In una notte di tragenda, nell’Erzegovina di molti anni fa, un profugo impazzito girava per il paese in mano alle milizie croate. A dispetto del buon senso, urlava terrorizzato un’unica invocazione, ripetuta all’infinito: “Tito Armija !?”. Laddove la frase, appellante l’ormai disciolto esercito di Tito, veniva pronunciata sia con il punto esclamativo, sia forse più tragicamente con quello interrogativo. Alla fine – ed è stata l’unica volta in vita mia, lo giuro! – abbiamo disposto un TSO nell’ospedale psichiatrico (non bosniaco, ma croato) di Spalato. Per salvare lui, e con lui tutti noi: qualche centinaio di profughi e poche decine di volontari internazionali. Ormai è un ricordo del passato, mentre i fili “lamettati” dividono lo spazio che fu jugoslavo. Ma una volta di più la pazzia sembra essere l’unica cosa razionale in tutto questo massacro della ragione. Gigi