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Brexit? L’Europa sociale possibile si è tolta una zavorra dai piedi

Tutti a strapparsi le vesti per l’imminente fine dell’Europa? Per la fine del Welfare State? Salvini ed altri fascisti * come Le Pen a festeggiare per la vittoria? Le borse che crollano!

Ma di cosa stanno parlando?????

Premesso che le borse valori sono dei luoghi di ludopatia collettiva e di rapina universale dei quasi-poveri da parte dei ricchi&ricchissimi; che le società di rating sono lobbies private; e che tutte dovrebbero tutte essere chiuse con i blindati dei Carabinieri… di che cosa si sta parlando?

L’Inghilterra & C., detti UK oRegno Unito (?) non hanno mai veramente fatto parte d’Europa. Mai adottato il trattato per la libera circolazione delle persone, mai adottata la moneta unica, mai pagato come tutti gli altri paesi, mai accettato una norma europea senza prima contrattarla ad nationem. Cosa cambi ora, veramente nel concreto, ce lo dovrebbero spiegare. Anche perché gli accordi di libero scambio commerciale sono altri: quelli che l’UE ha firmato con mezzo mondo, e quelli, come il WTO od il TTIP, che prima vengono gettati nella pattumiera e meglio è per la salute (in senso di sicurezza alimentare, sociale e democratica) del mondo.

Parliamo di altro.

Il voto britannico, anche se inquinato da razzismo e nazionalismo becero (anche questi basati su falsità di ogni genere, come l’ “invasione” di migranti e zingari), è stato un sonoro schiaffone per l’UE del capitale, finanziario e non solo. Non concentriamoci solo sulle cattive compagnie: anche la legge truffa nel 1953 fu vinta con i voti del MSI, ed una cosa analoga deve succedere anche in ottobre contro la controriforma di Renzi, che è peggio della legge truffa di De Gasperi.

Quella di ieri è stata una sconfitta non dell’Europa solidale e democratica, lungi dall’esistere concretamente, ma del “consiglio di amministrazione” burocratico delle multinazionali, quello che ha distrutto l’Europa sociale vissuta dal dopoguerra al 1989, che massacra ogni conquista dei cittadini e dei lavoratori, e che cannoneggia – non solo fisicamente – mezzo mondo con le sue truppe, quelle armate e quelle economico-finanziarie, che hanno ridotto paesi come la Grecia peggio che i nazifascisti italiani e tedeschi nel 1940 (almeno quella volta si era scatenata la Resistenza, invece stavolta perfino la sinistra vittoriosa ha dovuto alzare bandiera bianca!).

In realtà, l’Inghilterra dei fannulloni da rotocalco di casa Windsor nel MEC, poi CEE ed infine UE ci è entrata solo come testa di ponte del governo USA, per condizionare in senso conservatore ed antipopolare la costruzione europea (voluta già con il Piano Marshall come mercato unico a servizio dell’economia nordamericana, oltre che come bastione antisovietico sul piano geopolitico).

Non sarebbe male se si consumassero ora altre vittorie. A spese, ad esempio, dei governi reazionari e fascistoidi dei paesi del “patto di Visegrad”: per esempio quella Polonia che ha milioni di emigranti, ma rifiuta di accogliere i profughi sul suo territorio. Caso, per altro, assai simile a quello dell’ipocrita Italia in cui viviamo. La scelta (prodiana, ricordiamocelo!) di inbarcare nell’UE tutta questa marmaglia di paesi ex comunisti, guidati da governi controrivoluzionari di estrema destra, è stata la degna continuazione dell’inserimento del “freno a mano” inglese, conducendo ad un’Unione teleguidata da oltre Atlantico. Meglio meno, ma meglio, come si usava dire.

Infine: chi è che se ne va dall’Europa? Non l’UK, ma solo la vecchia Inghilterra ormai relitto dell’impero che fu. Il referendum inglese accende l’ultima tappa della dissoluzione della potenza dell’Età Moderna, finita irrimediabilmente con il ciclo di due guerre mondiali (scatenate per la competizione continentale-mondiale con la Germania) e la fine del colonialismo. Ora il voto isolazionista non potrà che produrre la fine degli ultimi lembi di colonialismo sul Vecchio Continente, con la riunificazione dell’Irlanda ed il ritorno della Scozia all’antica vicinanza storica con l’Europa occidentale continentale.

Guarda caso, in Scozia il movimento indipendentista è socialdemocratico, così come in Irlanda è repubblicano-socialista. Situazione simile a quella catalana e basca, dove la presenza della sinistra, marxista o no, è molto importante, e dove l’autonomismo e l’indipendentismo si coniugano con la proiezione europea. Quegli autonomismi non c’entrano nulla con la Tega Nord ** e gli altri isolazionisti fascisti, fascistoidi, reazionari e conservatori europei. Cominciamo a dirlo chiaro e forte pure noi: l’autonomismo ed il federalismo sono di sinistra, l’altra faccia microfisica ed autogestionaria dell’internazionalismo e del cosmopolitismo multiculturale. Il resto sono cose da retrogradi scemi.

 

Gian Luigi Bettoli

 

* Talvolta qualcuno afferma che Salvini sia stato un “comunista padano”. Diffido formalmente chiunque dal cercare di accostare il movimento storico cui sono appartenuti Platone, Spartaco, fra Dolcino, Campanella, Tommaso Moro, i Gesuiti del Paraguay ed i Comunardi parigini, Marx Engels Lenin Gramsci Togliatti Longo Berlinguer (ma pure modestamente io) ad un flaccido bulletto che non ha mai lavorato in vita sua.

** Esprimo il mio debito di riconoscimento con Francesco Maino (“Cartongesso”, Einaudi, 2014).

2 Comments

  1. Carlo Danzi ha detto:

    Considerazioni ampiamente condivisibili che tuttavia non mi inducono a sostenere l’opportunità di ritornare al Patriarcato di Aquileia.

  2. bruno viol ha detto:

    condivido; d’altra parte mi ero gia’ espresso in merito e certo non cambio idea.

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