Beatrice Lorenzin, con la sua campagna pro fertilità, è già stata sbertucciata abbastanza per dover aggiungere altro. Basta limitarsi a notare che è riuscita nell’impossibile: eguagliare la sua collega Maria Stella Gelmini, quella dei “tunnel dei neutrini” dal Cern di Ginevra al Gran Sasso. Così è: un tempo i politici venivano selezionati (non importa se in canonica oppure nelle manifestazioni operaie oppure ancora nella guerra partigiana), oggi ci si accontenta di dilettanti in carriera. Spesso “menagers” semifalliti, che talvolta la famiglia manda in politica, come un tempo al mestiere delle armi od al convento.
Purtroppo, in tanto sollazzo, sono mancate voci che ricordassero che sul pianeta siamo ormai qualche miliardo più del possibile, e che quelli del Nord mangiano anche 20 volte di più di quelli del Sud. Per cui è bene che ci sia denatalità dove si mangia di più. Chi ci cambierà i pannoloni? Gli immigrati, diamine, e forse dovremmo farne arrivare di più ed accoglierli meglio!
Quella che è immediata, come riflessione inedita, è questa: la vicenda Lorenzin parla della controriforma anticostituzionale di Renzi e dell’imminente referendum. Se passa il “Si”, ci si becca Lorenzin (e Gelmini, e tutti gli altri della loro specie) come decisore unico. Se passa il “No”, ci teniamo il blando federalismo regionale nella sanità, nell’assistenza, nella formazione ed in altre cose. Vogliamo proprio far decidere ggente come CattoBeatrix sulle nostre Tac, sulle nostre aspirine, e – diononvoglia! – su vicende come quella della famiglia Englaro?
Caino