Una riforma antiregionalista. Regioni ed Enti locali nella riforma costituzionale (di Valerio Onida)
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Dialogo partigiano sul si o il no al referendum

Un’amica, Imelde Rosa Pellegrini – gloriosa storica, attivista pacifista, cooperatrice sociale e da sempre esponente della ANPI – ha risposto al mio precedente intervento, in cui rendevo nota, insieme a materiale analitico sulla controriforma costituzionale proposta dal Governo Renzi, la mia posizione per il “no” al referendum:

 

Caro Gigi, io ammiro le tue certezze. Io sono molto dubbiosa e ti dirò perchè: non voterò mai come vota Casa Pound, come votano i grillini, come votano in blocco i berluscones e i fascisti. Proprio perchè ho visto con i miei occhi i partigiani appesi ai cappi dai fascisti, i padri dei fascisti del nostro tempo; perchè ho visto mio fratello portato via
dai fascisti stessi, perchè nei lontani tempi ho fatto la piccola staffetta e ho portato la radio trasmittente nella sporta per i partigiani e se mi vedevano i nazifascisti mi mettevano al muro; perchè la mia mamma era partigiana e come me portava le radio trasmittenti al di là del fiume Astico. Soprattutto perchè i fascisti le avrebbero dato la crusca per le galline solo se lei si iscriveva al fascio come massaia rurale e lei pianse per mesi , ma non volle mai iscriversi, anche se
temeva che le galline nel pollaio le morissero e non le facessero più le uova (con cui qualche volta, senza soldi, pagava alla bottega l’olio e la miscela)
Voterò, per questo, sì per non confondermi con i fascisti del nostro tempo. E anche per altre ragioni che stanno alla base del mio tenace e assoluto antifascismo che mi porterò fino alla tomba, anche perchè io e mio fratello affittammo la prima sede dell’Anpi del mio paese, vendendo qualche gallina del nostro prezioso pollaio. E di ciò  mi vanto e per
questo ho fatto per anni la Presidente dell’ANPI di Portogruaro. Mio fratello era un piccolo maestro, capo partigiano e comunista e fu ferito lottando contro i fascisti. L’ho visto coperto di bende ferito a morte dai fascisti ritornare dalla
vicina montagna.
Voterò probabilmente così perchè quelli del sì non toccano la costituzione nel suo impianto fondamentale antifascista  (vedi in particolare i 12 primi articoli). Anche perchè quando vedo Brunetta con gli occhi fuori dalla testa spasimare per il no, mi viene il vomito… come quando vedo Salvini ignorante e rozzo invocare i forconi contro i miei amici zingari
ed extra comunitari.
Infine perchè come mi ha insegnato il mio maestro Carlo Marx io sono cittadina del modo e ho fatto mio  nel concreto il precetto: “CITTADINI DEL MONDO UNITEVI” e l’altro “SEMPRE e SOLO RESISTENZA” e “”Proletari del
mondo unitevi”.
I glillini che spasimano per il no, Salvini e Casa Paud non mi assicurano tutto questo. Quelle “persone”  non hanno niente a che fare per il mio mondo.
P.S. Non sono così scema da non riconoscere anche i no ideali e in buona fede, li rispetto, ma vorrei uguale rispetto per il sì in buona fede come penso sia il mio,
Con stima ed immutato affetto Imelde.

 


 

Imelde mi ha risposto dicendo, in sintesi, che non ce la fa a votare “no” insieme con fascisti, leghisti, berlusconiani e grillini. A prescindere che mettere in un solo calderone gli esponenti della destra ed il M5S non mi pare condivisibile (io sono tra quelli che ormai ritiene il M5S un indispensabile strumento di “igiene politica”, ed auspica – anche se so di essere poco realista – un’alleanza di quanto rimane della sinistra con i grillini), il ragionamento è diffuso tra i “vecchi compagni”, ed è particolarmente insidioso, perché congela nelle file renziane un sacco di sinceri attivisti di sinistra. Le rispondo così:

