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Bentornato proporzionale!

La Corte Costituzionale ha esercitato, come fa dal 1956, la sua funzione di controllo sulla conformità alla Costituzione Repubblicana delle norme che i legislatori (con la minuscola) continuano ad emettere con un acume normativo pari a quello con il quale vengono confezionati gli hamburger di Merdonalds.

Dal 1956: ci tengo, io e la C.C. abbiamo la stessa età, splendidi ultracinquantenni.

Dal 1956: perché ci sono voluti otto lunghi anni, e la spinta del presidente Gronchi (democristiano, ma eletto anche con i voti dell’opposizione socialista e comunista) per far funzionare questo istituto di controllo costituzionale. Prima, si era permesso alla Corte di Cassazione, piena zeppa di giudici che avevano fatto carriera sotto il fascismo, di dichiarare che le norme costituzionali erano solo di principio: così, come se si fosse trattato di acqua fresca!

Come sa chiunque abbia letto qualcosa di diritto costituzionale, la Corte omonima ha agito, soprattutto nei suoi primi decenni di vita, cancellando via via le norme liberticide del fascista Codice Penale del ministro Rocco, ed affermando i diritti civili ancora negati, a dispetto dei sacrifici della Resistenza antifascista e del testo della Costituzione.

Il lavoro della Corte ci ha ieri restituito un pezzo di diritti politici fondamentali. In attesa della lettura del testo della sentenza, l’abolizione del “Porcellum” (ma che paese è quello in cui le leggi elettorali hanno nomi improbabili ed inquietanti, come “Porcellum” e “Mattarellum”?) ci riporta dritti dritti alla ripartizione proporzionale dei seggi parlamentari. Con soglia di sbarramento, per altro: che sbarra la strada ai Clementimastella, Pierferdicasini, ai Marimonti ed altra gente del genere.

La Corte Costituzionale non ha fatto che ripristinare elementari diritti civici, come l’eguaglianza del voto tra i cittadini, espropriata da metodi elettorali oligarchici che neanche la Legge Acerbo fascista del 1923 e la Legge Truffa Dc+Psdi+Pri+Pli del 1953 c’erano arrivate. Ed ha scoperto la nudità di un Parlamento illegittimo, che pretende, con voto quasi unanime, di cambiare la Costituzione, attraverso una norma incostituzionale che viola l’articolo 138. Roba da mandargli un reparto celere ed arrestarli tutti e 1000 quanti sono, come avverrebbe in un paese civile.

Finalmente ci siamo liberati da sistemi di ripartizione dei seggi atti semplicemente ad espropriare i cittadini dal voto, per intrupparli in un “bipolarismo” che in realtà è il dominio del Pensiero Unico, espresso dal Partito Unico di destra-centro-sinistra. Un Partito Unico votato ad amministrare in regime di coalizione, nell’ambito di una costituzione che non è quella per la quale hanno combattuto i Partigiani, ma quella dell’Europa dei finanzieri, dell’oligarchia mondiale di Fmi+Commissione e Banca Europea+Nato.

Altro che politica come “consiglio di amministrazione della borghesia” d’antan! Bei tempi quelli: ora il capitale finanziario ci dirige direttamente senza maschera, e manco ha bisogno di fabbriche dove sfruttarci, tanto i soldi se li stampano nei computer collegati alla Borsa! E noi possiamo pure suicidarci tutti, se non vogliamo attendere la fine degli ammortizzatori per finire nell’inedia.

E’ bello vedere (quasi) tutta la politica italiana insorgere contro il proporzionale restaurato. Fa capire quello che si è voluto occultare: e cioè il fatto che ogni movimento democratico e dei lavoratori, nei secoli scorsi, ha dovuto lottare contro maggioritario e collegio uninominale, per ottenere proporzionale e voto su liste.

Ed ora avanti, con le elezioni europee in cui – mentre la sinistra (esclusa l’Italia, dove si è disintegrata nell’opportunismo e nel settarismo) presenta la candidatura a presidente dell’UE di Tsipras di Syriza – il Pd non ha il coraggio di dichiararsi nemmeno socialista (quel “socialismo” neoliberista che ci ha dato i disastri di Schroeder e Blair, e che oggi eccelle con le missioni coloniali di Hollande), Sel non sa se è “socialista” o “verde” oppure semplicemente occupata a sghignazzare con i managers dell’Ilva, ed il Movimento 5 Stelle non sa se è di sinistra o di destra.

Gian Luigi Bettoli

4 Comments

  1. bruno viol ha detto:

    ho la vaga impressione che i presupposti per tornare al proporzionale, purtroppo, siano debolucci. Tutti si stanno già scatenando come novelli inquisitori, nemmeno quel sistema fosse l’incarnazione del demonio invece che un esercizio di democrazia. Nonostante la decisione della consulta e il relativo messaggio che dovrebbe essere (condizionale d’obbligo) chiaro in favore della rappresentatività, da Napolitano in giù si sono già scatenati. La chiamano modernità; chissà come deve essere il vecchiume…..

  2. Carlo Danzi ha detto:

    Questa volta possiamo dire che c’è un giudice a Roma.

  3. Sebastiano Comis ha detto:

    Intendo la Corte, prima di tutto, che l’anno scorso ha bocciato il prelievo di solidarietà sui propri compensi.

  4. Sebastiano Comis ha detto:

    La stessa corte nel 2012 aveva dichiarato inammissibile il referendum abrogativo del porcellum perché avrebbe creato un vuoto legislativo (balla: avrebbe fatto rivivere la legge precedente). Lo stesso effetto della dichiarazione di incostituzionalità, che rende inapplicabile tutta la legge e non solo una sua parte. In altre parole, la casta della quale la C.C. è la massima espressione (età, paludamento ridicolo, numero spropositato, nomina partitocratica, compensi assurdi, presidenza a rotazine ogni sei mesi) teme lo strumento popolare e incontrollabile del referendum, i cui risultati lascia che vengano regolarfmente ignorati dai partiti. Istituto la riformare radicalmente.

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