Il Grande Timoniere, notoriamente, esprimeva questo semplice ma complesso concetto quando la dimensione della lotta politica aveva come riferimento il Partito. Di Classe, ovviamente. Oggi, per parafrasare qualcun altro: non c’è il partito, e non è neanche chiara la classe. Il modello mitico ancora prevalente era quello delle tute blu, nella versione “classe operaia” di granitica comunista memoria, oppure nella versione antagonistica dell’ “operaio-massa” di scuola operaista. Ma, nel percorso evolutivo dal successivo “operaio-sociale” alle “moltitudini”, passando per “co.co.co” e “partite iva”, si è finiti con una macedonia di piccoli-imprenditori-di-sè-stessi, soprattutto guarda caso informatici, che poi – a guardar bene le professioni nelle liste – è la base sociale del M5S. A proposito di referente sociale di una formazione politica… Intanto la situazione si evolve, ed ormai “sinistra” e “destra” sono parole prive di senso, e la logica linguistica ne ha ancor meno. Altrimenti a che pro blaterare ormai, tanto sistematicamente quanto smidollatamente, di “centro-destra” vs. “centro-sinistra”? Come se non bastasse – lo insegnavano alle medie, un tempo – tagliare i due “centro” che tanto uno fratto l’altro fanno 0 su o? Mah! Oltre a scarso senso logico, si dimostra pure poca eleganza formale. In ogni caso, è vero: parlare […]