Di ritorno dalla manifestazione di sabato scorso a Trieste, per l’accoglienza e contro ogni discriminazione. Viaggio in treno per salute mentale, perché da troppi anni ho superato la fase dei “gruppi vacanza Piemonte”: troppe corriere per le manifestazioni romane; troppi viaggi in treno “dormendo” arrampicato sulle retine portabagagli (quando non erano ancora rigide ed inarrivabili); troppi viaggi in macchina per risparmiare tutti insieme due lire, e magari anche qualche insopportabile notte in autogrill a fare autostop, perché sulle retine portabagli s^, ma dormire nel fango delle strade… a tutto c’è un limite individuale. Bella manifestazione, multicolore e pluralista. Tanta gente, conosciuta e rivista e sconosciuta (per fortuna, sennò pochi saremmo!). E poi di nuovo in treno, incontrando, come all’andata, compagne e compagni di una vita. Gli ultimi chilometri, rimango solo. Si fa per dire, visto che sono in compagnia delle mie letture, nelle quali sprofondo. Ma ogni tanto mi distraggo: tendo a favoleggiare. Il bigliettaio – giovane ma sovrappeso in maniera patologica, probabile sintomo di atteggiamento cannibalesco nei confronti della realtà – accompagna alla porta, a dir la verità senza strepito, un giovane evidentemente di origine straniera, che forse non ha il biglietto. Strano: di solito fanno la multa dopo […]