Permettimi di ricordarti che, durante la “prima repubblica”, il Pci e, fino agli anni ’60, il Psi, votarono all’opposizione insieme ai fascisti del Msi. Lo facevano per motivi opposti, senza tatticismi, perché era naturale che le opposizioni facessero le opposizioni. Caso esemplare, quello della “legge truffa” del 1953, bocciata per una manciata di voti, anche in quel caso comprendenti i voti del Msi.
Certo i partiti di sinistra di allora non si sciolsero nella Dc per fare un dispetto ai fasci, come hanno fatto invece quasi tutti gli ex comunisti in questi ultimi anni. Con un unico risultato: mentre nella vecchia Dc c’erano correnti veramente di sinistra (i sindacalisti di Forze Nuove e quelli della Corrente di Base), nel Pd c’è solo una massa di yes-men che consentono con i dirigenti solo per disciplina e paura che arrivi il babau. Ai vecchi tempi, spesso i deputati-sindacalisti bianchi e quelli della sinistra presentavano proposte di legge a favore dei lavoratori, su cui poi confluivano; oggi invece quelli che si dichiarano di sinistra votano l’abrogazione di quelle stesse leggi, sotto dettatura di Confindustria.
Quanto al merito della riforma costituzionale, la semplice lettura, nel contesto delle modifiche della “costituzione materiale” (esproprio del potere legislativo da parte di quello esecutivo, grazie ai voti di fiducia perfino sulle leggi-delega, oltre che alla calendarizzazione continua dei decreti-legge; esproprio della legislazione nazionale da parte di quella europea e delle deliberazioni degli strumenti oligarchici multinazionali: FMI, BM, G7), la rivela per quella che è: un provvedimento di centralizzazione inverso alla battaglia per le autonomie di 70 anni di storia repubblicana, ed uno strumento di espropriazione degli elettori del loro diritto di scelta degli eletti.
Come si fa a proclamarsi democratici e di sinistra e votare una cosaccia di questo genere?

Per questo motivo, conscio che il mio votare no “insieme” a fascisti, berlusconiani e leghisti (e, solo a parte, mettiamoci pure il M5S) potrebbe essere considerato poco autorevole, mi permetto di concludere provocatoriamente che voterò per le mie idee, come facevano i compagni del Pci di Togliatti e Longo, quelli del Psi di Nenni e Morandi e gli ex azionisti come Parri e Lombardi, non tenendo conto del fatto che esse possano – tatticamente – portarmi a votare come altri con cui non voglio c’entrare niente. Se gli antifascisti si sono opposti alla legge fascista Acerbo del 1923 ed alla legge truffa democristiana del 1953, vuoi che noi possiamo esprimerci diversamente ?

Ciao – con immutato affetto.”

10 Comments

  1. Invito a leggere sulla riforma, l’intervento di Ugo Di Siervo, Vice presidente prima, presidente poi della Corte Costituzionale, a San Daniele il 14 settembre 2016, pubblicato, da me sul mio sito: http://www.nonsolocarnia.info con il titolo: “Ugo De Siervo a San Daniele sul referendum costituzionale. I grossi limiti di una riforma”.Imelde vorrei lo leggessi anche tu.

  2. bruno viol ha detto:

    scusate, ma vorrei precisare la mia posizione. Ho detto e ribadisco che voterò NO perché questa riforma, soprattutto se in complementarietà con la nuova legge elettorale, fa veramente senso e va rifiutata. E anche perché questa schifezza è sponsorizzata da tutti i cosiddetti poteri forti (“nostrani e foresti”) che, fino a prova contraria sono i nostri peggiori nemici. Sì, nemici!
    Dopodiché, se qualcuno vuole votare allo stesso modo perché in caso di vittoria del NO forse (ribadisco il forse) Renzi se ne va a casa, ne ha ovviamente tutto il diritto. Anche alla luce delle dichiarazioni (poi ritrattate) del nostro capo di governo che ha sempre sostenuto che in caso di sconfitta si ritirerebbe dalla politica. Non lo farà, ma comunque è lui che l’ha messa giù così. Cioè, politicizzando il referendum.
    Il fatto che poi la scelta di votare no, sia condivisa da elementi con cui poco si ha da spartire, personalmente non mi interessa granché. E’ evidente che le motivazioni sono e rimangono diverse.
    Sia come sia, votiamo NO.

