16 Agosto 2016

La guerra non va in vacanza

E’ finalmente arrivata la ora di pausa. Nell’economia di giornate da quattordici-sedici ore di lavoro consecutive, la ora di pausa è una sorta di salvagente a cui lo stagionale si aggrappa per riprendere fiato e continuare la traversata. Se uno è furbo, non ci prova neanche a dormire: una ora non è sufficiente per rilassarsi, prendere sonno e svegliarsi riposati. Il più delle volte succede che ti addormenti dieci minuti prima della fine della pausa, ti svegli incazzato e ancora più nervoso di prima. Visto che ho la fortuna di fare lo stagionale in Val Tramontina, l’agognata ora di pausa la passo normalmente al fiume, poco distante dal campeggio dove lavoro. Questo anno, di fronte ad una pozza cristallina creata da un’ansa del fiume, si è formata una favolosa spiaggia di sabbia finissima… Metto giù il telo da bagno, mi svesto, prendo fiato e poi mi tuffo in acqua. Un rapido bagno da dodici gradi centigradi abbinato ad un sole giaguaro riattiva la circolazione e produce un naturale effetto ristoratore che vale come due ore di sonno abbondanti. Mi sdraio sul telo e guardo il cielo turchese, respirando profondamente e ascoltando il verso di un falco che volteggia sopra di […]