Messaggero Veneto
Un viaggio nella storia della casa del Popolo Commozione a Torre
Tanta gente, ripetuti applausi, ovazione finale e un po’ di commozione, ripercorrendo il secolo di storia della Casa del Popolo di Torre e delle lotte operaie, con lo spettacolo teatrale: “19 + 1 Dov’è finito Carlo Marx?” che ha visto, proprio alla Casa del Popolo, la sua prima rappresentazione. Protagonisti: Fabiano Fantini, autore dell’opera, regista e attore assieme a Carla Manzon, Maria Luisa Rosso e Roberto Pagura, accompagnati dalla chitarra di Denis Biason. L’opera ha origine da una foto d’epoca, che ritrae i diciannove costruttori della “Casa” che posano con il quadro di Carlo Marx in mezzo a loro. Dipinto nascosto e custodito da Lucio Da Corte durante il fascismo, rimesso al suo posto dopo la Liberazione, sottratto in epoca successiva. Presentati da Elena Beltrame, vice, gli attori hanno coinvolto il pubblico con rara bravura, rendendolo partecipe a tutti gli eventi del ‘900, dalla condizione disumana del lavoro, soprattutto delle donne nei cotonifici, all’inaugurazione della “Casa” il 1° maggio 1911, fino alle barricate antifasciste di Torre del maggio 1921, organizzate da Pietro Sartor e Tranquillo Moras. La storia del quartiere passa per il Primo conflitto mondiale, la partecipazione degli operai di Torre alla guerra di Spagna contro Franco e alla Resistenza. La piece teatrale evoca anche le lotte operaie del dopoguerra per salvare dalla chiusura i cotonifici. La “Casa del Popolo” rimane sempre punto di riferimento per tutti i lavoratori. Le generazioni si susseguono, nella realtà come nell’opera teatrale, e la “Casa” oggi continua a essere frequentata da organizzazioni politiche e sindacali, culturali e ricreative, sportive e religiose dal credo diverso. Durante l’ovazione finale del pubblico, il presidente Mario Bettoli ha abbracciato, uno a uno, i cinque attori. Altrettanto avrebbe fatto la professoressa Teresina Degan, ricordata durante lo spettacolo.
Sigfrido Cescut ©RIPRODUZIONE RISERVATA