  3. Gian Luigi Bettoli ha detto:

    Non sono d’accordo con l’impostazione di Francesco, anche se ambedue siamo concordi sul fatto che, prima se ne va Renzi, meglio sia per tutt’Italia, e pure per quei libici che sono sotto le bombe dell’esercito suo e di quell’altra scout esaltata, Pinotti.
    Insisto: merita leggersi la Costituzione antifascista nata dalla Resistenza, e le modifiche blandamente, ma sostanzialmente golpiste, introdotte da un Parlamento illegale, eletto sulla base di una legge elettorale annullata dalla Corte Costituzionale.
    La lettura comparata di Costituzione e modifiche rileva il gioco sporco di chi parla di “risparmi” e di “semplificazione”, accentrando i poteri, eliminando le autonomie, e spostando ulteriormente gli equilibri dei tre poteri (che Montesquieu, e non Marco Travaglio, definiva come il Legislativo che fa le leggi; l’Esecutivo che le esegue ed il Giudiziario che ne garantisce il rispetto).
    Se dobbiamo modificare le istituzioni dello Stato, ciò dev’essere fatto a pro delle autonomie dei cittadini, in particolare quelli delle sempre più numerose classi povere, e delle loro comunità locali.
    Che poi una parte – sembra per fortuna sempre minore – di “democratici” ritenga di fare una battaglia di sinistra a votare si, insieme a padroni, istituzioni finanziarie ed al proconsole USA… de gustibus: è la dimostrazione che ormai ci si affida al fideismo irrazionale. Cos’avrebbe a che fare la sinistra con la costituzionalizzazione del neoliberismo?
    Qualcuno, come il presidente “dissidente” dell’Anpi di Pordenone, ritiene che sia meglio una pessima riforma che niente (dice la stampa, ed attendiamo la smentita: ma se non arrivasse, ce ne faremmo una ragione). Opinione paradossale. Io preferisco rimanere fedele al vecchio adagio che sia meglio mettersi le mani in tasca, piuttosto che fare danni.

  4. Francesco Cecchini ha detto:

    Che a metà settembre 2016 il referendum sia sul No o SI alla riforma della costituzione lo credono, innanzitutto, gente dell’ANPI e non tutti. A mio avviso nessuno o quasi voterà SI o NO rispondendo all’originaria domanda del referendum. Il contenuto, o meglio i contenuti sono politici, secondo le componenti degli schieramenti. Personalmente voterò NO per sconfiggere il governo Renzi.

  5. Ricordo inoltre che vi erano già state, nel corso degli anni, proposte di revisione del bicameralismo paritario. Molto tempo fa alcuni esponenti del P.C.I. per esempio Enrico Berlinguer e Pietro Ingrao, sostenevano l’abolizione del senato, ma in un contesto molto diverso e con la presenza del proporzionale. Anche alcuni costituzionalisti, ora schierati per il no alla riforma Renzi-Boschi, vedevano con favore un monocameralismo ma con adeguati contrappesi, e le proposte, anche in tal senso, non mancavano. Si potevano discutere quelle di Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale, o quelle di Massimo Villone, o quelle di Alessandro Pace, ambedue professori universitari di diritto, e via dicendo. In sintesi le ipotesi di modifica del bicameralismo vigente erano molteplici anche prima della legge di revisione della Costituzione Renzi-Boschi, ed andavano dal monocameralismo con contrappesi, alla trasformazione del Senato in una specie di camera di alta, come proposto, tra gli altri, da Walter Tocci, senatore del PD.Invito a leggere il suo intervento su: http://www.senatoripd.it/affari-costituzionali/tocci-riforma-del-senato-proviamo-a-valutarne-gli-esiti-nello-scenario-peggiore/

  6. Laura ha detto:

    Condivido quanto scrive Gigi ad Imelde. Non facciamoci catturare nella rete da Maria Elena Boschi, che urla che siamo tutti parificabili a Casa Pound se non obbediamo a ciò che lei vuole, e ricordiamoci la presa di posizione chiara dell ‘anpi nazionale e di Carlo Smuraglia, e chi ha cercato di evitare che entrassero alle Feste dell’Unità, adottando un metodo che non chiamerei davvero democratico. Questa legge perversa di modifica della Costituzione, scritta dal Governo e fatta approvare con mille stratagemmi, tende a togliere autonomia alle regioni, ad accentrare i poteri, ad una democrazia totalmente delegata in mano a pochi e quasi per nulla rappresentativa, ad una forma di governo accentrato ed in mano ad un partito solo, se si tiene conto della legge elettorale Italicum. E ricordo che anche la sinistra del Pd ed al Pd non approva questa legge che sempre più sancisce, a mio avviso, la trasformazione del Presidente del consiglio in un “amministratore delegato di una multinazionale che nomina il suo governo, impone alla Camera i tempi, e subisce meno interferenze possibili” (Left del 3 settembre 2016, p.29). Vi invito a leggere questo numero di Left, ed in particolare: Nadia Urbinati, Perchè è importante che chi governa non possa decidere tutto da solo, pp. 28-29. Inoltre dato che “fascisti, leghisti, ecc.” siedono legittimamente in parlamento, hanno democraticamente il diritto di votare cosa desiderano. Anch’io faccio un distinguo per 5 stelle, che vedo per ora unica forza positiva e propositiva, in tutto questo squallore. Laura Matelda Puppini

