I sindaci del centro Italia, travolti insieme ai loro cittadini da terremoto e bufere di neve, invocano l’intervento dell’esercito. Per quale ragione? Non certo per un rigurgito militarista ma perché si rendono conto che Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Corpo Forestale (fatta salva la generosità e dedizione dei volontari e del personale addetto) non ce la possono fare di fronte ad un disastro di simili proporzioni. Forse ciò che hanno in mente è il “modello Friuli” dove, in occasione dell’esteso e devastante terremoto del1976, l’esercito fu per lungo tempo insostituibile nei soccorsi e nella rimozione delle macerie (che infatti fu rapidissima); da quella esperienza nacque poi la Protezione Civile. Ma ancora oggi la Protezione Civile vive una cronica carenza di mezzi ed una capacità operativa/logistica nemmeno paragonabile a quella delle forze armate di allora. Nel frattempo abbiamo deciso di trasformare l’esercito in un costosissimo corpo di spedizione hi-tech impegnato a supportare le guerre statunitensi post ’89 oltre confine. Per far fronte a questa nuova funzione neocoloniale è stata organizzata la professionalizzazione della truppa e necessariamente sospesa la leva costituzionale, l’obiezione di coscienza e il servizio alternativo nei Vigili del Fuoco. Il risultato è che l’esercito oggi è un’organizzazione pressoché […]