phen Ellis nel suo libro Exter­nal Mis­sion: The Anc in Exile a por­tare alla luce nuova docu­men­ta­zione che rive­le­rebbe l’affiliazione di Man­dela ai ver­tici del Sacp per otte­nere il soste­gno delle potenze comu­ni­ste nella lotta di resi­stenza armata dell’Anc con­tro il régime della mino­ranza bianca. La prova ripor­tata dal prof. Ellis sarebbe uno stral­cio di un ver­bale – ritro­vato in una col­le­zione di carte pri­vate presso l’Università di Cape Town — di una riu­nione segreta del Sacp tenu­tasi il 13 mag­gio del 1982 in cui un ex mem­bro del par­tito, John Pule Motshabi, rivela come Man­dela fosse dagli inizi degli anni ’60 — all’epoca in cui era anche coman­dante della orga­niz­za­zione per la guer­ri­glia Umkhonto we Sizwe (Lan­cia della Nazione) — un mem­bro del par­tito comu­ni­sta. Affi­lia­zione che Man­dela ha sem­pre negato sia durante il pro­cesso di Rivo­nia che dopo la sua libe­ra­zione nel 1990.
    Non dimen­ti­chiamo che, ban­dita dal governo dell’apartheid nel 1960, gran parte della lea­der­ship dell’Anc fuggì in esi­lio a Mosca e nei campi di adde­stra­mento mili­tare nei Paesi afri­cani pro-sovietici come l’Angola. E che varie ammi­ni­stra­zioni ame­ri­cane, in par­ti­co­lare quella di Ronald Rea­gan nel 1980, soste­ne­vano il governo dell’apartheid come baluardo regio­nale con­tro il comu­ni­smo.
    Intanto, men­tre con inni, lodi e canti di gioia la società mul­ti­raz­ziale della Rain­bow Nation da gio­vedì 5 dicem­bre, con­ti­nua a ren­dere omag­gio al fon­da­tore della demo­cra­zia nel Paese arco­ba­leno, oggi i capi di stato del mondo si inchi­nano alla sua ret­ti­tu­dine di lea­der e com­bat­tente. E comu­ni­sta? Il mini­stero degli Esteri suda­fri­cano ha infatti comu­ni­cato che circa 91 attuali capi di Stato o di governo hanno con­fer­mato la loro par­te­ci­pa­zione per oggi alla com­me­mo­ra­zione fune­bre presso lo sta­dio Fnb di Johan­ne­sburg, insieme a «10 ex capi di Stato, 86 capi delle dele­ga­zioni e 75 per­sone emi­nenti». Tra que­sti, il pre­si­dente degli Stati Uniti Barack Obama, Fran­cois Hol­lande, David Came­ron, Enrico Letta e pro­ba­bil­mente Raul Castro. Degli gli ex pre­si­denti degli Stati Uniti invece ci saranno George W. Bush, Bill Clin­ton e Jimmy Car­ter. Non saranno pre­senti invece il pre­mier e il pre­si­dente israe­liani Ben­ja­min Neta­nyahu e Shi­mon Peres, che da mini­stro della Difesa nel 1970 sostenne legami mili­tari e com­mer­ciali con i gover­nanti bian­chi del Sud Africa. Per i pale­sti­nesi invece, che con­si­de­rano Man­dela fonte di ispi­ra­zione, sarà pre­sente il pre­si­dente Mah­moud Abbas.

    Rita Plantera – il manifesto

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