  7. CdP ha detto:

    Rischiamo di dare ancora una volta ragione a Guareschi, che ci accusava di aver portato il cervello all’ammasso.
    I.R. Pellegrini non si è accorta che anche Verdini e Alfano voteranno sì e che, una volta tanto, saranno Casa Pound, “berluscones” e fascisti vari, oltre (con un doveroso distinguo) ai “grillini”, a votare no come i democratici “veri” (di cui il PD non ha l’esclusiva!) e i partigiani “veri”?
    E non le viene il dubbio che un assalto così sgangherato alla seconda parte della Costituzione sia soltanto il preludio a un attacco ben più mirato alla prima parte, in ossequio ai dettati di “JP Morgan” & c. e ai mai del tutto accantonati piani della P2?

    Angelo Masotti Cristofoli

  8. Gigi Bettoli ha detto:

    Visto che da parte di molte compagne e compagni si usano argomenti non razionali ma emozionali, ci metto la mia. Mio padre – partigiano e sindacalista – mi ha insegnato alcune cose essenziali. Una è che se i padroni si schierano da una parte, il nostro posto è sempre dall’altra. Ergo: se Marchionne annuncia di votare SI (in compagnia di tutte le organizzazioni padronali), è consequenziale votare NO.

  9. bruno viol ha detto:

    non lo so, ma a me pare che votare sì oppure no per una semplice questione di “principio”, da una parte mandare a casa Renzi (magari) e dall’altra non confondere il proprio voto con quello dei fascisti (francamente faccio fatica ad associare i grillini ai fasci), sia posizione piuttosto debole. Del tutto legittima, chiaro, ma a mio modesto avviso, debole.
    Lo stesso sostenere che una qualsiasi riforma, qualunque sia la sua natura, purché si faccia, possa essere la benvenuta, mi risulta davvero poco condivisibile.
    La riforma di per sè è perlomeno nebulosa, centralista e tra le altre cose, e del tutto incomprensibile in alcuni punti.
    Il fatto poi che tale riforma non si possa prendere in considerazione senza tenere conto che in contemporanea si sta approvando una legge elettorale che, se la precedente si definiva porcellum, non si può che chiamare stercum, rende tale riforma piuttosto pericolosa per ciò che rimane della nostra democrazia.
    Sarebbe inoltre il caso di ricordare che l’attuale governo sarebbe da considerarsi illegittimo e tali devono essere valutate le sue decisioni, almeno quelle di così ampia portata.
    Se poi qualcuno sceglie di prendere le distanze, a prescindere, dai fascisti, dovrebbe ricordare da chi è formata la coalizione di governo. Non mi pare una bella compagnia se al suo interno ci sono ex (?) fascisti e bancarottieri. Senza poi dare altre valutazioni sullo spessore dei nostri attuali ministri. Sarebbe impietoso.
    Io comunque voto NO

  10. Stefano ha detto:

    A mio parere, per quel che può contare, ha ragione la compagna Partigiana Imelde. perché nel tuo ragionamento c’è un elemento debole. A differenza di quando le opposizioni votavano contro la legge truffa oggi non c’è, posti che tutti evidenzino la necessità di una revisione della seconda parte della costituzione, una alternativa a questo disegno di riforma. I fascisti, i diversamente fascisti del m5s, è quello che resta della sinistra non hanno una idea di come rendere la forma di governo e i pesi e contrappesi necessari. L’unico collante è mandare a casa Renzi. Un po’ poco per giustificare un voto costituzionale e davvero poco rispettoso della storia del Pci e del Psi che collaborarono in costituente con la DC ed erano appena stati estromessi dal governo. C’è un bel libro di Crainz appena uscito per i tipi di Donzelli che racconta bene le vicende che portarono i costituenti a scrivere la parte sull’ordinamento. Per questo, pur con tutte le perplessità su alcuni passaggi ( al senato non ci avrei mandato i sindaci, per esempio). Apprezzo però il dibattito che ha toni pacati e non accusa di tradimento l’avversario.

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