22 Giugno 2014

“Yes, we can”: il paradigma del genio (Obama, Veltroni, Renzi ed altri flop)

Qualcuno se lo ricorda ancora, Vend…ltroni (chissà perché mi viene sempre quel lapsus freudiano?) con il suo refrain americanizzante, all’obamiana via? E’ bastato che l’immaginario hollywoodiano raccattasse da qualche parte un “negro da cortile” (1), per rinnovellare la storia dell’America patria della libertà, del progresso e di ogni orizzonte sconfinato. Dove siamo finiti, lo dimostrano ampiamente le tragedie del mondo arabo. Dopo aver annichilito una serie di dittatori laici, si è data la stura ad ogni abominio fondamentalista, riportando pezzi interi di umanità al Medioevo (quello europeo, perché – al tempo – il mondo islamico era un faro di civiltà planetaria). Fatto a pezzi Gheddafi, che era un riformatore islamico modernista, si è fatta a pezzi pure la Libia. Dilaniata la Siria, si sono armati i miliziani di Al Quaida, foraggiandoli come “difensori dell’Occidente”, modello perseguito un tempo in Afganistan, quando la civiltà dei Ripa di Meana si difendeva ammazzando i maestri alfabetizzatori comunisti… con gli effetti che si vedono ora. Salvo poi accorgersi che, come altrove, i miliziani fondamentalisti agiscono in proprio. Ma forse il favore della destra yankee per quella gentaglia va ritrovato andando indietro nel tempo, ai roghi ed alla caccia alle streghe di cristiana memoria… gli […]