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Ciriani, gli alpini e le foibe: e poi qualcuno si offende se li si definisce fascisti

In attesa di incrociare le armi (si fa per dire, per fortuna!) dei nostri legali di fronte al Tribunale di Pordenone per il processo intentatoci dal podestà di Pordenone Alessandro Ciriani, che si ritiene offeso per il fatto che siamo usi definirlo per quello che è – l’udienza di fronte al GIP si terrà martedì 10 luglio, alle 11 – un amico alpino ci ha segnalato questa pagina del periodico dell’ANA pordenonese “La più bela fameja”, in relazione all’articolo del presidente di sezione Ilario Merlin, che riporta il testo del discorso che il sindaco Alessandro Ciriani ha tenuto in occasione del “giorno del ricordo” per la foiba di Basovizza:

Che dire?

 

Ci dichiariamo perfino annoiati dall’ignorante argomentare di questa gente faziosa.

E già qui, in queste definizioni – dobbiamo forse scomodare citazioni di Croce, Bobbio e di tutto il Gotha del liberalismo italiano? – c’è già materiale sufficiente per sostenere il fatto che i fascisti siano per loro natura alieni da cultura, oltre che arroganti, e che in primo luogo questo loro modo di essere li caratterizza?

Per altro, personalmente riteniamo che la posizione liberaldemocratica sulla assenza di una cultura fascista sia aristocratica e superata; ma non si può negarle un consistente fondo di verità, a leggere queste cose.

(In ogni caso, se ci vogliono continuare a denunciare, chiamiamo a correo con Don Benedetto!)

 

Per cui saremo sintetici:

 

“Bestie di Tito”, scrive il Merlin?

 

Lo invitiamo a dare un’occhiata a questa raccolta di foto illustranti la gentilezza italica nei confronti della popolazione jugoslava.

Pure utile sarebbe la conoscenza del sistema concentrazionario destinato dall’Italia fascista (irritante, vero? vogliamo forse usare il termine “Italia” senza aggettivi ??) alle popolazioni oppresse, fossero essi jugoslavi di varia nazionalità, albanesi, apolidi, profughi od immigrati stranieri, ebrei e zingari cittadini italiani, ecc.: consigliamo di partire da una lettura semplice semplice come wikipedia A voler approfondire, le pubblicazioni in materia sono ormai abbondanti e, come effetto della doppia celebrazione del 27 gennaio/10 febbraio, si stanno moltiplicando… per chi sa e vuole leggere!

 

Quanto ad Alessandro Ciriani, la riga di falsità che inanella nel suo discorso è veramente notevole, ed atta a connotare inequivocabilmente uno dei fattori fondanti del fascismo, in particolare nelle sue precoci origini nella versione friulgiuliana di “fascismo di confine”, ferocemente nazionalista ed antislavo.

Lasciamo pure perdere amenità come i “Decenni di vergognose e calcolate omertà?” (chiunque sia cresciuto in queste terre non ha sentito parlare d’altro) …

 

… ma parlare di “genocidio, un olocausto degli italiani”, a fronte dei 50/100 milioni di vittime provocate dalla guerra nazifascista, è semplicemente puro negazionismo. Forse, come al solito, ci sono riferimenti in Ciriani ai 1.200.000 morti jugoslavi, provocati in primo luogo dall’occupazione italiana, a partire dal lontano novembre 1918? Ovviamente no!

 

“Allo sterminio seguì la fuga dal terrore di 350.000 italiani dalle loro terre” ?

… dal 1945 … ma soprattutto dal 1947, fino al 1954 ed agli anni ’60, per completare l’esodo… ?

Di quale “fuga dal terrore” si parla, se non per creare una fantasiosa “leggenda nera” che non coincide in quasi nulla con un fenomeno ben più lungo e complesso?

 

“Una terra per duemila anni romana, veneziana, italiana …” ?

E perché non anche asburgica, slovena, croata, serba tedesca, ungherese, ottomana, ebraica ? Negare la presenza altrui è una fissa della miopia nazionalista. E poi, “italiana” quando? Al massimo dal 1918 al 1943, per quasi tutto quel territorio… e per varie aree solo dal 1941 al 1943, con i massacri che ne conseguirono.

 

I comunisti contro i profughi? Ammettiamolo, in un paese povero dove si fuggiva a milioni dalla miseria italica…

ma allora come conciliare questo fatto con la vera e propria ostilità, al punto da trasformare il termine “profugo” in un insulto, dell’italianissima città di Trieste?

 

 

Inoltre, tra detto e non detto, nulla sulla Resistenza, e sulla lotta di Liberazione d’Europa da parte delle Nazioni Unite, tra le quali potenze l’Esercito di Liberazione Jugoslavo era uno dei più importanti.

Altro che “bestie di Tito”, zotico di un “alpino”, che disonori la memoria del mio zio omonimo, sergente della “Julia” mandato a morire in Russia!

 

Infine, come al solito, lo spostamento dell’obiettivo polemico sul paragone non tra fascismo ed antifascismo, tra nazionalismo ed internazionalismo, ma tra comunismo e nazismo. Neanche il modello, per Hitler, non fosse stato Mussolini, e la parola “totalitarismo” non fosse stata un’autodefinizione proprio dei fasci nostrani.

Indi, dopo aver demonizzato gli avversari (slavocomunisti barbari asiatici), le uniche vittime “da questa parte” rimangono gli ebrei, con cui il MSI (nelle cui file il giovane Ciriani è cresciuto) ha imparato a convivere, riconoscendo in Israele un lembo (coloniale, aggiungiamo maliziosamente) della “bianca” Europa nel mondo arabo.  Et voilà, per magia, il fascismo italiano non c’è più, ed i fascisti non ci sono mai stati.

 

Gian Luigi Bettoli

1 Comment

  1. Bet Giacomo ha detto:

    Poveri e senza senso. Forse voi non siete a conoscenza visto su quello che avete scritto senza un perchè e una analisi corretta di cosa è successo prima sul quale voi da buoni opportunisti senza un minimo di criterio o analisi su cosa veramente è successo. La Yugoslavia subì la sorte degli altri paesi occupati dai fascisti e nazisti. Ma dico come si può scrivere cose come quel diario scritto dalla Bela Fameia che come alpino disprezzo le affermazioni alquanto di parte. Dicevo, alla Germania toccò la Serbia, alla quale impose un governo fantoccio guidato da Milan Nedic, all’Italia andarono la Slovenia con capitale Lubiana. Pure gli ultimi arrivati, Bulgari e Ungheresi, Tutte queste nazioni si distinsero nella persecuzione degli ebrei e degli abitanti di fede ortodossa e musulmana, con la forza, la tortura e, quando occorreva, con la morte, cercando di convincerli al cattolicesimo. Siete a conoscenza di tutto ciò? Per motivi di tempo non mi allungherò di molto sui campi di concentramento tanto so con chi ho a che fare. A più di settanta anni dal 1943 serva per una riflessione e non a un senso unico, dove c’è violenza prima o dopo paghi tutto. Imparate o impara a una corretta analisi, Come alpino mi vergogno e mi indigno su queste forme o affermazioni senza intelligenza e analisi. Ecco perchè non partecipo mai alle manifestazioni. Mi sentirei degradato come persona.

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